PRIMA IL CABLAGGIO E POI LE MACCHINE. LA SEDE MILANESE DEL SAINT LOUIS COLLEGE OF MUSIC

Uno dei centri AFAM più importanti d’Italia in ambito musicale ha progettato gli studi di produzione audio delle sue due sedi di Roma e Milano con l’obiettivo di offrire agli allievi il massimo rispetto delle qualità dei loro strumenti, a partire dalla catena di registrazione audio. Perciò Stefano Mastruzzi, direttore del SLMC ha voluto affidarsi totalmente al cablaggio cavi e multicore Reference Cables, garantendosi la minor perdita di segnale in fase di registrazione e la più fedele risposta in riproduzione durante l’ascolto in regia. La coerenza qualitativa tra sorgenti sonore e loro registrazione è il punto di collegamento tra musicista e fonico, entrambe figure di cui il SLMC si prende cura di formare.

Ci occupiamo qui del più recente progetto di cablaggio audio della sede milanese del Saint Louis College of Music di Roma, oggi parte del nuovo hub educativo Plena Education, che a Milano ha trovato il suo spazio all’interno della struttura del Bodio Center, innovativo progetto di rigeneraziona urbana. L’edificio in cui ha sede il Saint Louis è in condivisione con altri due istituti di Plena Education, RUFA (Rome University of Fine Arts – Design, Visual Communication, Audiovisual, Fashion, Game and Media Arts) ed SPD (Scuola Politecnica di Design) che, come SLMC, erogano corsi di livello accademico. 

Il lavoro di Reference Cables ha previsto la costituzione di una rete di cablaggi in cui sono stati impiegati circa 250 metri di cavo multicoppia e 350 metri di cavo bilanciato, con saldature, connessioni e connettori di qualità e attraverso un lavoro accurato di progettazione esperta su ogni tratto della rete.

Alberto Recchia, docente all’interno del corso di diploma per tecnico del suono di primo livello (laurea triennale), ci ha raccontato come è stato progettato il cablaggio della sede milanese, di cui è stato responsabile: “In questa nuova sede occupiamo due piani con una regia al piano superiore, che Mastruzzi ha voluto far cablare con le due aule adiacenti e con le tre altre aule del piano inferiore. Quindi, la regia in cui si svolgono le attività didattiche principali del nostro corso ha una sua sala di ripresa ed è cablata anche alle altre aule, cioè alla cosiddetta aula ‘musicale’ polivalente adiacente e, al piano inferiore, alla sala masterclass dedicata alle elezioni collettive per diverse decine di allievi e dove è prevista anche la realizzazione di live di vario tipo, comprese le esibizioni dei ragazzi in sede di tesi. Così possiamo registrare qualunque evento live con o senza pubblico oppure sessioni di registrazione anche con molti musicisti, perché ci sono sufficienti connessioni per poter portare i segnali in regia“. 

Alberto Recchia insegna al Saint Louis già dal 2002, ma da qualche anno svolge parallelamente l’attività di installatore, occupandosi più di recente di noleggio attrezzature audio e luci per lo spettacolo e per il live con un proprio service. In occasione dell’apertura della nuova sede milanese, il direttore Stefano Mastruzzi gli ha affidato il progetto di cablaggio: “Si trattava di seguirlo fin dalla fase embrionale, perché ci si andava a inserire in un contesto pre-esistente nel quale bisognava tenere conto di tutta una serie di esigenze provenienti da altre realtà presenti in questo nuovo polo didattico. Abbiamo dovuto partecipare a una serie di riunioni preventive con architetti e ingegneri, ragionando un anno prima su quali potessero le esigenze di cablaggio, quelle di isolamento acustico ecc.“.

Trattandosi di un polo di formazione in cui si sono insediate diverse realtà artistiche, i progettisti hanno ascoltato un po’ di più le esigenze di chi si occupa di musica e produzione audio: “Intanto le esigenze nel nostro caso non erano molto diverse da quelle di un normale studio di produzione audio, perché noi ingabbiamo didatticamente il mestiere di chi lavora in studio e dal vivo, anche se il mondo live è difficilmente riproducibile nelle aule di una scuola. Quello a cui abbiamo cercato di essere più attenti è stata la quantità di punti di distribuzione e di prelievo del segnale, quindi non ci siamo limitati alla classica box addosso al muro ma abbiamo cercato  di avere almeno un paio di posizioni per ottenere un cablaggio ordinato ed evitare i classici cavi in mezzo ai piedi. In secondo luogo, abbiamo disposto oltre che dei classici cablaggi analogici, quelli che prevedono connessioni XLR su cavo bilanciato standard, anche dei cablaggi di rete, ma svincolata da quella progettata dagli elettricisti, cioè la classica rete informatica LAN. Ho invece predisposto dei cablaggi e dei percorsi di rete dalla regia alle sale di ripresa tramite stage box digitali collocati all’interno della sala di ripresa da cui viene inviato il segnale digitale alla regia, indipendentemente dal protocollo usato, sia esso Dante piuttosto che MADI, Ravenna o quello che sia. Abbiamo poi predisposto dei cablaggi di potenza qualora si volesse, per esempio, tenere una testata Marshall vicino al mixer con il chitarrista vicino al fonico, ma con la cassa al di là del vetro, per evitare che il chitarrista si stordisca davanti all’amplificatore. Oltre a questo, le altre mie richieste agli impiantisti hanno riguardato prevalentemente i punti corrente, che normalmente nelle aule didattiche standard vengono messi ai quattro angoli della stanza, mentre noi avevamo tutt’altre esigenze, visto che abbiamo fino a una ventina di allievi dentro l’aula con il loro pc o smartphone e poi le macchine e le apparecchiature da alimentare. La richiesta di avere una presa ogni due metri, per evitare ciabatte e sdoppiatori, è stata la cosa più difficile da far digerire agli impiantisti. Un altro elemento preso in considerazione è stato il cablaggio dalle postazioni docente verso i televisori, quindi come trasportare i segnali HDMI.

C’è infine un cablaggio che ho realizzato nella sala grande dedicata agli eventi live, nella quale ho realizzato un percorso di cablaggio analogico e digitale che permette di ricevere sul mixer i segnali della band posizionata nella parte opposta della sala e al tempo stesso rinviare verso il palco il monitoring, oppure esattamente il contrario, quindi è una linea di cablaggio indipendente funzionale solo a quella sala. È come se fosse un piccolo locale che sostanzialmente imposta già il cablaggio della stage box dal palco verso il mixer, per evitare i cavi in mezzo ai piedi o i multicord che passano di lato“. La collaborazione con Reference Cables per il progetto di cablaggio a Milano è frutto di una fiducia acquisita già con il precedente cablaggio della sede romana: “Sono molti anni che Reference ‘bazzica’ da noi al Saint Louis di Roma. Ho memoria di svariati workshop fatti da Angelo Tordini (Tech manager & Chief Designer di Reference Cables, NdR) negli anni addietro e così, quando Stefano mi ha chiesto di preparargli un progetto che prevedesse la partecipazione di Reference come fornitore per il cablaggio, ho contattato Angelo per conoscerlo personalmente e prevedere l’uso dei suoi prodotti“. 

La politica di Angelo Tordini è da sempre quella di raccogliere i feedback degli utenti per progettare nuovi accessori utili a specifiche applicazioni. È così che negli anni è cresciuto il catalogo di questo piccolo ma autorevole produttore di cavi made in Italy: “Devo dire che, dal punto di vista del cablaggio, il catalogo Reference offre diverse possibilità di scelta che altri fornitori non danno. Sui box a muro, in particolare, mi ha proposto un paio di soluzioni molto interessanti, sia come box modulari che con un numero ridotto di connessioni. Un cavo che Angelo ha tenuto molto che noi usassimo è l’RMCS01 microfonico, che ho steso senza alcuna interruzione dalla scatola sul muro direttamente al microfono e allo stesso modo dall’altra parte del muro in regia direttamente verso il mixer, senza alcuna patch, per evitare ulteriori filtri tra la sorgente microfonica e il mixer generati da altri spezzoni di cavi e connettori. Una coppia di questi stessi cavi l’abbiamo utilizzata per il cablaggio delle due coppie di monitor Genelec in regia, mentre per collegare i nearfield amplificati abbiamo usato una coppia di cavi Ultimo RCM Red“. Quando si realizza un cablaggio in studio si finisce anche per creare sul posto cavi della lunghezza adeguata, scoprendo così la struttura interna del cavo e la sua qualità costruttiva: “togliendo la guaina ai multicord, spellandoli e facendo le saldature si nota che c’è una magliatura molto fitta e resistente, con conduttori interni di qualità“.

Info: Reference Cables

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