POLI A ORIENTAMENTO ARTISTICO E PERFORMATIVO: LO STATO DELL’ARTE

di Carmelo Farinella

In un’intervista a Gianni Nuti1, MusicEdu aveva rivolto particolare attenzione al Piano delle Arti, strumento di promozione della cultura umanistica, di valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e di supporto alla creatività2. Nuti, in quell’occasione, aveva sottolineato la necessità di abbandonare la settorialità delle discipline a favore di una formazione versatile e multiforme, ricca di esperienze musicali, teatrali, corporeo-cinestesiche, capace di alimentare la motivazione degli studenti e di sviluppare competenze trasversali. 
Con l’emanazione del Decreto Ministeriale n. 16 del 2022, il Piano delle Arti compie un ulteriore passo verso la piena operatività, mediante la regolamentazione dei Poli a orientamento artistico e performativo contemplati dal D. Lgs. 60/2017; essi sono deputati a supportare la progettazione di percorsi che consentano la sinergia fra linguaggi artistici e tra questi e le nuove tecnologie, nonché esperienze di ricerca e innovazione, valorizzando le capacità intertestuali e il pensiero critico degli alunni3.  
I Poli possono essere costituiti da istituzioni scolastiche del primo ciclo di istruzione, statali o paritarie della stessa regione, che possano vantare buone pratiche in almeno tre temi della creatività fra quelli contemplati nel Piano delle Arti: musicale-coreutico, teatrale-performativo, artistico-visivo, linguistico-creativo
I Poli, individuati dagli Uffici Scolastici Regionali, si assumono l’onere di gestire i fondi stanziati per il Piano delle Arti e, nell’ambito dell’autonomia scolastica, le istituzioni scolastiche che vi aderiscono possono mettere in comune sia risorse strumentali sia umane; i docenti delle discipline afferenti ai temi della creatività possono, infatti, implementare percorsi anche nelle scuole della stessa rete di scopo non di loro titolarità.
Inoltre, i Poli possono collaborare con soggetti accreditati che operano nell’ambito dei temi della creatività che, oltre alle università e l’AFAM, gli istituti del Ministero dei beni e delle attività culturali, possono essere enti del terzo settore che hanno richiesto l’accreditamento4.
Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) è incaricato di documentare e diffondere le buone pratiche inerenti i temi della creatività realizzati dai Poli, anche tramite la gestione del Portale delle Arti5.

Come per il progetto Musica a scuola, dedicato alla didattica laboratoriale della musica, la piattaforma dedicata al Piano delle Arti può divenire di particolare interesse per supportare la progettualità dei singoli docenti e arricchire l’offerta formativa delle istituzioni scolastiche anche non aderenti ai Poli.

1 Gianni Nuti: musicista, musicologo, pedagogista e sindaco di Aosta. Per l’intervista: “Gianni Nuti. Formazione e Piano delle arti: quali prospettive?” (MusicEdu.it)

2 Il Piano delle Arti è stato introdotto dal Decreto Legislativo n. 60 del 2017.

3 Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 60 art. 3.

4 Per la richiesta di accreditamento si veda il Decreto Dipartimentale n. 1518 del 2020.

5 Piano delle Arti – home infografiche (indire.it)

6 Musica a Scuola (indire.it)

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