STRUMENTI DIGITALI E ACCESSIBILITÀ.
KIBO ALLA “VIVAIO” DI MILANO

di Laura Santese *

La scuola secondaria di I grado statale per ciechi di via Vivaio a Milano ha una storia di oltre quarant’anni e rappresenta una realtà unica nel suo genere in Italia. Alla base vi è infatti un progetto di integrazione tra allievi vedenti, non vedenti e con altre disabilità. L’offerta formativa è ricca di attività laboratoriali e materie specifiche che favoriscono l’inclusività e permettono di rafforzare in ognuno la consapevolezza di poter partecipare secondo le proprie possibilità, anche con l’ausilio di nuovi strumenti tecnologici dedicati.

Alla “Vivaio” la musica e lo studio di uno strumento musicale diventano validi mezzi per favorire l’espressione personale del singolo. I percorsi individualizzati e la progettazione in itinere, basata sulle singole esigenze, permettono di far sbocciare le potenzialità e le ricchezze che ogni studente porta con sé. In questo contesto così diversificato, l’insegnante di strumento si trova spesso a dover cercare strade alternative per raggiungere obiettivi che non sempre sono quelli standard dell’imparare la tecnica dello strumento o imparare a leggere la musica, ma proprio il numero infinito di variabili possibili rappresenta il bello di insegnare in questa scuola. Inventare sempre qualcosa di nuovo, di mai sperimentato prima e scoprire che funziona, che permette all’alunno di trovare attraverso la musica la possibilità di esprimersi e di imparare.

Tra i tanti strumenti e materiali per la didattica che abbiamo avuto l’opportunità di utilizzare recentemente spicca il Kibo, progettato dalla giovane azienda italiana Kodaly. Si tratta di uno strumento musicale interattivo accessibile da tutti, creato per stimolare la creatività, la collaborazione e l’inclusione. Si presenta come un gioco sonoro che combina capacità uditive, tattili, visive e mnemoniche. L'”interfaccia” è una tavoletta con otto moduli geometrici interattivi estraibili, che restituisce la risposta dinamica di uno strumento acustico polifonico, e può essere usato anche come strumento a percussione, come consolle da DJ o loop player (riproduttore di sequenze). Lo strumento si collega tramite Bluetooth o usb ad iPhone, iPad o Mac e funziona grazie a un’App dedicata a cui possono essere collegati fino a sette Kibo. Ogni modulo offre diverse modalità di interazione, può essere inserito o disinserito, sfiorato o percosso.

Anche se non è molto tempo che ne stiamo testando le funzionalità, quello che mi ha subito colpito di questo strumento musicale è la possibilità di essere utilizzato da tutti e in tanti modi diversi. Può essere usato come un vero strumento musicale, ma si adatta benissimo anche a chi ha una ridottissima capacità motoria o non ha capacità di memorizzare. Il risultato è comunque una grande gratificazione per chi ha la possibilità di provarlo.

* Laura Santese insegna flauto traverso presso la Scuola Secondaria di I Grado Statale per Ciechi di Via Vivaio a Milano.

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