VOCOLOGIA ARTISTICA. UN TESTO SULLA CONSAPEVOLEZZA NEL CANTO
di Piero Chianura
“La voce non è qualcosa che abbiamo, ma che facciamo” recita l’home page del sito web di Franco Fussi, specialista in foniatria e otorinolaringoiatria ben noto tra i big della canzone italiana (da Pavarotti ai Maneskin) che a lui si rivolgono per preservare le loro doti vocali. Insieme ad Angelo Fernando Galeano (docente di materie legate alla vocalità e vocal trainer) e a Valentina Cavazzuti (insegnante di canto esperta in vocologia artistica), Fussi ha appena pubblicato per Volontè & Co Vocologia Artistica, testo di riferimento del Master di Vocologia Artistica e Clinica, la cui formazione combina discipline scientifiche legate all’apparato fonatorio, quali la logopedia, l’otorinolaringoiatria e la foniatria, con altre non propriamente mediche, come la tecnica vocale nel canto, la dizione e la tecnica attoriale e oratoria in generale.

Si dice che la stesura di un libro per un autore è un percorso di auto-apprendimento, ma anche la rilettura dopo la pubblicazione continua a regalare nuovi stimoli a chi lo ha scritto. È questo il caso di Vocologia Artistica, un manuale ricco di contenuti in grado di offrire spunti di riflessione non solo a chi lavora con la propria voce, ma anche agli stessi autori del testo. Nell’intervista rilasciata a MusicEdu in occasione della presentazione di Vocologia Artistica presso l’accogliente libreria Birdland di Milano lo scorso 10 gennaio, Mussi, Galeano e Cavazzuti hanno più volte ribadito che ogni volta che riprendono in mano la loro ultima fatica editoriale, scoprono nuove cose da cui nascono nuove domande a cui rispondere… magari in una prossima pubblicazione.

MusicEdu Con le circa 900 pagine di testo di cui è composto, Vocologia Artistica può essere considerato come un vero e proprio manuale della vocalità da tutti i punti di vista. Ma come è nata l’idea di una pubblicazione del genere?
Franco Fussi La vocologia è una scienza che si occupa a 360 gradi di tutto il mondo della vocalità, sia dal punto di vista formativo-educativo che dal punto di vista sanitario-riabilitativo e clinico. Perciò il testo raccoglie le informazioni che dovrebbero essere la base per chi si occupa di formazione e di riabilitazione vocale, improntato sull’aspetto estetico e artistico della produzione performativa del cantante, sia classico che moderno. Ne affronta le varie sfaccettature sia in relazione al tipo di lavoro, che è diverso tra cantante moderno e cantante lirico, sia come impegno e modalità vocali in relazione al repertorio, ma anche allo stile di vita. Affronta quindi tutte le caratteristiche che un curatore o un rieducatore della voce dovrebbe conoscere in relazione all’estetica degli stili.
MusicEdu Consapevolezza è una parola magica tanto in voga oggi, proprio perché è l’aver perso la consapevolezza di ciò che facciamo che caratterizza questo nostro periodo storico. Il vostro libro è nato anche dalle vostre esperienze di relazione con persone inconsapevoli di quello che stanno facendo con la loro voce?
Franco Fussi Il libro nasce dall’intenzione, sorta intorno al 1998 con i primi convegni dedicati alla voce artistica, di fare incontrare le reciproche competenze dal punto di vista educativo e dei vari ambiti di studio, in modo da poter costruire un team che possa dialogare al suo interno con lo stesso tipo di dialettica e terminologia. L’obiettivo è consapevolizzare non soltanto il cantante su quello che fa ma anche il docente di canto e il riabilitatore su quelli che sono gli strumenti più adatti per i vari tipi di problematiche.
MusicEdu Ambiti diversi che finora hanno avuto propri riferimenti bibliografici con testi sulla voce dal punto di vista artistico, testi con il punto di vista medico, ecc.
Franco Fussi Sì, anche perché, per esempio, il capitolo sulle patologie vocali lo possiamo trovare anche ben descritto in qualsiasi testo otorinolaringoiatrico, ma non troviamo le sintomatologie e i caratteri percettivi di alterazione della voce che attengono invece all’ambito vocale artistico.
MusicEdu Il libro è il frutto dei contributi di tre autori che evidentemente hanno delle specifiche competenze, e questo è di per sé un fattore di indubbio arricchimento.
Angelo Fernando Galeano C’è da dire che siamo una squadra già collaudata perché abbiamo alle spalle un’altra pubblicazione che è La Voce del Musical sempre per i tipi di Volonté & Co. In quell’occasione abbiamo scoperto che riusciamo a dialogare trovando una sinergia con Franco che è una persona di una cultura sconfinata. È lui ad averci dato tutti gli input da sviluppare con le nostre competenze, io più nell’ambito del canto teatrale e Valentina in quello non teatrale, nell’approfondimento stilistico, metodologico, didattico, storico ed espressivo di tutto quello che è il canto degli ultimi 400 e passa anni da quando si può parlare dell’Opera moderna.
Valentina Cavazzuti Per me questo è il libro che avrei desiderato avere da studente, ma anche quando ho cominciato poi a insegnare. Studiare vocologia artistica nel biennio 2016-2017 è stata un’esperienza fenomenale proprio perché, pur già insegnando ed essendo io stessa una cantante, mi sono resa conto di quanto questa unione dei vari ambiti da diversi punti di vista, in realtà non siano proprio facili da trovare tutti insieme in un testo. Inoltre la visione separata crea da sempre molta confusione e dibattito perché, sia per gli insegnanti che per gli allievi, ma anche per le figure che ruotano intorno al performer, è difficile capirsi l’un l’altro. Perciò il libro è un punto a partire dal quale ognuno poi costruisce un suo personale approccio.
MusicEdu Come vengono collegati i diversi approcci, scientifico e artistico nel testo?
Franco Fussi Ogni capitolo del testo considera sempre entrambi perché l’intento era quello di fornire ciascuno di noi il proprio contributo in ogni sezione. Quindi ci sono dei rimandi, delle embricazioni all’interno di ogni capitolo.
Angelo Fernando Galeano È un testo che “getta ponti levatoi fra le varie torri” perché è rivolto allo studente di vocologia, ma anche al vocal coach, all’insegnante di canto e al cantante, così come al clinico che si occupa di voce artistica. Per i quali poi l’approfondimento è doveroso, magari a partire da tutte le fonti indicate in bibliografia nel testo.
MusicEdu Un consiglio che diamo sempre ai lettori, infatti, è quello di valutare la qualità di un testo anche a partire dalla cura e completezza della bibliografia consigliata…
Franco Fussi Anche perché abbiamo voluto evitare di avallare metodologie, parlando di metodi. Il metodo non va avallato, ma viene semplicemente utilizzato quando serve al tipo di vocalità per la quale può essere utile in uno specifico momento. Tutti i metodi possono andare bene purché li si sappia usare con la consapevolezza di sapere a che cosa servono.
MusicEdu Questo tipo di approccio evita di cadere nella specializzazione a cui ha puntato spesso la formazione artistica, proprio sposando un unico metodo per ogni occasione.
Franco Fussi Noi partiamo dalla fisiologia a cui ognuno poi può ricondurre la metodologia di cui si fida di più o che ha approcciato magari nel corso degli studi, cercando di comprendere fino a dove può arrivare e a che cosa gli può servire.
MusicEdu La produzione di testi e articoli sulla vocologia ha già qualche decennio di storia. Come sono cambiati i lettori di riferimento da quando ha cominciato a scrivere a oggi?
Franco Fussi Sono più esigenti, più esperti e comunque anche un po’ più consapevoli. Alcuni sono in buona fede e altri no, quando leggono rivendicando le proprie metodologie in vere e proprie diatribe anche terminologiche. Però, anche nei contrasti, tutto questo fa cultura e spinge a ragionare anche guardando un po’ al di là del proprio orticello.
MusicEdu Le diatribe terminologiche dipendono anche dal fatto che molte ricerche scientifiche moderne arrivano dal mondo anglosassone, la cui terminologia non sempre è traducibile nella nostra lingua?
Franco Fussi Non solo. Sono anche legate al fatto che molti metodi coniano le proprie terminologie usando termini analoghi a quelli di altre terminologie, che possono significare cose simili oppure si ha un unico termine che ha invece accezioni diverse, magari acquisite nel corso della storia e che oggi hanno perso i significati originari.
Valentina Cavazzuti Il problema è che non c’è nella didattica del canto un glossario universale e ci sono tantissimi apporti e punti di vista diversi. Nel libro abbiamo cercato di chiarire tanti termini spiegando anche come sono stati utilizzati nella storia. Ci siamo anche chiesti, se era possibile fondere i vari punti di vista anche terminologici, da quello più anatomo-fisiologico a quello di competenza che per comodità definiamo “classico” e “moderno”, per creare un linguaggio che permettesse un dialogo migliore tra tutte le figure che ruotano attorno alla voce e potenziasse in un certo senso anche la didattica, proprio perché l’allievo è l’insegnante si capiscono meglio se usano un linguaggio comune. Quando un performer si trova nella sua storia formativa ad avere a che fare con diversi insegnanti o diverse figure, spesso si trova in un ginepraio di punti di vista che genera confusione su tutti gli argomenti della didattica, dalla respirazione all’emissione dei registri, alla postura…
Angelo Fernando Galeano Riflettendo ora su come abbiamo lavorato al libro, si potrebbe dire che anzitutto abbiamo cercato di fare l’analisi storica di come siamo arrivati alla situazione didattica attuale, abbiamo provato a districarla per capirne le difficoltà in questo momento storico per poi fornire dei dati scientifici risultanti dagli studi più recenti su i vari aspetti della vocologia in modo da offrire al lettore una chiave per affrontare l’uso della voce da tutti i punti di vista, performativi, riabilitativi o didattici.

MusicEdu In questo periodo storico i cantanti vivono un momento di grande versatilità vocale. Dopo aver ricevuto una certa impostazione, si trovano, non sempre per scelta, a usare la propria voce in modi diversi, ma non comprendono sempre quale sia il modo corretto per fare questo passaggio.
Franco Fussi Sì è vero. Proprio per questo abbiamo cercato di ricondurre le varie realtà didattiche alla fisiologia, perché è poi da lì che si giustificano le metodologie.
Valentina Cavazzuti In questo senso “consapevolezza” è ancora la parola chiave, perché nel momento in cui è chiaro quello che è sotteso al suono, come lo intendiamo e a cosa ci riferiamo, i dubbi vengono meno, indipendentemente dal genere da cui veniamo o dalla nostra formazione.
Angelo Fernando Galeano Che poi è un’esigenza che già ai primi dell’Ottocento Manuel Garcia aveva espresso quando cercava di ottenere consapevolezza sullo strumento laringe e sullo strumento voce, chiedendosi come riusciamo a fare quello che facciamo con la nostra voce, mentre lo facciamo. Verso la fine dell’Ottocento questa esigenza era stata abbandonata, per poi essere ripresa nel Novecento da altri filoni didattici. Ma comunque sono 200 anni che ci si interroga su come funziona lo strumento laringe ed è da 400 anni che si tramandano conoscenze metodologiche.
MusicEdu A chi non consigliereste questo libro? Per esempio potrebbe essere “pericoloso” per chi ha un approccio spontaneo alla vocalità?
Franco Fussi L’intenzione è invece quella di rompere la rigidità anche settoriale di certe dinamiche di pensiero e di estetica del suono. Per esempio, chi non accetta, come il cantante classico, il concetto di rumore presente nel canto moderno, può comprendere invece come il rumore nasce, come lo si fa, fino a scoprire che non è poi così nocivo da un punto di vista fisiologico, se è prodotto con consapevolezza.
Valentina Cavazzuti C’è chi pensa che avere troppa consapevolezza e acquisire troppa tecnica crei un ostacolo alla comunicazione o possa in qualche modo impedire la “vena artistica” del cantante, ma non è mai così perché quando si ha consapevolezza, al di là che il genere o il tipo di performance prevedano più o meno tecnica, si salvaguarda il proprio strumento insieme a quello che è più importante per un cantante e cioè la comunicazione. Chi ha più tecnica è più libero di esprimersi. Più consapevolezza si ha, più versatilità e più libertà espressiva si ha.
MusicEdu Anche perché forme come il canto spontaneo trasmesso per via orale, che non era consapevole ma imitativo, nella nostra società occidentale sono ormai perdute, sostituite da forme più performative.
Franco Fussi Anche se il canto imitativo è meno consapevole, proprio perché basato sull’imitazione attraverso la trasmissione orale, è comunque una modalità di apprendimento perché si basa sul lavoro dei neuroni specchio.
Angelo Fernando Galeano La consapevolezza è fondamentale anche dal punto di vista didattico oltre che da quello performativo, perché quando si è più consapevoli si riesce a trasmettere quello che si è accumulato in anni e anni di esperienza performativa.
MusicEdu Che opinione avete sul fenomeno diffuso tra i cantanti di formazione classica o jazz che, i quali dopo aver studiato per anni canto lirico o moderno, a un certo punto sentono l’esigenza di esprimersi con una vocalità libera da sovrastrutture?
Franco Fussi Questa scelta avviene perché quando hanno creato le loro sovrastrutture lo hanno fatto proprio seguendo un metodo e una modalità e non con un percorso di consapevolezza attraverso il quale peraltro ci si libera.
Angelo Fernando Galeano All’interno del testo, parliamo di due approcci metodologici, quello più olistico-sensoriale e quello più tecnico-meccanico. Gli artisti iniziano l’apprendimento performativo o didattico seguendo un approccio o un altro e poi arriva un momento della loro carriera performativa o didattica in cui si accende una scintilla che provoca uno switch per cui sentono che c’è qualcosa dell’altro approccio che manca. Il testo suggerisce che esiste la compenetrazione dei due approcci per cui la cosa migliore è unire le due esperienze.
Franco Fussi C’è anche il cantante pop autodidatta dotato di talento che inizia una carriera senza aver troppa consapevolezza e che, fin tanto che fa un concerto al mese, non ha particolari problemi, ma poi al primo tour si rende conto che non riesce a sostenere lo stress con la propria voce. Dopo il successo di un Festival di Sanremo, molti giovani hanno cominciato ad avere problemi e quindi hanno dovuto tirare un po’ i remi in barca per avere un minimo di ragguaglio su quello che devono o non devono fare e possono o non possono fare anche sul miglioramento dell’aspetto tecnico.
MusicEdu Abbiamo parlato di canto classico e moderno, ma nel libro si tratta degli ambiti musicali più disparati, giusto?
Franco Fussi Le tipologie della vocalità artistiche sono un prisma multiforme che va dal canto liturgico, al barocco fino al karaoke, ma anche il rap e la trap…
Angelo Fernando Galeano È un testo rivolto a chiunque faccia un uso professionale della voce, compresi gli attori, e per chiunque si faccia delle domande sulla voce e, soprattutto, voglia continuare a usarla!
Info: Volontè & Co