IL KIT DEL DOCENTE DI MUSICA NEOARRIVATO

di Carmelo Farinella

Per un insegnante di Musica, di nuovo incarico in un Istituto, diviene necessario esplorare le risorse umane e strumentali della scuola. 
In primo luogo, è opportuno che il docente acquisisca una conoscenza degli aspetti organizzativi relativi all’educazione musicale: esiste un referente per il curricolo di Musica? Sono previsti dipartimenti collegiali destinati alla progettazione degli interventi? È stato elaborato un curricolo unitario e/o verticale? La scuola aderisce a reti di scopo specificamente dedicate alla Musica o in maniera più ampia al Piano delle Arti? 

Oltre a ciò, è opportuno che il docente individui ambienti idonei all’educazione musicale, che consentano il movimento degli alunni, nonché eventuali aule dedicate; inoltre, occorre conoscere la disponibilità di strumenti musicali, di dispositivi di riproduzione musicale, di schermi per proiettare testi, immagini, video. Bisogna tener conto dell’inopportunità di richiedere l’acquisto di ulteriori strumenti o dotazioni librarie per l’anno in corso, considerata la difficoltà di alcune famiglie e il tetto di spesa stabilito dal Ministero; occorre affidarsi alle risorse già esistenti o, eventualmente, interpellare la scuola stessa o altri committenti, come le associazioni dei genitori, per cercare di incrementare la dotazione musicale. Molto spesso, purtroppo, è necessario procurarsi autonomamente uno strumento musicale per accompagnare gli alunni, un dispositivo digitale e un altoparlante, dotazione minima per un docente di Musica.

Relativamente alla didattica, è prioritario conoscere quali competenze musicali siano state acquisite dagli alunni delle classi non iniziali, se sia stato proposto l’ascolto di repertori della musica colta, se gli studenti abbiano compiuto esperienze vocali oppure se durante le ore di musica si sia esclusivamente suonato il flauto o un altro strumento. 
Rispetto alla progettazione musicale, Musicedu ha più volte richiamato la necessità di elaborare percorsi che utilizzino una molteplicità di linguaggi, come sancito nelle Indicazioni Nazionali del 2012, che promuovano esperienze di produzione sonora (esplorativa, compositiva, esecutiva) mediante l’attività corale e la musica d’insieme e facilitino la fruizione consapevole dei repertori appartenenti a epoche e contesti differenti.
Per consentire il richiamo o lo studio di elementi di teoria musicale si può partire, come ci si auspica facciano anche i docenti stabili della scuola, da esperienze interattive anziché da quesiti posti agli alunni sul percorso musicale precedente, spesso improduttivi e fastidiosi per entrambe le parti.
In tale direzione, proviamo a suggerire qualche proposta operativa. 

Da esperienze di body percussion è possibile esplorare la capacità di mantenere la pulsazione, nonché indagare sulla conoscenza del concetto di tempo, di battuta, di valore musicale. Per esempio, il video realizzato da Cristina Esteban all’interno del suo canale Youtube utilizzando il brano “Uptown Funk” di Bruno Mars consente di visualizzare e riprodurre le pulsazioni e le durate, permette il richiamo immediato o l’introduzione nel curricolo dei concetti appena enucleati. 
L’assimilazione dei parametri sonori può essere rilevata proponendo altresì cori parlati e filastrocche. Modificando il numero di sillabe da pronunciare per ciascuna pulsazione possono essere introdotte anche le figure musicali più complesse e dar luogo a proposte di giustapposizione ritmica.

Altra esperienza imprescindibile è il canto: i canoni e l’esecuzione di melodie semplici, contestualmente alla visualizzazione della partitura, rende manifesti la capacità di intonazione e l’apprendimento pregresso relativo al pentagramma; partendo dal canto è poi agevole proporre l’esecuzione di melodie con gli strumenti.
Dall’ascolto di repertori orchestrali, infine, si può invece cogliere la capacità di discriminazione dei timbri strumentali e discutere sui concetti di dinamica e agogica.

In sintesi, oltre a una conoscenza dell’offerta formativa musicale dell’Istituto, l’insegnante di musica può esperire strumenti coinvolgenti per rilevare i prerequisiti degli studenti, senza esplorare in maniera statica le competenze perseguite precedentemente; al contempo, può offrire con facilità percorsi accattivanti ed efficaci.

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