LE COSMICOMICHE. DA CALVINO, DIALOGHI DI SCIENZA, MUSICA E PAROLE

di Francesco Sessa

Musica, recitazione, arte, scienza. Insieme, si può. A maggior ragione se a unire è un’opera, Le Cosmicomiche di Italo Calvino, che le fa proprie e le ispira. Lo scorso 28 febbraio, MusicEdu ha assistito alla rappresentazione teatrale ideata da Realtà Debora Mancini all’Auditorium di Milano e inserita nelle Attività Educational dell’Orchestra Sinfonica di Milano, di cui è coordinatrice Carola Gay, come progetto destinato a ragazzi delle scuole secondarie di primo grado. Uno spettacolo coinvolgente, che fa sorridere e riflettere. In cui i racconti di Calvino, narrati da Debora Mancini, vengono accompagnati dalla musica di Daniele Longo e dai disegni evocativi di Daniela Tediosi, con gli intermezzi divulgativi dell’astrofisico Stefano Sandrelli, sotto la regìa audio/luci di Andrea Pozzoli.

Le Cosmicomiche all’Auditorium di Milano (© Orchestra Sinfonica di Milano)

DEBORA MANCINI, L’ATTRICE
L’opera di Italo Calvino mi ha sempre affascinato“, racconta Debora Mancini: “e si apre a suggestioni e discipline diverse. Nel 2013, anno in cui Calvino avrebbe compiuto 90 anni, ho avuto l’idea di creare una serie di attività mettendo in musica l’opera di Calvino attraverso letture con partecipazioni artistiche e scientifiche. D’altronde, Calvino era un uomo di lettere ma cresciuto in una famiglia di scienziati: la madre era botanica, il padre agronomo. Si definiva la pecora nera della famiglia perché aveva lasciato la facoltà di agraria e, dal momento che io stessa sono Perito Agrario ancor prima di essere musicista e attrice, leggere l’opera di Calvino mi appaga completamente proprio per il suo modo accurato di descrivere il mondo delle piante. Quando ho avuto la fortuna di conoscere Stefano Sandrelli collaborando già con l’Istituto Nazionale di Astrofisica – Osservatorio Astronomico di Brera, è venuto naturale pensare di mettere in scena Le Cosmicomiche. La scrittura di Calvino è molto musicale e possiede un ritmo vario. Per me, come attrice, è meraviglioso lavorare con la sua opera: le vocali e le consonanti sono dosate alla perfezione. Può apparire una cosa strana, ma ho un piacere fisico nel masticare le parole di Calvino… lo stesso piacere che ha Daniele nel suonare, Stefano nel divulgare, Daniela nel disegnare: quello che ci unisce è il piacere, l’amore di fare quello che si sta facendo. Vogliamo comunicare questo piacere, a maggior ragione se si tratta di ragazzi”. Il pubblico è ovviamente una componente da tenere in considerazione: “Quando abbiamo a che fare con le scuole medie, la lettura è più descrittiva ed enfatizzata in alcune parole. Bisogna considerare che il linguaggio di Calvino è complesso, pieno di rimandi, incisi e parole che non si utilizzano più”.

Debora Mancini (© Fondazione Musica Roma)

DANIELE LONGO, IL MUSICISTA
Pubblico di ragazzi che si è mostrato coinvolto e curioso, con numerose domande al termine della rappresentazione su tanti aspetti. La componente musicale è curata da Daniele Longo, che durante lo spettacolo instaura “un dialogo continuo con la parte recitata, con stimoli che ci si dà a vicenda. So che Debora mi ascolta in ogni momento, quindi mi permetto di improvvisare, di aggiungere elementi non sempre previsti, dettati dal suo modo di fare, ma anche di ascoltare. Cerco di non essere letterale o didascalico. In questo caso, invece non parliamo infatti di accompagnamento: piuttosto, ci stimoliamo a vicenda. E lo facciamo in modo sempre diverso pur rispettando alcuni stilemi comuni e i punti di riferimento obbligati della lettura di Debora”. Sul palco con Daniele, un pianoforte mezza coda Yamaha, una master keyboard Roli Seaboard Rise, un piano synth/campionatore Yamaha S90 XS e un cajon usato come elemento rumoristico.

Daniele Longo (© Fondazione Musica Roma)

STEFANO SANDRELLI, L’ASTROFISICO
I racconti de Le Cosmicomiche – portati sul palco in un mix di recitazione, musica e arte visiva – vengono intervallati da momenti divulgativi, che riportano sul piano scientifico il percorso di astrazione musicale e poetica dello spettacolo, senza però perdere il ritmo e mantenendo una divulgazione accessibile ai ragazzi. Un compito affidato all’astrofisico Stefano Sandrelli: “Di Calvino mi ha sempre affascinato il fatto che cercasse di rinnovare l’immaginario letterario attraverso l’immaginario scientifico. Se vuoi interpretare il mondo, per cambiarlo, hai bisogno di includere la scienza tra le immagini poetiche che utilizzi quando fai letteratura. Partendo da questo, ho sempre cercato di calibrare il mio intervento per allinearlo a quel tentativo: ai ragazzi cerco non solo di dare informazioni a livello scientifico, ma anche di porgere loro l’accesso a un immaginario più ampio. È fondamentale giocare con la scienza, ma in modo interpretativo: giocare per capire”. Anche in questo caso dipende dal pubblico che si ha davanti, il che porta anche Sandrelli “a interpretare le richieste e i presunti bisogni, dunque a improvvisare. Una volta stabiliti gli argomenti, mi muovo liberamente”. Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi spettacoli a carattere scientifico non sempre riusciti nella capacità da parte dello scienziato di interagire con la componente artistica. In questo caso, invece si realizzano passaggi coerenti e fluidi: “Non apprezzo la giustapposizione di linguaggi e metodi senza una coerenza. Lo spettacolo deve raccontare una storia che stia in piedi dall’inizio alla fine con una propria integrità. Molti spettacoli invece appaiono più come operazioni di marketing che mostrano subito la corda. Chi si occupa di astrofisica, già nella fase di studio, è portato a generare molte immagini, alcune delle quali servono a fare scienza e altre invece servono per comunicarla. Per me, dunque, entrare a far parte di uno spettacolo grazie a queste immagini è uno sforzo relativo”.

Stefano Sandrelli (© Fondazione Musica Roma)

DANIELA TEDIOSI, L’ILLUSTRATRICE
La parte musicale è una costante durante la recitazione da parte di Debora Mancini, così come le illustrazioni di Daniela Tediosi, che catturano continuamente l’attenzione visiva del pubblico. La narrazione si sviluppa così su tre livelli armoniosi e complementari. I disegni sono la concretizzazione visiva del racconto, in cui ciò che conta è ogni fase del percorso di accompagnamento visivo e non l’immagine conclusiva: “Il mio è un approccio ambivalente perché da una parte voglio rimanere nell’ignoranza e pormi emotivamente all’ascolto” racconta Daniela Tediosi: “mentre dall’altra devo sapere tutto, dimenticarlo quando inizia lo spettacolo e arrivare a una sintesi. Devo creare un’immagine sintetica, che arrivi ai ragazzi, che non sia né troppo specifica né troppo povera di significato. Quando posso, punto sul colore o su alcune tecniche, come la colatura o gli schizzi che seguono la musica”. Non manca anche in questo caso la componente improvvisativa, “ma dentro un contenitore. Cerco di seguire il ritmo della recitazione e della musica”.

Daniela Tediosi (© Fondazione Musica Roma)

Da sinistra, Andrea Pozzoli (regìa audio/luci), Daniele Longo (musicista), Stefano Sandrelli (astrofisico), Debora Mancini (attrice), Daniela Tediosi (illustratrice) e Carola Gay (coordinatrice Attività Educational Sinfonica Milano).

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