EDUPORTAL. STRUMENTI TECNOLOGICI PER LA DIDATTICA IMMERSIVA

di Francesco Sessa

The Portal VR è un’azienda di Barletta che si occupa di Location Based VR, una branca della realtà virtuale che dà la possibilità di muoversi in spazi grandi, in modalità wireless e insieme ad altre persone. Nata tra il 2016 e il 2017, a fine 2020 l’azienda ha dato alla luce EduPortal, soluzione che offre gli strumenti per una didattica immersiva (visori e piattaforma software programmata ad hoc). Ne abbiamo parlato con Francesco Gissi, responsabile dello sviluppo business dell’azienda.

MusicEdu Ci racconti chi siete?

Francesco Gissi Il nostro principale core-business, per quanto riguarda lo sviluppo di esperienze virtuali, è il gaming. Ma successivamente abbiamo lavorato anche in altri settori, come il training aziendale e l’esperienza museale, per arrivare all’edu-tech, nato dalle esigenze causate dalla pandemia. Ci erano state segnalate delle criticità emerse con la DAD, come la difficoltà di attirare l’attenzione dei ragazzi. In virtù delle nostre esperienze nel mondo del gaming, abbiamo pensato che potesse essere utile proporre qualcosa che unisse gioco, esperienza virtuale e didattica innovativa. Da un’indagine abbiamo capito quali fossero i problemi principali e tra novembre e dicembre del 2020 è nata EduPortal, una piattaforma in continuo aggiornamento… 

MusicEdu Cos’è EduPortal, esattamente?

Francesco Gissi Partiamo dal fatto che ci sono due diramazioni. La prima è una piattaforma base, in cui studenti e docenti possono incontrarsi in un’aula virtuale così come farebbero in una normale lezione a scuola: lo spazio intorno può essere contestualizzato, con la possibilità di cambiare lo scenario con una serie di set come l’antica Roma o una città ambientata durante la guerra. La seconda offre invece la possibilità di commissionare dei contenuti: non c’è ancora un catalogo, ma siamo aperti a qualunque cosa, dall’astronomia alla meccanica, dalla fisica all’informatica. Un istituto ha chiesto di poter replicare un computer: gli studenti potranno vedere quali schede ci sono dentro e da quali componenti è formato, oltre a spezzare un componente per arrivare fino alla sua composizione chimica. Le scuole hanno la possibilità di commissionare un progetto e vederlo realizzato in base alle proprie richieste: una volta che il contenuto viene sviluppato la prima volta, passa a catalogo. Con il tempo, produrremo argomenti a prescindere dalle richieste. 

MusicEdu Come è avvenuto il passaggio dal gaming alla didattica? Ci sono state difficoltà?

Francesco Gissi Fortunatamente, il mondo del gaming è molto esigente dal punto di vista dello sviluppo di software: è richiesta una grafica fluida, una definizione di altissima qualità e un’esperienza che turbi l’utente, in senso positivo. Passare all’edu-tech è stato dunque abbastanza naturale e facile. Semplicemente, si tratta di un’operazione di adattamento. Per noi, dal punto di vista tecnico, non c’è molta differenza tra una lezione didattica, una visita museale o una ricostruzione storica.

MusicEdu Le scuole mostrano interesse?

Francesco Gissi Molto. Purtroppo non siano ancora stati nelle condizioni di presentare al meglio il nostro prodotto: l’online non rende l’idea dell’esperienza che si prova. Non potendo fare presentazioni in presenza, l’effetto si perde: online si vedono le immagini sullo schermo e non si ha la realtà attorno. Per farci conoscere abbiamo puntato tanto su Didacta, ma le cose non sono andate benissimo… Comunque, a settembre un istituto di Barletta partirà e abbiamo un discorso aperto con un’altra scuola. 

MusicEdu Mettiamo il caso che un istituto si interessi e vi faccia una richiesta specifica: replicare un teatro, oppure un pianoforte per vedere cosa c’è dentro. Quali sono tempi e costi per la realizzazione di un progetto del genere?

Francesco Gissi I tempi di consegna solitamente sono al massimo di tre o quattro mesi, che è il tempo in cui noi sviluppiamo un gioco complesso. Per quanto riguarda i costi, dipende dal tipo di definizione che si vuole. E con questo intendo anche il numero di elementi. Mi ricollego al tuo esempio: oltre al pianoforte, quanti altri strumenti dobbiamo mostrare? Quanto deve essere grande la sala? Quante cose può fare l’utente e quante animazioni ci sono? Per capire i tempi e i costi, bisogna pensare di dover costruire un palazzo: dipendono da quanti piani si vogliono e da quanto dettagliato sarà il capitolato di ogni appartamento. Poi, nel caso specifico, per vedere cosa c’è dentro un pianoforte probabilmente è necessaria una sola settimana… 

MusicEdu Come si svolge il vostro lavoro nella pratica?

Francesco Gissi Abbiamo una sala dove testiamo le esperienze che creiamo e successivamente le facciamo provare a persone che non le hanno mai fatte, per capire quanto è intuitivo l’utilizzo dello strumento. Uno dei nostri obiettivi è fornire un’esperienza che si possa vivere in modo naturale, senza istruzioni da leggere. Le piattaforme che sono state utilizzate nell’ultimo anno di DAD non sono intuitive, bisogna imparare delle istruzioni e capire come gestirle. Il nostro scopo è invece dare la possibilità all’utente di muoversi in modo naturale, come se si trovasse in un ambiente reale, e di fornirgli dei tools, dei potenziamenti per muoversi. Se uno studente vuole vedere più da vicino un atomo, ingrandisce con le mani come se stesse utilizzando uno smartphone: è un movimento naturale. L’altra parte del nostro lavoro è poi quella di sviluppo, condivisa tra dieci operatori che affrontano le diverse fasi: dalla progettazione alla grafica, dal codice ai protocolli della trasmissione in rete.

MusicEdu Come funziona la fornitura di visori?

Francesco Gissi La scuola ci fa capire di che tipo di dotazione ha bisogno, per quanti alunni. Poi forniamo sia i visori sia il software, a seconda che la scuola ci chieda la piattaforma base (le aule riprodotte) o quella più specifica, derivata da precise richieste. Quindi forniamo sia la parte hardware sia quella software. Solitamente, se si acquista un kit di 30 visori possiamo installare 100 utenze per un periodo di 36 mesi. È un’offerta standard che però può essere modificata: si può chiedere un’estensione della durata e del numero di account.

MusicEdu Ragazzi e insegnanti sono pronti a questo tipo di didattica immersiva?

Francesco Gissi I ragazzi senza dubbio: per loro è molto semplice e naturale. Per quanto riguarda i docenti, riporto delle esperienze che abbiamo visto quando abbiamo fatto le presentazioni: dicevo loro che ci voleva almeno un’oretta per prendere confidenza, ma in cinque minuti avevano già capito tutto quello che potevano fare. Come dicevo: l’esperienza è innovativa e tecnologica, ma è basata su uno studio che permette di utilizzarla nella maniera più naturale.

MusicEdu Ma per gli insegnanti sarebbe un bel cambiamento rispetto alla didattica tradizionale…

Francesco Gissi Quando si parla di tecnologie innovative, c’è un punto fondamentale da sottolineare: la tecnologia non sostituisce un metodo che già c’era, ma crea un supporto per migliorarlo e potenziarlo. Il nostro metodo non vuole sostituire la lezione classica, ma risolvere alcuni limiti. Nel momento in cui un docente spiega ai ragazzi come è fatto un tempio romano ma non lo fa vedere, se non in foto, lascia a ognuno una libera interpretazione che, dunque, può essere errata. Quando ho visto dal vivo determinate cose che ho studiato a scuola, non avrei mai immaginato che avessero la dimensione che effettivamente avevano. Quando ho visto “La Gioconda” mi aspettavo un quadro enorme… Un conto è raccontare una cosa, un altro è farla vedere. La domanda a cui noi rispondiamo è: come facciamo a far vedere le cose ai ragazzi nel modo più realistico possibile, senza doversi spostare di centinaia di chilometri? Grazie alla realtà virtuale possiamo aggiungere queste opportunità alle lezioni che i docenti già fanno. E possiamo far entrare i ragazzi nel tempio romano di cui parlavo, per esempio.

MusicEdu La speranza è di tornare alla didattica in presenza. Quindi la vostra soluzione può essere valida anche in aula per simulare laboratori e gite? Oltre che per incontrare personaggi esterni…

Francesco Gissi Sì, sono convinto di questo. Soprattutto per quanto riguarda le esperienze laboratoriali. In virtuale è possibile fare esperimenti anche pericolosi e risolveremmo il problema delle aule non attrezzate, oltre al fatto che a ogni ora si potrebbe cambiare laboratorio senza muoversi. Così da limitare anche i costi di gestione delle scuole. Per quanto riguarda il contributo di un esperto esterno, spesso è limitato da ciò che si può fare. Ma noi potremmo vedere un docente, sotto forma di avatar, da qualunque parte del mondo.

MusicEdu Quindi, in sintesi, come convincete una scuola dell’utilità del vostro sistema?

Francesco Gissi Noi offriamo strumenti per potenziare le competenze degli allievi e che aprono strade in più: grazie a EduPortal si possono vivere esperienze didattiche impossibili da immaginare fino a poco tempo fa. Un altro aspetto è l’inclusività: questo strumento dà la possibilità di vivere un’esperienza unica a tutti, anche a ragazzi che per diversi motivi non potrebbero spostarsi.

Info: The Portal VR

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *