SEAN WHITE. LA VIA DELLA SETA INCROCIA VIA DEL CAMPO

di Piero Chianura

Mentre studiava ingegneria in Italia, nel 2012 rimase folgorato dalla voce di Fabrizio De Andrè. Da quel momento in poi, il giovane Zhang Changxiao (di cui Sean White è il nick name) decise di approfondire la conoscenza del cantautorato italiano con l’obiettivo di farlo apprezzare anche ai suoi connazionali. Così, dopo aver pubblicato nel suo Paese di origine un libro sull’argomento, Creuza de Mao, Sean è diventato uno dei mediatori culturali fra Italia e Cina più attivi nell’organizzazione di eventi in ambito musicale. È stato però il suo libro La Costellazione del Dragone uscito nel 2020 per i tipi di Piemme, ad avermi inizialmente incuriosito. Il testo è una guida alla comprensione della comunità cinese, così presente nel nostro Paese e che pure sentiamo così distante da noi dal punto di vista culturale. Ce n’era abbastanza per una pur breve intervista.

Zhang Changxiao è stato professore presso la Shandong University of Arts. Responsabile per i contatti in Cina del Centro interscambio culturale Italia-Cina (ICCX), è stato fondatore della China Week di Milano e organizzatore del Mandorla Music Festival e del Chinese Film Festival. Con la sua agenzia di comunicazione Long Morning ha organizzato più di 200 eventi in Italia e nella Repubblica Popolare Cinese portando in Cina artisti come Francesco Baccini, Diodato, Malika Ayane, Giovanni Allevi e altri ancora.

Ho incontrato Sean a Verona, in occasione del tour italiano da lui organizzato lo scorso ottobre con l’orchestra sinfonica Jinghui Guangxuan, diretta dal Maestro Shi Wule e composta da monaci Chan. Obiettivo del progetto: combinare la musica buddista con la musica classica in una formula del tutto nuova, che il Maestro Shi Wule ha eseguito ampiamente e con successo in Cina prima che Sean decidesse di portarlo anche in Italia.

MusicEdu Quando hai cominciato a interessarti della cultura italiana e della musica in particolare? 
Sean White La mia è stata una storia stupefacente, nata quando venni in Italia per studiare ingegneria al Politecnico di Milano nella sede distaccata di Lecco. Un giorno, mentre stavo camminando sulla riva del Lago, mi capitò di ascoltare una canzone di Fabrizio De André e la sua voce mi colpì molto. Il brano era “Nella Mia Ora di Libertà” [da Storia di un Impiegato del 1973, NdR]. Così cercai di informarmi su chi fosse quel cantante dalla voce così particolare e scoprì che era un artista molto famoso qui in Italia. Quando tornai in Cina scoprii però che non c’era nessuna informazione su di lui e rimasi sorpreso che nel mio Paese nessuno sapesse chi era. Però ogni volta che lo facevo ascoltare ai miei amici piaceva molto e così decisi di fare qualcosa per farlo conoscere in Cina. Fu quello il tipo di musica italiana che cominciai a promuovere.

MusicEdu Quali artisti italiani conoscevano invece i tuoi amici in Cina?
Sean White Non conoscevano nessun artista italiano, a parte Luciano Pavarotti, perché l’Italia è famosa in tutto il mondo per l’opera lirica, per Puccini e per Verdi, ma non per il pop. I giovani studenti di musica Cinesi conoscono la musica pop americana e inglese, ma molti vengono in Italia proprio per studiare canto lirico. A me, invece, Fabrizio De André piace molto più di Bob Dylan.

MusicEdu Non sarà stato Pavarotti, ma anche nel caso di De André sei stato attirato dalla bellezza della voce, così profonda ed espressiva. A proposito, come è nata l’idea di scrivere il libro Creuza de Mao dedicato ai cantautori italiani?
Sean White Quando scoprii De André mi accorsi che non esisteva alcun libro su di lui, neppure in lingua inglese. Così fui costretto a cercarne uno in italiano presso una libreria trovando quello scritto da Walter Pistarini [Fabrizio De André, Il libro del mondo, Giunti, NdR] e così contattai l’autore via email. Walter mi rispose che ero stato il primo cinese amante di De André che avesse mai conosciuto e così volle incontrarmi… viveva anche lui a Lecco, tra l’altro! Quando gli parlai mi disse che c’erano altri cantautori italiani importanti… Franco Battiato, Lucio Dalla, Pino Daniele, Francesco Guccini e tanti altri.

MusicEdu Così hai cominciato ad ascoltare altri cantautori italiani…
Sean White Non solo. Ho voluto provare a intervistarli perché avevo deciso di scrivere un libro per farli conoscere in Cina e sono stato molto fortunato perché il primo che ho potuto incontrare è stato Francesco Guccini. Dopo di lui ho incontrato Francesco Baccini, anche lui di Lecco. Baccini è stato anche il primo artista Italiano che ho portato a esibirsi in Cina. Dopo aver intervistato altri artisti ho cominciato a scrivere il libro che ho poi pubblicato in Cina nel 2015 vendendo 200.000 copie. 

MusicEdu La Cina è molto grande. In quali zone del Paese sei riuscito a promuovere meglio la musica dei cantautori italiani?
Sean White Francamente non ho girato per promuovere questo libro in Cina. Il libro è stato pubblicato in Canton e da lì è partito l’interesse naturale della gente a leggerlo.

MusicEdu Ma ci sono dei luoghi più interessati di altri a questa musica?
Sean White Penso che sia Pechino, soprattutto.

MusicEdu Oggi sono sempre di più i musicisti italiani che si esibiscono in città come Pechino, Shanghai, Canton, Guangzhou ecc. ma quali sono quelli che lavorano di più oggi in Cina?
Sean White Non è facile dirlo, anche perché accadono cose veramente particolari come quella che mi è accaduta quando ho portato in Cina Giovanni Allevi per un tour in varie città anche molto piccole. Mentre eravamo in una di queste ci siamo imbattuti in tre italiani che erano venuti là in treno per ascoltare Allevi. Questo mi fece pensare che la musica poteva arrivare dappertutto senza che lo veniamo a sapere, e non soltanto nelle grandi città.

MusicEdu Come sono cambiate invece le relazioni tra Italia e Cina dopo il periodo pandemico?
Sean White Penso che Italia e Cina mantengano forti relazioni di amicizia. Inizialmente con la diffusione del Covid l’Italia aveva chiuso le porte ai visitatori Cinesi, ma quando si è scoperto che la pandemia non era stata causata dalla Cina, l’Italia ha riaperto le porte. Voi Italiani siete degli artisti! Quando qualcuno fa qualcosa di buono urlate bravi, ma al primo errore vi arrabbiate subito! Invece si sa che in tutte le persone e in tutti i popoli ci sono cose buone e cose meno buone. È successo qualche tempo fa anche ad Antonello Venditti, che dopo aver detto alcune cose sbagliate in un momento di difficoltà è stato subito attaccato, dimenticando che lui è una bravissima persona. 

MusicEdu Una domanda allo Sean organizzatore di eventi: quali elementi della cultura cinese e della musica in particolare interessano di più agli organizzatori italiani di eventi e al nostro pubblico?
Sean White È un’ottima domanda. Penso che gli organizzatori di eventi italiani siano molto interessati alla tradizione dell’Opera di Pechino e alle maschere. Il pubblico italiano più giovane, invece, è interessato anche alla musica pop cinese.

MusicEdu Partecipando ormai da una ventina d’anni a Music China di Shanghai, ho potuto notare come si sono evoluti gli interessi delle nuove generazioni nei confronti della musica e della cultura occidentale in generale. Qual è il tuo punto di vista a riguardo?
Sean White All’inizio i giovani cinesi erano incuriositi dalla musica occidentale, ma da un po’ di anni cercano di scappare dall’influenza americana per creare e ascoltare una propria musica pop indipendente, ascoltando anche musica europea. Ci sono molte band cinesi che lo stanno facendo utilizzando anche elementi della tradizione, come la stessa opera di Pechino, utilizzando anche dialetti e strumenti tradizionali per creare un nuovo simbolismo.

MusicEdu Mi è capitato di assistere a esibizioni di musicisti classici cinesi che suonano strumenti tradizionali attraverso forme musicali vicine alla musica contemporanea europea in un mix molto interessante. Anche il progetto dell’orchestra sinfonica buddista diretta da Shi Wule è un mix tra musica classica occidentale e musica spirituale orientale. Quando hai deciso di proporla al nostro pubblico?
Sean White Quando ho avuto l’occasione di ascoltare per la prima volta lo spettacolo mi sono reso conto che avrebbe potuto essere apprezzato anche in Italia. Non stiamo parlando di artisti professionisti, ma di un’orchestra i cui componenti sono molto professionali e vivono la musica ogni giorno trasmettendo amore e pace attraverso l’armonia dei suoni e delle voci, valori di cui il pubblico non solo italiano ha bisogno di questi tempi. Penso che la visione buddista possa portare anche al pubblico italiano la speranza di cui abbiamo bisogno.

L’Orchestra Jinghui Guangxuan diretta dal Maestro Shi Wule

MusicEdu È un buon momento anche perché i valori del buddismo e dell’antica filosofia orientale si sono diffusi ancora di più in Italia negli ultimi anni, perciò esiste un pubblico preparato.
Sean White Proprio così. Inoltre il Maestro Shi Wule è un grande uomo con una mentalità molto aperta. Quando ho parlato con lui per invitarlo con la sua orchestra in Italia, gli ho chiesto se poteva pensare a un regalo musicale da offrire al pubblico italiano. Quando mi ha chiesto quale tipo di musica avessi in mente, gli ho fatto ascoltare un po’ di canzoni e alla fine ha scelto un brano di Fabrizio De Andrè di cui ha preparato una versione speciale per la data di Verona! 

MusicEdu Cosa sai del contesto formativo musicale cinese?
Sean White Posso dire che la musica in Cina ha lo stesso valore di altre materie come la chimica o la fisica. Si comincia a suonare uno strumento e poi si può salire di livello anno dopo anno, per esempio fino al nono livello in pianoforte. Dopodiché sei considerato un professionista.

MusicEdu Abbiamo parlato di due “strumenti” universali come la voce e il pianoforte, entrambi molto seguiti e praticati sia in Italia sia in Cina. Ma c’è spazio per altre categorie di musicisti Italiani che desiderano suonare in Cina secondo te?
Sean White Penso proprio di sì. Ogni tipo di musicista può trovare spazio in Cina.

MusicEduProgetti futuri?
Sean White Ho un paio di progetti che vorrei realizzare. Il primo è donare alla città di Milano, che per me resta la città più internazionale d’Italia, una statua di Fabrizio De André, magari realizzata da un artista famoso come Michelangelo Pistoletto, in modo che tutti i turisti possano conoscere questo grande musicista. Il secondo progetto è riuscire a portare Vasco Rossi in Cina perché penso che possa avere un grandissimo successo nel mio Paese, dove non è ancora conosciuto come potrebbe.

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