MUSICA E MODA. CPM SONORIZZA IL NABA FASHION SHOW 2024

di Piero Chianura

Stitching Words è il concept del NABA Fashion Show 2024, la sfilata delle collezioni degli studenti del Campus di Milano del Triennio in Fashion Design della prestigiosa NABA, Nuova Accademia delle Belle Arti, che ha visto coinvolti per il sound design i ragazzi del Dipartimento Pop Rock del CPM Music Institute.

I modelli di Anastasia Avesani (© foto Max Botticelli)

Assistendo allo show dello scorso 24 giugno presso Triennale Milano, ho potuto apprezzare una colonna sonora in forma di racconto coerente con la componente visiva del progetto, ben diversa dal classico alternarsi di brani musicali, spesso tronchi, a commento dei singoli progetti in passerella. Incuriositi dal punto di vista del committente, abbiamo chiesto al regista, art director della sfilata e docente NABA Paolo Bazzani come ha concepito il dialogo tra la componente sonora e quella visiva. 

Paolo Bazzani (© foto Davide Marchesi)

Stitching Words. NABA Fashion Show 2024 – Milano” è stato promosso da Colomba Leddi (Fashion Design Area Leader) e Michele Corradini (Course Leader del Triennio in Fashion Design – Milano), con la Regia e Direzione Artistica di Paolo Bazzani (Art Director e docente NABA) sulla base del concept di Stitching Words, che come racconta Nicoletta Morozzi, NABA Fashion Design Advisor, si è proposto come: “una riflessione sul linguaggio e sulla sua costante evoluzione come espressione di azioni e sentimenti in modalità sempre più rispondenti ai continui cambiamenti delle tecnologie e delle relazioni umane“. In questa occasione, gli studenti NABA hanno avuto l’opportunità di realizzare un proprio linguaggio, composto da “parole cucite” che hanno dato vita a racconti attraverso gli abiti, i tessuti, le foto, i video e tutti gli strumenti a loro disposizione, dal ricamo all’intelligenza artificiale. Ai ragazzi del CPM è stato chiesto di realizzare una colonna sonora coerente con questo concept.

MusicEdu Come è nata la collaborazione con il CPM Music Institute?
Paolo Bazzani Il nostro interesse è da sempre quello di creare connessioni con l’esterno per creare team di persone appartenenti a discipline diverse. Perciò quando è emersa la possibilità di collaborare con gli studenti del CPM di Franco Mussida ho chiesto di incontrarli con i miei studenti in modo professionale, ovvero considerandoli come possibili “fornitori di soundtrack” per questo progetto e così abbiamo instaurato con loro un rapporto di collaborazione coinvolgendoli proprio sull’aspetto creativo musicale. Il nostro lavoro di Art Direction è quello di costruire un evento, in questo caso una sfilata, in cui ci sono esigenze pratiche, ma anche di costruzione di un racconto, di uno stato emozionale che è ciò che caratterizza un certo tipo di sfilate per le quali mi sono sempre battuto, perché oltre che far vedere degli oggetti, per me è fondamentale anche costruire attorno un mondo di appartenenza emotivamente coinvolgente.

MusicEdu Un mondo emotivamente coinvolgente in cui il suono è fondamentale.
Paolo Bazzani Esattamente. Perché la sfilata di moda è per me la costruzione di un evento di comunicazione capace di fornire chiavi di lettura diverse da quella che è la percezione immediata. Nella mia vita professionale ho avuto la fortuna di lavorare con il brand Antonio Marras con il quale ho sempre potuto fare progetti in cui l’intenzione è stata quella di mostrare un’atmosfera per valorizzare maggiormente l’idea che c’è dietro agli abiti piuttosto che gli abiti stessi. Ovviamente gli abiti erano lì presenti in tutto il loro splendore, ma la costruzione attorno ne enfatizzava il significato. È in questo che la musica ha un valore importantissimo perché è capace di evocare emozioni incredibili.

MusicEdu Nel mondo della moda, ho la percezione che ci si sia quasi sempre affidati a consulenti musicali per la scelta di musiche già edite. Da qualche tempo, invece, è così facile creare musica e fare sound design in digitale, che si comincia a usare anche musica originale composta ad hoc, che può essere ancora più calzante dal punto di vista emozionale.
Paolo Bazzani Creare delle composizioni ad hoc significa avere a disposizione qualcuno che in pochi giorni riesce a creare qualcosa di interessante. Ma se non trovi qualcuno abile che, partendo dalle ispirazioni che gli fornisci, riesca a sviluppare musiche originali, allora ti affidi a delle musiche già esistenti. Questa è la sfida: se io parto da musiche esistenti, ho già il materiale che io stesso ho selezionato, altrimenti posso sempre coinvolgere qualcuno competente per dargli degli input, delle referenze da cui partire.

MusicEdu Che tipo di approccio hai avuto con Stitching Words?
Paolo Bazzani Di solito l’approccio dipende dal progetto che si sta costruendo. Nella mia professione fuori dalla scuola molto spesso mi occupo di eventi che rappresentano una collezione, cioè una serie di abiti legati tra loro da un concetto definito a livello progettuale. Se invece non lo è ancora dal punto di vista emozionale, lo si va a costruire andando a creare un racconto sia dal punto di vista scenografico sia dal punto di vista musicale… e ovviamente anche della regia. Per quanto riguarda invece il nostro lavoro all’interno di NABA, il contenitore è più generico perché deve accogliere una selezione di progetti presentati da vari studenti. Ogni anno, infatti, si stabilisce un macro-tema molto generale. L’anno scorso il tema era Human Reload e quest’anno Stitching Words, appunto. Quando comunichiamo il tema cerchiamo di evidenziare degli argomenti che si riferiscono molto liberamente a quel tema, e da questo lavoro di brainstorming fatto nel primo semestre escono anche una serie di contenuti per il Magazine dell’Accademia [sviluppato all’interno dell’indirizzo in Fashion Styling and Communication del Triennio in Fashion Design di NABA, NdR]. Dall’altra parte ci sono poi i designer che su questo tema costruiscono il loro progetto, a volte strettamente connesso con il tema, a volte frutto di un’interpretazione libera. Quest’anno, su 180 gli studenti che hanno partecipato alla selezione ne sono stati scelti 30, ciascuno con 4 creazioni da portare in passerella. I loro progetti erano molto eterogenei e sono stati selezionati sulla base di criteri assolutamente liberi da una commissione composta da giornalisti, professionisti, aziende del settore e alunni NABA. La complessità è stata perciò cercare di far rientrare molte cose diverse in un racconto che le unisse e che doveva per forza essere di livello superiore. Tornando alle musiche, abbiamo comunicato il tema Stitching Words anche ai ragazzi del CPM. Nel primo incontro, oltre a raccontargli il progetto, gli abbiamo fatto sentire dei brani musicali molto diversi tra loro ma in cui il fulcro di ognuno era la parola. In quell’occasione ho anche chiesto loro se avessero un coro perché la cosa mi sarebbe piaciuta molto. Loro hanno accolto la mia richiesta e quindi hanno iniziato a lavorarci prevedendo anche degli interventi elettronici. Siccome ci hanno lavorato diversi studenti, ci hanno messo un po’ per arrivare alla forma definitiva.

I modelli di Maria Johanna Johansson (© foto Max Botticelli)

MusicEdu Come avete sviluppato il racconto in Stitching Words?
Paolo Bazzani Dovendo contenere cose molto diverse, il nostro racconto era legato all’espressione umana delle parole e ha previsto uno sviluppo libero. Insieme alla musica c’erano anche dei video che cercavano di chiarire maggiormente i concetti dei singoli progetti, andando anche a far sedimentare gli aspetti legati al tema principale. L’anno scorso Human Reload prevedeva tre momenti separati, mentre quest’anno doveva esserci una struttura più uniforme. Una difficoltà rispetto alle sfilate più canoniche è stata proprio la lunga durata dell’evento perché si doveva comporre musica per circa 40 minuti. 

MusicEdu Deve essere stato un gran lavoro perché, per quanto si possano espandere delle cellule musicali di base, non si può essere troppo ripetitivi.
Paolo Bazzani Sì perché a un certo punto quelle cellule devono evolversi in qualche modo. Una cosa interessante è stata rimescolare la sequenza dei brani che avevano creato per rendere le musiche coerenti con la line up dello show, cioè con lo sviluppo visivo delle collezioni. Siccome conoscevo già la tipologia di musica che avevo a disposizione, ho chiesto agli stylist di iniziare la sfilata con i progetti dalle tonalità più scure per andare progressivamente verso quelle più chiare, in modo da poter ricreare una scaletta musicale coerente con questo sviluppo cromatico. È stato un escamotage abbastanza semplice che ci ha guidato nella costruzione dello show.

MusicEdu Quando da Art Director hai fatto le tue richieste ai musicisti vi siete subito compresi pur usando magari un linguaggio differente? Te lo chiedo perché una delle problematiche dei progetti interdisciplinari è riuscire a comprendersi prima che ognuno inizi a occuparsi della propria parte.
Paolo Bazzani Questo è verissimo e hai perfettamente ragione. Diciamo che nel parlare di musica io ho un approccio di tipo “sentimentale”. Mentre loro usavano termini tecnici come “cassa dritta” o altre parole che non conoscevo, io usavo dei termini non propriamente corretti per cercare di descrivere elementi musicali, ma ci si riusciva comunque a comprendere. Quando instauri un rapporto professionale ed entrambe le professionalità si esprimono con il proprio linguaggio, fa parte della professionalità riuscire comunque a comprendere le esigenze dell’altro. In ogni caso, avevamo dato ai ragazzi del CPM anche una sintesi delle relazioni scritte dei progetti selezionati.

MusicEdu Come avete inserito l’elemento corale?
Paolo Bazzani Quella del coro è stata una cosa bellissima perché era l’espressione delle parole che rappresentavano il tema. Uno dei ragazzi del CPM ha lavorato su una composizione che riprendeva alcune parole chiave dei progetti, le ha tradotte in diverse lingue, ne ha scomposto le sillabe togliendone poi alcune in modo che ne venisse fuori una lingua incomprensibile molto suggestiva… molto simile al finnico. Ho chiesto poi di inserire dei momenti più melodici così da riuscire a essere anche più “sentimentali”, ma stimolandoli comunque a sperimentare purché, come io dico sempre un po’ provocatoriamente “poi non serva la didascalia per comprendere cosa sta succedendo”. Perché se serve la didascalia significa che non c’è un collegamento emotivo. E qui devo dire che un docente veramente strepitoso del CPM, Alberto Cipolla, ha fatto un lavoro incredibile di orchestrazione sul coro, mettendo insieme i pezzi dei ragazzi.

I fashion designer di Stitching Words (© foto Davide Marchesi)

MusicEdu Da parte dei tuoi ragazzi c’è stato un feedback sulla parte musicale? 
Paolo Bazzani Erano tutti super contenti. Tra parentesi, il lavoro di Art Direction è quello di immaginare un progetto o un’idea e riuscire a portarlo a casa attraverso le varie competenze coinvolte. Perciò i nostri ragazzi erano tutti entusiasti di questa collaborazione perché vedere un progetto che nasce e si sviluppa attraverso delle competenze che ti arricchiscono, ti fa anche capire che non ha senso fare tutto da soli. Nella moda esiste un nome o un brand che viene speso, ma dietro c’è sempre un team, e più il team è grande e verticalmente specializzato, più la qualità è alta. Ovviamente dico sempre ai ragazzi che all’inizio, quando faranno un progetto per un collega che fa lo stilista, dovranno fare tutto loro, ma man mano che riusciranno a coinvolgere gli altri, si accorgeranno che la qualità si alzerà proprio perché ognuno sarà concentrato sul proprio pezzo. È veramente importante che capiscano che le competenze vanno rispettate perché non fanno altro che portare valore. Tante volte ci si scontra con la vecchia idea dello stilista deus ex machina che si occupa di tutto. Sicuramente c’è una direzione creativa e questa viene assolutamente rispettata, ma poi i risultati li danno le varie competenze coinvolte. Per noi, oltre alla creazione degli oggetti, ci sono anche cose come la visualizzazione attraverso la sfilata, i servizi fotografici in cui c’è uno stylist e anche un art director con una visione diversa che non sminuiscono la personalità dello stilista ma ne arricchiscono il progetto. 

MusicEdu Venendo alla parte “fashion” di Stitching Words, come avete scelto le modelle e i modelli per la sfilata?
Paolo Bazzani Ci sono delle agenzie che fanno il lavoro di selezione e casting e hanno al loro interno una proposta di centinaia di tipologie di persone. Anche quando si fa un casting si dà una direzione, specificando se i modelli devono essere alti, biondi oppure mori, di colore, ecc. e può anche esserci la richiesta di vedere rappresentate diverse tipologie di persone, anche se in questo caso ci si potrebbe poi scontrare con degli oggetti da indossare che sono stati prodotti in misure campione. Perciò in genere è richiesta una precisa fisicità, perché oltre a rendere il capo interessante dal punto di vista visivo, deve poter essere indossato nel modo corretto. In generale sono gli stylist a occuparsi di questo aspetto, e nel nostro caso se ne è occupato un docente NABA, Antonio Moscogiuri che ha fatto un casting, seguendo delle richieste precise.

MusicEdu I modelli danno dei feedback, o comunque rispondono emotivamente alle atmosfere in cui sono immersi anche musicalmente, oppure sono impermeabili?
Paolo Bazzani Sono generalmente impermeabili perché fa parte della loro professionalità. La loro è una formazione limitata a quello che gli hanno insegnato in agenzia e cioè camminare in un determinato modo. Quando c’è qualcuno capace di gestire i movimenti, allora la cosa può diventare interessante perché puoi chiedergli di muoversi diversamente ma, soprattutto all’inizio quando sono molto giovani, non hanno interesse a imparare altro quando sono in passerella. Caso mai sviluppano interessi al di fuori del mondo della moda, nel teatro, per esempio. 

I preparativi prima della sfilata (© foto Davide Marchesi)

MusicEdu Anche i giovani stilisti hanno dato un feedback sulle musiche della loro sfilata? E in generale quanto sono raffinati gli ascolti musicali degli studenti appassionati di fashion design? 
Paolo Bazzani Tutti i ragazzi sono appassionati di musica ma al momento sembrano meno interessati alla cultura musicale,ascoltando maggiormente musica commerciale.

MusicEdu Secondo te, come è possibile che ragazzi interessati a un mondo che valorizza prodotti non commerciali, fatti in modo artigianale e di personalità, poi finiscono per ascoltare musica commerciale e omologante? 
Paolo Bazzani Perché l’approccio verso la musica per qualcuno può essere l’interesse a costruire una propria cultura musicale, ma per molti di loro è semplicemente un ascolto di evasione. Poi ci sono anche ragazzi che su un’idea commerciale costruiscono una loro ricerca, perché anche nella musica commerciale si possono trovare degli spunti interessanti. Da questo punto di vista, una cosa che mi interessa molto è anche l’idea di stratificazione della comunicazione. Ci sono musiche che offrono diversi livelli di comprensione, che puoi ascoltare a un livello superficiale come musica d’evasione ma che ti offrono anche livelli di ascolto più profondo.  

MusicEdu Giusto per citare un personaggio vicino al mondo della moda, Madonna potrebbe essere una di queste musiciste capaci di comunicare a più livelli…
Paolo Bazzani Certo. Madonna può essere molto profonda e trasgressiva, ma al tempo stesso è di facile ascolto. 

Le collezioni presentate in occasione di “Stitching Words. NABA Fashion Show 2024 – Milano” sono state realizzate dagli studenti dell’ultimo anno del Triennio in Fashion Design del campus di Milano: Anastasia Avesani, Edoardo Baraggioli, Gaia Barichella, Miriam Baroncelli, Federico Bartolozzi, Alice Bertaso, Mattia Briganti, Federica Capone, Cira Cioffi, Margherita Cracco, Edi Dakic, Francesco D’Intino, Anna Carla Enrico, Giuseppe Ferri, Diego Gallardo Nava, Claudia Gastaldo, Alberto Gottardo, Jiacheng Gong, Tommaso Grasso, Marta Johanna Johansson, Iulia Leona Tamas, Geremia Malfanti, Giulia Paradiso, Annachiara Rabito, Gaia Maria Secchi, Michele Vitolo, Giada Visconti Di Massino, Philipp Wilhelm, Elisa Zeni e Matteo Zaneboni.

Guarda e ascolta il NABA Fashion Show Stitching Words

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COMPORRE MUSICA PER UNA SFILATA. IL SOUND PER STITCHING WORDS

Gli allievi del CPM Music Institute, la scuola di musica fondata e presieduta da Franco Mussida, sono stati gli autori delle musiche di Stitching Words. NABA Fashion Show 2024 – Milano. La sfilata è stata accompagnata dal sound dagli studenti del 3° anno del corso di Composizione Pop Rock sotto la guida del Responsabile di Dipartimento Diego Maggi e del docente Alberto Cipolla che abbiamo intervistato. 

I ragazzi del coro coinvolti in Stitching World (© foto Davide Marchesi)

MusicEdu Come vi hanno descritto il loro progetto e come siete riusciti a convertirlo in musica?
Alberto Cipolla Prima di tutto abbiamo fatto un incontro in NABA in cui ci hanno raccontato il concept della sfilata, i vestiti che avevano realizzato e anche il tipo di materiale usato per i modelli, cercando di farci capire quello che volevano ottenere dal punto di vista musicale. Dopodiché ci hanno fatto ascoltare una playlist di musiche che avevano utilizzato come ispirazione per il lavoro sui vestiti, chiedendoci di pensare a qualcosa che si rifacesse a quell’immaginario sonoro. C’erano un paio di brani per coro a cappella, alcuni brani elettronici con cassa in quattro e comunque tante cose con del parlato sopra, perché il loro concetto era appunto quello di Stitching Words, cioè parole cucite, ma anche cucire con le parole. Nei pezzi corali a cappella c’erano molti fonemi da utilizzare come elemento strutturale. Ci hanno fatto anche vedere alcune sfilate e a quel punto sapevamo qual era il loro intento a livello visivo insieme al tipo di musiche che volevano utilizzare per il loro spettacolo. Da questi punti di partenza potevamo cominciare a lavorare per scrivere la nostra partitura, sapendo che doveva durare circa mezz’ora, anche se, essendo una sfilata e non una performance con una durata prefissata, poteva durare 20 minuti come 40 minuti. Perciò non potevamo affidarci a dei sync tra audio e immagini e non potevamo ragionare su una Timeline definita. 

MusicEdu Quindi le entrate e le uscite da una scena all’altra erano da gestire al momento?
Alberto Cipolla Avevamo tre macro aree in cui bene o male sapevamo di ritrovarci, con dei riferimenti che ci aiutavano a capire se c’era da allungare il materiale o se c’era da restringere ed eventualmente saltare alla parte successiva. Per quanto tutto fosse scritto e strutturato, la composizione era anche il più malleabile possibile.

MusicEdu Chi gestiva le parti musicali dal vivo?
Alberto Cipolla C’era una postazione con due studenti del corso di Pop Rock dei 13 musicisti che avevano curato la composizione e produzione della sonorizzazione. Lavoravano in tempo reale con Ableton Live per mandare sequenze e quant’altro in collegamento diretto via auricolare con Paolo Bazzani che li aggiornava costantemente su dove fossimo, quanto mancava prima dell’ingresso dello stilista ecc. In base alle indicazioni dal backstage del regista sapevano quanto eventualmente allungare, quando tagliare e quindi si adattavano in diretta alla timeline. Si occupavano anche della manipolazione in tempo reale delle voci, su cui aggiungevano effetti come riverberi, distorsioni ecc.

MusicEdu Il variare della durata complessiva dipendeva soprattutto dai tempi dei modelli in passerella?
Alberto Cipolla Sì. Abbiamo fatto delle prove in loco un paio d’ore prima e abbiamo capito un po’ quale era la tempistica effettiva in base a quello che era il camminamento dei modelli che però, essendo umani e non macchine, avevano tempi variabili. Considera che anche solo un paio di secondi in più per ogni collezione, moltiplicati per 10 collezioni sono ben 20 secondi.

MusicEdu Siete riusciti ad avere feedback sul vostro lavoro dagli studenti NABA coinvolti nella sfilata?
Alberto Cipolla Il feedback ci è stato riferito da Paolo Bazzani, perché non c’è stato modo di confrontarci direttamente con i ragazzi e con gli stilisti dopo la sfilata: ci ha detto che sia i modelli che gli stilisti erano super entusiasti anche del nostro lavoro. Hanno apprezzato molto la musica dicendo che era molto adatta ed erano molto soddisfatti di quella che è stata l’unione tra il loro lavoro visivo e il nostro lavoro sonoro. Speriamo che la collaborazione con NABA continui perché è il secondo anno che è un successo per entrambi. Devo dire che, sia da parte dei nostri ragazzi che avevano già lavorato lo scorso anno che da parte di quelli nuovi, c’è stato un grande entusiasmo. 

MusicEdu In sintesi, quali sono le particolarità del comporre il sound di una sfilata?
Alberto Cipolla Comporre per una sfilata è un po’ una sfida. Per un produttore o un compositore un lavoro di questo genere è molto diverso, per esempio, dal lavorare alle colonne sonore per video, film o teatro. È un lavoro in cui non hai nulla da vedere per sincronizzare le tue musiche e neppure un regista con cui costruire la scena che, in questo caso, si crea insieme poco alla volta. Ti vengono dette quali sono le idee di partenza, quali cose mettere in musica, ma quello che devi fare in realtà è costruire qualcosa che possa sì essere performata dal vivo, ma adattata a quello che accade in passerella, quindi a come procede la sfilata. Se devi allungare di otto battute o un minuto per attendere che si arrivi a un certo momento, devi essere capace di gestire il materiale musicale, anche tagliandolo se quel momento viene anticipato, ma senza che nessuno se ne accorga.

MusicEdu In questi casi, un software come Live di Ableton è lo strumento più adatto…
Alberto Cipolla In questo caso è la manna dal cielo. Nel nostro caso girava su un portatile Mac con una scheda audio Apollo Universal Audio, insieme a vari plugin di processing interni ad Ableton e altri di terze parti. Nella Apollo entravano i due microfoni direzionali dei solisti e da lì mandavamo alla regia audio della sfilata un master output left+right con il mix della traccia musicale e del processing sui segnali dei microfoni. In regia invece ricevevano direttamente i 4 microfoni del coro.

Info: CPM Music Institute

I musicisti gli studenti e i diplomati del CPM Music Institute coinvolti nel progetto “Stitching Words. NABA Fashion Show 2024 – Milano” sono: Alberto Barbieri, Alessio Tartini, Carloalberto Viani, Davide Mettifogo, Emanuele Duchi, Gaetano Chirico, Giovanni Minelli, Giulio Carter, Greta Lanni, Marco Pezzali, Mario Vernetti, Sergio Marinelli e Simone Mangialenti, insieme al coro composto da Edoardo Radaelli, Raffaella Nicolazzo, Lorenza Guatteri, Matteo Dolcetti, Irene Tomassini, Sara Cosco, Lara Mandelli, Chiara Fraternale, Giulia Bottaro, Leonardo Tomarelli e Jan Tarchiani.

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NABA, NUOVA ACCADEMIA DI BELLE ARTI

NABA, Nuova Accademia di Belle Arti, è un’accademia di formazione all’arte e al design. Fondata a Milano nel 1980 con l’obiettivo di superare la rigidità della tradizione accademica e introdurre visioni e linguaggi più vicini alle pratiche artistiche contemporanee e al sistema dell’arte e delle professioni creative, è la più grande Accademia di Belle Arti in Italia e la prima ad aver conseguito, nel 1981, il riconoscimento ufficiale del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR)

Con i suoi due campus di Milano e Roma, offre corsi di primo e secondo livello nei campi del design, fashion design, grafica e comunicazione, arti multimediali, nuove tecnologie, scenografia e arti visive, per i quali rilascia diplomi accademici equipollenti a quelli universitari. Inoltre, con l’avvio a partire dall’A.A. 2024/25 del PhD in Artistic Practice e del PhD in Pratiche Artistiche e Cultura del Progetto, è la prima Accademia di Belle Arti in Italia a istituire una Scuola Dottorale completamente practice-based.
La metodologia didattica di NABA si fonda su un approccio interdisciplinare ispirato alla filosofia del “learning by doing” con una forte vocazione all’innovazione e alla ricerca sui temi più attuali, tra nuove tecnologie, Intelligenza Artificiale e sostenibilità, in relazione con i contesti professionali di riferimento.
Grazie anche a un network di partner in continuo ampliamento, l’Accademia collabora ogni anno con oltre 900 brand per progetti, partnership, stage e placement.
I Campus di Milano e Roma si estendono complessivamente su una superficie di 60.000 metri quadri, con oltre 50 laboratori specializzati, ospitando oltre 6000 studenti italiani e internazionali.
Il campus di Milano si trova in zona Navigli, uno dei quartieri più vivaci della città. La sede di Roma si trova nel quartiere Ostiense, dove il patrimonio artistico e culturale incontra la cultura contemporanea. I campus comprendono laboratori specialistici, biblioteche, aule studio e ristoro, aree verdi e spazi multifunzionali.
NABA è un’istituzione internazionalmente riconosciuta: è stata selezionata infatti per il quarto anno consecutivo da QS World University Rankings by Subject come la migliore Accademia di Belle Arti italiana e tra le prime 100 al mondo in ambito Art & Design, inoltre è stata inserita da Domus Magazine tra le 100 migliori scuole di Design e Architettura in Europa e da Frame tra le 30 migliori scuole postgraduate di Design, Architettura e Fashion al mondo.

Info: NABA, Nuova Accademia di Belle Arti

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