L’AMPIA VISIONE DEL LICEO MARCONI DI CONEGLIANO. INTERVISTA A STEFANO DA ROS

di Piero Chianura

Si emoziona quando ricorda il primo giorno di scuola dei ragazzi che nel 2015 formarono la prima classe del nuovo indirizzo musicale all’interno dell’Istituto Marconi di Conegliano. E si commuove quando racconta dei loro abbracci al termine delle prime ore di lezione nel darsi appuntamento al giorno dopo: primi studenti di una nuova comunità di futuri musicisti. 
La soddisfazione di Stefano Da Ros, pianista, compositore e direttore di coro, non è soltanto quella di un dirigente scolastico di uno dei più attivi licei musicali italiani, ma anche quella di uno dei referenti nominati presso gli Uffici Scolastici Regionali in seguito alla costituzione del “Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica” voluto da Luigi Berlinguer. E proprio in qualità di referente USR è stato coinvolto dalla commissione ministeriale che ha contribuito alla gestazione del DPR 89 del 15 marzo 2010, il decreto che ha dato vita ai licei musicali e coreutici in Italia.

Dirigente scolastico distaccato dal 2009 al 2013 all’USR del Veneto con sede a Venezia come referente per le attività musicali, Da Ros ha infatti partecipato agli incontri preparatori del DPR 89, organizzati dal Ministero con tutti i referenti delle USR e i dirigenti dei licei in cui erano attive le sperimentazioni musicali, nonché alle conferenze di servizio per favorire l’avvio, il 1° settembre 2010, di un percorso liceale che veniva inserito per la prima volta nell’ordinamento italiano.

MusicEdu Partiamo proprio dall’apertura sul territorio dei primi licei a indirizzo musicale dopo il DPR 89. Come hai vissuto quel periodo?

Stefano Da Ros Ricordo che, per monitorare l’avvio dei primi licei musicali e per evitare il rischio di disomogeneità territoriali riguardo alla presenza di scuole secondarie di primo e, per la prima volta, di secondo grado, fu costituita la Rete Nazionale dei Licei Musicali e Coreutici, con una cabina di regia insediata al Ministero di cui ho fatto parte. L’obiettivo era quello di condividere le varie problematiche a livello nazionale e garantire un presidio che lavorasse affinché questa nuova licealità potesse partire con il piede giusto. Grazie ai quattro anni di distacco in USR, dal settembre 2009 all’agosto 2013, e alle competenze maturate all’interno della cabina di regia ministeriale, mi sono reso conto dei pregi del sistema e dei rischi da evitare nel momento in cui si avvia un liceo musicale. Ero entrato all’Istituto Marconi che non c’era ancora l’indirizzo musicale, ma quando il dirigente scolastico uscente chiese a me di occuparmi dell’apertura del liceo musicale qui alla Marconi, non ho potuto esimermi dal farlo in quanto io stesso musicista. E così siamo partiti con l’anno scolastico 2015-2016. 

MusicEdu Come è stata la partenza del vostro indirizzo musicale?
Stefano Da Ros Una volta sbrigate tutte le procedure formali, abbiamo organizzato le prove di ammissione per i ragazzi della terza media dell’epoca. Sul territorio c’erano diverse scuole medie a indirizzo musicale, però, se da un lato il liceo musicale si inserisce tra la scuola media a indirizzo musicale e l’alta formazione AFAM, dall’altro canto dobbiamo tener conto che per partire con un liceo musicale non si può contare solo sull’utenza proveniente dalle SMIM. In provincia di Treviso ce n’erano 25, ma solo una minima parte degli studenti decide di iscriversi al liceo musicale. Così abbiamo dovuto fare un’operazione di comunicazione rivolta a tutte le scuole medie del territorio. E abbiamo avuto iscrizioni anche dalla provincia di Pordenone!

MusicEdu Pochi dirigenti scolastici dei licei musicali hanno una solida preparazione musicale. Mentre averla può fare proprio la differenza quando si devono fare delle scelte importanti.
Stefano Da Ros Anzitutto ho potuto dare al liceo un’impostazione da musicista, perché sapevo di cosa si trattava. È un dato oggettivo che, quando il musicale nasce in un istituto con indirizzo classico o scientifico, non può contare su nessun docente titolato, per cui il dirigente scolastico può prendere qualche cantonata. Il DPR 89 aveva previsto la sottoscrizione di convenzioni con i Conservatori proprio per prevedere una supervisione in quanto quasi tutti gli istituti superiori non possedevano al proprio interno alcuna professionalità specifica.

Un’immagine da Schinder’s List, video realizzato da studenti del Liceo Musicale Marconi di Conegliano

MusicEdu Anche se i licei musicali non erano stati pensati per formare orchestrali, ma figure competenti su vari aspetti del mondo della musica, anche in chiave multidisciplinare.
Stefano Da Ros Dalla discussione nata prima dell’uscita del DPR 89 e ripresa nella prima riunione alla quale ho partecipato presso il Conservatorio di Milano, erano emerse due scuole di pensiero: una che pensava a un istituto professionalizzante sulla musica, alla stregua degli istituti professionali e l’altra a favore di  un liceo a tutti gli effetti, cioè formativo a più ampio spettro come è inteso ora. Per quanto mi riguarda, sono partito mettendo tutte le mie competenze dal punto di vista organizzativo e musicale al servizio del liceo anzitutto allargando il più possibile lo spettro degli strumenti, considerando che la commissione suggerisce agli iscritti un secondo strumento, che è quasi sempre nuovo rispetto al primo che lo studente si porta per il test di ingresso. È qui che abbiamo avuto delle felici sorprese, perché siamo riusciti a offrire corsi di contrabbasso, mandolino, oboe, percussioni anche sdoppiate come batteria, tromba, trombone e persino basso tuba. E poi organo, corno, fagotto… e questa varietà ci ha anche permesso di avere varietà nella costituzione di gruppi di musica di insieme e orchestrali. Probabilmente il fatto che al Marconi la prima selezione sia stata fatta da un dirigente scolastico competente in musica ha avuto la sua importanza. In molti casi i dirigenti si devono affidare ai referenti del conservatorio convenzionato o ai propri docenti, con il risultato di penalizzare proprio l’allargamento a più strumenti, perché si punta a preservare le ore dei docenti già attivi. Da questo punto di vista, sono stati utili nei primi anni gli incontri annuali del coordinamento della cabina di regia. La mia più grande soddisfazione è aver visto nostri ragazzi proseguire in Conservatorio in maniera brillante proprio con il secondo strumento assegnatogli qui da noi.

MusicEdu L’apertura di un corso per strumenti così particolari richiede un impegno organizzativo ed economico extra…
Stefano Da Ros Sì, perché oltre alle ore mattutine curricolari destinate all’intera classe, gli studenti hanno nel biennio due ore settimanali di primo strumento e un’ora di secondo strumento aggiuntive individuali. Perciò, studente per studente, si fa la conta delle ore totali per ciascuno specifico strumento, con la possibilità che ci si trovi a chiedere all’ufficio provinciale l’apertura di un insegnamento per un solo studente, per due sole ore alla settimana. Inizialmente gli insegnanti sono stati individuati tramite apposito bando, ma hanno avuto incarico annuale in “utilizzazione” anche docenti di ruolo nelle scuole medie ad indirizzo musicale. Diciamo che siamo stati anche aiutati dalla fortuna di avere docenti di livello medio/alto, molti dei quali residenti in zona e attivi in campo concertistico. Per quanto riguarda il coordinamento delle attività, tutto è cresciuto gradualmente perché il primo anno abbiamo avuto una sola classe prima con 28 ammessi su 42 iscritti, poi siamo andati a regime fino alla classe quinta e via via è cresciuto il numero degli allievi. Confidiamo che il calo demografico già oggi evidente nelle scuole primarie in tutt’Italia non vada ad incidere sul numero degli studenti che richiederà l’iscrizione al liceo musicale. 

MusicEdu La nascita di un liceo musicale all’interno di un istituto come il vostro, dotato di un liceo classico, uno scientifico, uno di scienze applicate e uno economico sociale, ha un effetto positivo sul dialogo interdisciplinare anche perché si hanno insegnanti operativi all’interno di più indirizzi.
Stefano Da Ros Questo sta avvenendo soprattutto negli ultimi anni, ma non sono mai mancate occasioni di aprire una cerimonia o un convegno in cui non si sia coinvolto un gruppo musicale del liceo. Con il passare del tempo, abbiamo istituito iniziative come il “Dante Day” organizzato dal dipartimento di lettere con il coinvolgimento del liceo musicale e il progetto di sonorizzazione dal vivo di film muti “Comiche in Musica” che coinvolge in primis un paio di classi del musicale, ma anche una classe dello scientifico per la parte video. Poi ci siamo inventati il “10 in musica”, concerti ogni 10 del mese da ottobre a giugno a cura degli studenti e dei docenti del Liceo Musicale inizialmente nell’aula magna dell’istituto, ma da diverso tempo in un auditorium comunale con il supporto dell’associazione “Ad libitum”. È stato questo appuntamento a permetterci di promuovere verso i genitori dei ragazzi la costituzione di un’associazione che potesse garantire occasioni per far suonare i loro figli una volta usciti dal liceo. E stiamo parlando di musicisti straordinari che, a partire dai primi 28 iscritti al primo anno di nascita del liceo, hanno vinto concorsi o si sono distinti nel percorso di alta formazione successivo anche all’estero.

MusicEdu Ci parli dell’ampliamento dell’offerta formativa istituito dal decreto n. 3327 dell’8 ottobre 2021 e a cui avete aderito già dallo scorso anno?
Stefano Da Ros In un primo momento si pensava a corsi individuali aggiuntivi per i ragazzi del triennio che fossero interessati alla letteratura, agli stili e alle tecniche jazzistiche, ma poi abbiamo valutato che un percorso individuale sarebbe stato rischioso per un allievo di quinta che si sarebbe ritrovato a studiare jazz sul suo strumento anche con un altro docente, magari portatore di un metodo di insegnamento differente da quello applicato dall’insegnante interno. Così abbiamo intrapreso la strada del laboratorio di musica d’insieme che già da buoni frutti sul versante curricolare, offrendo a gruppi di 4/6 studenti un laboratorio di tre ore al sabato pomeriggio, con cadenza più o meno mensile, nel quale realizzare composizioni o arrangiamenti di brani in ambiti non solo jazz, ma anche elettronica, pop/rock/gospel, tango argentino e cantautorale. Il corso di musica pop è tenuto dal trombettista Fabio Baù, componente della Belfiore band di Crozza. Quello di cantautorato è a cura di Erica Boschiero, la quale, oltre ai titoli e ai meriti artistici, ha mostrato una grande sensibilità coi ragazzi ed essendo laureata in sociologia sa lavorare molto bene sui temi da affrontare. A questo corso quest’anno si sono iscritti anche studenti del classico e dello scientifico. Il laboratorio di musica elettronica quest’anno non è partito a causa dei pochi iscritti, mentre sono molto felice del successo ottenuto dal nuovo laboratorio di tango curato dal bandoneonista Mirko Satto, già nostro collaboratore in passato come docente di fisarmonica. Sul tango avevamo già organizzato lo scorso anno una serie di dodici incontri di ballo aperti a tutti gli indirizzi liceali del nostro istituto, non solo al musicale, e a cui avevano partecipato una trentina di ragazzi. Il laboratorio sul tango ha per noi l’obiettivo di contribuire ad avvicinare le nuove generazioni a un repertorio musicale che l’UNESCO ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità e che ha visto peraltro affermarsi decine e decine di compositori e bandoneonisti di origine italiana. Anche i corsi jazz sempre di musica d’insieme sono molto seguiti e sono gestiti da Francesco Bearzatti, Mattia Magatelli e Luigi Vitale, musicisti di grande spessore. In totale sono circa una quarantina gli studenti che hanno deciso di seguire questi corsi, in aggiunta a quelli curricolari. Lo scorso anno ogni laboratorio ha prodotto 4/5 brani musicali che sono stati eseguiti dal vivo in un concerto conclusivo. Nella serata finale di quest’anno avremo un service che ci permetterà di ottenere un prodotto audio/video documentale di ogni laboratorio. Quello della documentazione dell’attività del liceo è un obiettivo importante che ci siamo posti. 


Musica d’insieme jazz con Luigi Vitale e (sotto) di tango con Mirko Satto.

MusicEdu Siccome certe cose non si fanno mai da soli, c’è qualcuno in particolare che ti sta dando una grande mano?
Stefano Da Ros C’è il professor Andrea Andrian, docente di chitarra, che mi sta aiutando a curare tutta la parte organizzativa e di collegamento con l’esterno, ma al suo fianco ci sono molti altri docenti che forniscono il loro prezioso contributo per l’organizzazione di saggi e concerti, l’attività di orientamento, le prove d’ammissione, i rapporti con gli altri licei musicali del Veneto e i Conservatori… Mi piace anche ricordare la ex vice-preside Paola Benvenuti, insegnante di greco e latino in pensione da qualche anno,, ma amante della musica e figlia di un famoso violinista, Mario Benvenuti fondatore del noto concorso di violino di Vittorio Veneto. Lei mi ha dato una grossa mano perché è stata docente coordinatrice della prima classe di liceo musicale formatasi nel 2015 e prezioso anello di congiunzione tra la parte umanistica e la parte musicale. Quelle di musica sono classi speciali con sensibilità e specificità personali molto spiccate, con cui ci vuole empatia ed equilibrio per tenerle unite. Ricordo sempre il primo anno, quando rimanemmo stupiti di come, fin dalle prime settimane, i ragazzi della prima liceo musicale, finite le ore mattutine, si abbracciavano felici dandosi appuntamento al giorno dopo.

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