VAL BONETTI. NINNE NANNE TRADIZIONALI PER CHITARRA FINGERSTYLE

di Max Pontrelli

Musicista ispirato e appassionato insegnante, Val Bonetti svolge attività concertistica e didattica da oltre vent’anni. Dopo avere conseguito il diploma alla Civica Scuola di Jazz di Milano si è specializzato nella chitarra acustica fingerstyle. Ha all’attivo tre album e in occasione dell’uscita del suo nuovo lavoro A word of Lullabies, lo abbiamo incontrato per una chiacchierata per conoscere soprattutto il suo approccio e metodo didattico, perché Val Bonetti ha affiancato all’album la trascrizione di ogni brano che lo compone aggiungendo delle interessanti note tecniche di analisi musicale e stilistica. Un vero e proprio metodo.

Foto di Gualtiero Airoldi

MusicEdu Questo tuo metodo ha un approccio “aperto”; sono chiare fin da subito le tue intenzioni a riguardo.
Val Bonetti Mi sono ispirato al famoso metodo di Mick Goodrick The Advancing Guitarist: applying guitar concepts & techniques, dove l’intento da parte dell’insegnante è quello di creare un metodo che si possa utilizzare senza essere vincolati alla successione delle pagine: una sorta di contenitore di idee e concetti per creare un puzzle personale stimolando la curiosità e creatività.

MusicEdu In controtendenza rispetto alla generazione “tutorial e copia-incolla”, quindi…
Val Bonetti Assolutamente sì. Bisogna prendersi dei rischi: l’insegnante deve stimolare l’allievo facendogli scoprire nuovi mondi. L’allievo deve avere un atteggiamento altrettanto avventuroso perché lo scopo è quello di stimolare idee per scopi diversi. Questo mio nuovo metodo è stato scritto di getto, scomponendo ogni brano e creando una sorta di indice degli argomenti interessanti e interscambiabili per potere stimolare la nascita di un nuovo brano o un arrangiamento diverso per un brano già esistente.

MusicEdu Le ninne nanne tradizionali sono una delle forme più semplici e pure della “musica delle radici”. I tuoi giovani allievi sono interessati a questo genere musicale?
Val Bonetti Per i ventenni ciò che fa da traino verso la chitarra acustica sono i chitarristi attivi su YouTube. A maggior ragione trovo molto stimolante farli tornare alle origini. È uno dei rischi di cui parlavamo prima, che mi prendo come insegnante: non disdegno il fatto di accontentare un allievo se mi viene chiesto di insegnare un brano del momento, ma intanto cerco ugualmente di proporre quello che è il patrimonio musicale su cui mi sono formato e la musica delle radici, per connotazione propria, riesce a toccare facilmente un qualcosa che in qualche modo sentiamo nostro, che ci appartiene. D’altronde, parlando di ninne nanne, ci si accorge che a prescindere dalla provenienza geografica del brano, da bambini ci siamo addormentati tutti con la stessa forma musicale.


MusicEdu Hai posto anche molta attenzione all’aspetto della pronuncia. Mi ha colpito la frase: “la stessa nota su un’altra corda… è un’altra nota”.
Val Bonetti La chitarra suonata in tecnica fingerstyle ha l’ambizione di far sentire molte cose: la polifonia di questa tecnica riesce a far nascere intrecci musicali incredibili. In realtà tra la sovrapposizione di tutti questi “strati musicali”, la cosa che mi preme di più esaltare è proprio la melodia. E la pronuncia è fondamentale.

MusicEdu Non è facile per un allievo riuscire da solo a cogliere questo aspetto.
Val Bonetti Vero. Sarebbe meglio avere un maestro al proprio fianco. Infatti questo mio metodo è stato pensato perché possa venire utilizzato dai colleghi insegnanti. A tal proposito sta uscendo anche la versione in inglese e sono curioso di vedere cosa succederà.

MusicEdu Quanto ti senti musicista e quanto insegnante?
Val Bonetti Il musicista alimenta l’insegnante e l’insegnante alimenta il musicista (ride facendo il gesto “del soldo” strofinando tra loro pollice e indice NdR). Insegno da 25 anni, mi piace molto, mi diverte tanto. Gli allievi mi danno tanto. L’attività di musicista è fondamentale: pubblico brani originali, mi piace scrivere, comporre. Speriamo di ricominciare presto a calcare i palchi, anche con gli allievi. Le lezioni a distanza sono state l’unico modo necessario per poter continuare a lavorare durante la pandemia, ma preferisco decisamente la lezione in presenza. I miei studenti hanno sempre partecipato con entusiasmo alle mie attività didattiche, che hanno sempre previsto un’intensa attività di performance dal vivo. È fondamentale suonare insieme.


MusicEdu Hai fondato un’associazione, la Good Thumb: con quale scopo?
Val Bonetti L’aggregazione prima di tutto. Creo appuntamenti perché ci si possa trovare insieme a suonare. Oltre alle performance dal vivo svolgo un’intensa attività di workshop invitando anche i colleghi insegnanti. Un altro aspetto fondamentale è cercare di creare un repertorio per gli allievi e i partecipanti ai seminari. E questo repertorio deve essere duttile e creare a sua volta brani nuovi e stimoli verso chi si sentirà di ampliarlo. L’obiettivo è quello di fare musica senza cadere nello stereotipo dell’insegnante che rischia solo di dare un servizio a fronte di un compenso. Fare delle fotocopie sbiadite, metaforicamente parlando, non ha nessuna utilità e lo spirito della mia associazione si muove con entusiasmo per continuare a creare musica.

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