IL LASCITO DI GIOVANNI PIAZZA. DA NUOVA CONSONANZA ALL’ORFF-SCHULWERK

di Francesco Saverio Galtieri *

La comunità della musica e della didattica saluta con affetto e gratitudine il maestro Giovanni Piazza, uno dei pilastri della didattica musicale italiana ed europea degli ultimi sessant’anni e tra gli ideatori e fondatori del Forum Nazionale per l’Educazione musicale, che ci ha lasciato lo scorso 13 aprile.

Foto di gruppo durante una pausa della registrazione di “Musica su schemi”, Cramps Nova Musicha n. 9, del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, Orthophonic Recording Studio di Roma, 1976. Da sinistra: Giovanni Piazza, Antonello Neri, Franco Evangelisti, Ennio Morricone, Egisto Macchi, Giancarlo Schiaffini.
©foto Roberto Masotti

Figlio del medico e poeta faentino Ugo Piazza, Giovanni si è diplomato in corno a Santa Cecilia con Domenico Ceccarossi, studiando Composizione con Gianluca Tocchi, Armando Renzi e Virgilio Mortari. Ha seguito il Corso di direzione d’orchestra, tenuto da Franco Ferrara seguendolo, anche d’estate, all’Accademia Chigiana e a Venezia. A Berlino ha studiato Direzione d’orchestra con Richard Kraus e scoperto la pratica della Gehörbildung (educazione dell’orecchio), totalmente sconosciuta nei conservatori italiani. Nella biblioteca della Musikhochscule trovò i libri dell’Orff-Schulwerk tedesco che condizionarono la sua scelta didattica e pedagogico-musicale e lo portarono a diffondere l’Orff-Schulwerk in Italia.

Ha insegnato alla Scuola sperimentale di composizione del Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Col Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, insieme a Franco Evangelisti, Giancarlo Schiaffini, Ennio Morricone e moltissimi altri, ha prodotto musiche e montaggi musicali, per teatro e per spettacoli multimediali e di danza. Ha collaborato con il Teatro dell’Opera di Roma (1980-85), con la RAI (1982-89) e con il Ministero della Pubblica istruzione (dal 1998).
La rielaborazione italiana della Metodologia Orff è stata realizzata da Giovanni Piazza a partire dai primi anni Settanta, caratterizzandosi per un tipo di approccio allo strumentario Orff completamente nuovo e tuttora di spiccata attualità psico-pedagogica.
Dopo aver fondato con la Scuola Popolare di Musica i corsi nazionali di metodologia e pratica dell’Orff-Schulwerk, nel 2001 fonda l’associazione nazionale di insegnanti “OSI- Orff Schulwerk Italiano” (OSI). 
Ha pubblicato numerosi testi, trattati per EDT, Schott musik, Amadeus, MKT ed altri editori.

L’IMPORTANZA DEL LAVORO DI GIOVANNI PIAZZA
Dopo più di trenta anni dall’incontro che abbiamo avuto con lui possiamo dire che il suo pensiero, la sua azione didattica ha cambiato profondamente il nostro progetto culturale: continuiamo a cercare di fare nostro ogni giorno il motto #FarePerCapire. Infatti, “dalle esperienze pratiche il bambino ricava conoscenze, informazioni sulla musica e ricava competenze. Quindi Fare per Capire, non partire da astruserie teoriche pensando che da quello il bambino possa capire alcunché”.
Siamo sempre più convinti che “il bambino non è un contenitore nel quale si riversano nozioni, ma è il soggetto, il protagonista… tutto va fatto in funzione delle sue esigenze”. 
L’indispensabilità della musica di insieme, l’intreccio tra generazioni e stili, la continua adattabilità e trasformazione dei patti d’aula, la ricerca sulla qualità dei materiali didattici, la capacità di mettersi in gioco… sarebbero infiniti gli argomenti sui quali ci siamo arricchiti in questo confronto trentennale che non è stato solo professionale ma soprattutto umano.  Sarebbero innumerevoli gli aneddoti e i suoi racconti di vita  a  tutto tondo: il suo incontro con Carl Orff; il suo viaggio nel ’68 berlinese e la sua avventura al teatro dell’Opera all’epoca di Nicolini; lo studio, insieme a colleghi del calibro di Riccardo Muti, di direzione d’orchestra con il Maestro Ferrara; la sua avventura a Nuova Consonanza; le sue incursioni alla RAI; la sua ampia produzione di libri e saggi; il suo impegno civile nei “girotondi”; il suo percorso nelle istituzioni (trentadue anni come docente di Composizione al Santa Cecilia) non privo di inopinati schiaffi ricevuti per la sua sensibilità a quanto il territorio dal basso produceva. Come lui stesso scrisse in una lettera polemica nel 2010: “mi piace citare Franco Frabboni quando afferma: ‘La grande pedagogia popolare italiana (Montessori, Malaguzzi, Ciari, Lodi…) non è nata nelle accademie, ma dall’associazionismo (AIMC, MCE, CIDI, UCIIM…) o, a volte, grazie ad alcuni assessorati scuola particolarmente lungimiranti (Reggio E., Bologna)’ (F. Frabboni, Una scuola possibile, Laterza, Bari 2008)”.  
E ancora ci ha segnato la sua capacità di mettersi in gioco anche negli ultimi faticosi anni: da quando per presentare in tedesco e inglese al Mozarteum di Salisburgo le innovazione che l’Orff-Schulwerk Italiano (l’opera didattica di Carl Orff da lui rielaborata e la cui associazione fa parte del nostro Forum) ha accettato volentieri di prestarsi a una pantomima giocando a tennis con i tubi sonori, fino alle incursioni divertite e ironiche nel periodo della pandemia nei webinar, nelle trasmissioni online.

Come ci ha insegnato Giovanni “La musica non è separabile dalle altre attività espressive (linguaggio, gesto e movimento, danza): l’attività musicale è collettiva, aperta alle pratiche di improvvisazione e composizione elementare, caratterizzata da quella ‘elementarità’ che si ritrova sia nei modelli musicali sia negli strumenti utilizzati”.
Alla musica ci si accosta facendola prima con la voce, con il corpo, con gli strumenti e non cominciando con l’imparare le note, le quali non sono che la registrazione grafica delle nostre invenzioni sonore, e come tali ne sono una conseguenza e non una premessa. Il primo apprendimento della musica, incluso l’avvio alla lettura e alla scrittura della notazione, secondo Giovanni Piazza scaturisce sempre dall’esperienza musicale e nasce quindi da un approccio esplorativo e sperimentale, non da premesse astratte e teoriche.

Insomma, il patrimonio che ha consegnato a tutto il mondo della didattica italiana negli anni è enorme e ci vorrebbero spazi infiniti per raccontarlo. Proseguire nella sua azione in maniera aperta (come lui ci ha insegnato), cioè rielaborando e personalizzando il suo pensiero, rendendolo attuale e aggiornato è il compito che ci ha lasciato e che in molti siamo pronti a svolgere.
Se volete conoscerlo meglio segnaliamo il ricordo che il Ministero e INDIRE hanno organizzato lo scorso maggio:
www.youtube.com/watch?v=_E6wq9WuKoc&t=114s

Info: Forum Nazionale per l’Educazione Musicale

* portavoce del Forum Nazionale per l’Educazione musicale e attuale presidente dell’OSI

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