SPORT E MUSICA AL PLAYGROUND MILANO LEAGUE 2022

di Max Pontrelli

Il Playground Milano League è una realtà consolidata. Arrivato alla sua quinta edizione mostra con orgoglio la sfilata di partners che hanno creduto in questo progetto e che lo hanno reso esecutivo affiancando il concept vincente creato da One Lab Milano: generare impatto sul territorio e sulla comunità. Tra le diverse collaborazioni, quella dedicata alla “street art experience” è stata affidata a noi di MusicEdu.

Così, dopo la proposta di DJ Aladyn alla consolle e Andrea Baroldi alla chitarra per lo spettacolo di chiusura della manifestazione e l’organizzazione del drum circle per la giornata dedicata al minibasket, abbiamo partecipato alla giornata finale svoltasi in Piazza Minniti al quartiere Isola.

Amo questo sport più di ogni altro e la declinazione del 3vs3 ne incarna l’aspetto più viscerale e tribale. Lo sport, come la musica, è ritmo e frequenza; su questo binomio ho vissuto questa splendida giornata. L’arrivo alla mattina presto del giovedì per allestire la postazione dj si è svolto a ritmo blando ma costante, in una piazza Minniti ancora assonnata nonostante la giornata lavorativa, con i vecchi residenti che continuamente chiedevano cosa sarebbe successo: “sport e musica!” è stata la risposta che ho adottato e che, indistintamente ha suscitato sorrisi ed espressioni contente. La piazza inizia a popolarsi: si monta la pedana del campo, i gazebo dedicati alle attività degli sponsor, il “nostro” palco dedicato alla musica. Il ritmo aumenta e anche la frequenza, col vociare di tutti i partecipanti per ora solo del reparto “addetti ai lavori”. Si gonfiano i palloni e appena iniziano i primi rimbalzi sul campo si entra in uno stato di attesa scandito da quello che, per me come per molti appassionati, diventa quasi un mantra. E parte la musica di sottofondo: dj Mocambo fa girare i vinili e, complice un Sub-woofer da 18 pollici, la piazza si sveglia. Il beat dei 100 Hz accoglie i giocatori che arrivano alla spicciolata: borsoni a tracolla, aria seria e sguardo indagatore che in pochi decimi di secondo fa inquadrare la situazione. Il caldo è un elemento da gestire e si cerca l’ombra in una piazza che fornisce poche opportunità in questo senso, ma quando dall’impianto di dj Mocambo arriva Bob Marley, ecco che a prescindere dall’età e dall’etnia, grandi e piccini iniziano a battere il piede a ritmo o addirittura c’è chi inizia subito a ballare. Nel frattempo un bel momento tra l’organizzazione e Amsa Milano per la gestione dei rifiuti: in un clima sereno si definisce la procedura e si attrezza la piazza per una gestione corretta dello smaltimento. One Lab Milano pone molta attenzione all’aspetto ecologico e green di tutto ciò che organizza e mette in opera: per esempio la pedana del campo è realizzata con il riciclo dei pneumatici esausti. Intanto gli atleti iniziano a prepararsi: ragazzi e ragazze formano piccoli capannelli e si cambiano in piazza. Lo sport senza dubbio sviluppa importanti valori: il rispetto prima di tutto. È bello vedere come in un’epoca dominata dall’apparire e mettersi in mostra, si ha immediatamente la netta sensazione che qui le differenze di età, sesso, etnia scompaiano in un istante. Dalle casse di Mocambo è James Brown che ci ricorda, tra gli altri, quanto sia importante battersi per i valori importanti. Le regole del mondo “civettuolo” degli adolescenti qui stanno fuori. Concentrazione e rispetto sono evidentissime regole che si possono gestire anche in calze tubolari bianche, ciabatte e canotte. Questo è l’unico dress code del campo da gioco.

Nel frattempo arrivano gli atleti del basket in carrozzina, si incontrano di nuovo dopo le qualificazioni. Sorrisi, saluti, abbracci. Montano le ruote adatte al gioco. Ora siamo nel pieno della manifestazione: la musica spinge e i brani mixati con vera maestria fanno davvero da legante in questa giornata di inclusione totale. Personaggi pubblici dello sport e dello spettacolo vengono intervistati o sono loro stessi parte attiva della manifestazione: i due speaker ufficiali sono Marco Barzizza e Germano Lanzoni. Se a bordo campo ritmo e frequenza hanno trovato una loro perfetta sincronia, sulla pedana sembra in realtà di essere in un’arena di gladiatori.

Le ragazze hanno una grinta fuori dal comune e ogni secondo è giocato al massimo della concentrazione. I presunti 37 gradi di temperatura del pomeriggio non sono un argomento determinante rispetto al ritmo  di gioco. Viene rispettata la regola del campetto: le squadre si arbitrano da sole. Ci sono giudici di gioco che intervengono solo se interpellati dai giocatori stessi. Niente “fischietti” e niente “grigi” (i due nomignoli più frequenti ed educati solitamente dedicati agli arbitri). Si può lasciare la responsabilità di gestione delle regole agli stessi protagonisti del gioco? Si deve: è la regola della strada. E infatti in tutte le sfide giocate non c’è stato un solo momento di tensione, mai una parola di troppo o fuori posto. Chi vince pensa alla sfida successiva, chi perde si complimenta sempre con gli avversari. Pare un sogno. Dopo le categorie giovanili e il basket in carrozzina, giocato con tecnica e agonismo a un livello stellare, arrivano i veterani.

Tutti intorno al campo più che a fare il tifo, a godersi lo spettacolo. Il ritmo sale in modo esponenziale e dalla postazione dj arrivano puntuali almeno tre tacche di volume in più. La partita finisce con il tiro della vittoria sull’ultimo secondo con il giocatore che esegue un “jumper” perfetto spezzando il polso (termine che identifica la corretta meccanica di tiro) e la palla entra nell’anello spostando solo il nylon della retina. La folla esplode in un urlo liberatorio. Già visto centinaia di volte, ma ogni volta è un’emozione. E tutto intorno rimane nell’aria una frequenza che diventa sincrona con la musica e il battito cardiaco di tutti i partecipanti sembra voler tenere in vita tutti gli esseri viventi del pianeta terra. Finite le premiazioni, esplodono Dj Aladyn e Andrea Baroldi per un’ora di groove totale. L’hang over, una volta rientrato a casa, è durato molto a lungo.

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