GIANNI SIBILLA. L’INDUSTRIA DELLA CANZONE

Il giornalista Gianni Sibilla è direttore da molti anni del Master in Comunicazione Musicale dell’Università Cattolica di Milano e insegna Elementi di musica e discografia e Forme e linguaggi della comunicazione musicale presso l’Università IULM della stessa città. È da questo privilegiato punto di osservazione che è nato L’industria della Canzone (Editori Laterza), testo frutto anche delle centinaia di ore di lezione e confronto con le nuove generazioni di studenti con le quali Sibilla è entrato in contatto nelle aule universitarie.

Evoluzione del precedente I linguaggi della musica pop, la cui chiave interpretativa consisteva nel leggere la musica pop come un grande racconto mediale, il nuovo testo parte dalla considerazione che la musica pop ci raggiunge ogni giorno “con una facilità impressionante: le piattaforme permettono di ascoltare pressoché qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, a un costo minimo o pari a zero e la maggior parte di questo enorme repertorio sonoro ha la forma della canzone“.

È così che Sibilla si pone la domanda: come e perché ci “girano intorno” cosi tante canzoni, in tutti questi spazi mediali e in queste forme? DA questo punto di partenza, il libro si articola su una serie di sotto-trame (come le definisce l’autore) che attengono alla comprensione di come la produzione e la circolazione delle canzoni siano in grado di dirci come funzionano oggi le storie sui media, e in che modo i modelli produttivi e narrativi della canzone sui media digitali sono in realtà radicati nelle forme dell’industria culturale tradizionale e nelle forme comunicative dei media analogici.

Nel percorso di analisi, l’autore cerca di evitare letture schiacciate sul presente, perché una comprensione della relazione tra canzone e media deve tenere conto di “una prospettiva anche storica e capace di spiegare come molti dei fenomeni attuali non siano ‘nuovi’ ma, anzi, fortemente radicati nella storia dei modelli produttivi e narrativi“. L’approccio è dunque quello di uno studioso storico della musica: “L’obiettivo di queste pagine non è scattare una fotografia del presente, che invecchierebbe troppo rapidamente, ma il tentativo di ricostruirei modelli ricorrenti dell’industria della canzone e del suo rapporto con i media“. Perciò L’Industria della Canzone è uno strumento utile per studenti e per appassionati che vogliono comprendere il panorama della musica pop e della canzone sui media senza farsi coinvolgere emotivamente dai successi del presente.

Il volume è articolato in tre parti. Una prima parte si pone l’obiettivo di mettere a fuoco le definizioni di alcuni concetti di base: il pop, la canzone, il racconto e lo storytelling nella musica. La seconda parte è dedicata alla produzione, indagando sulle varie incarnazioni della figura dell’artista e delle sue routine produttive per la canzone. Nel terzo e nel quarto capitolo si affrontano i due pilastri produttivi dell’industria della canzone: la discografia e il live. In particolare, nel terzo capitolo si affronta anche la questione concettuale e pratica dei formati e dei supporti, cioè il modo in cui le tecnologie e gli spazi dei media contribuiscono in maniera determinante a dare forma alla canzone stessa. Nel quarto capitolo si analizza non solo l’industria dei concerti, ma anche il termine “live”, il cui significato è ben più complesso e legato a tecnologie e dinamiche mediali della performance.

Infine, la terza parte affronta la comunicazione musicale a partire dai vari media, i luoghi in cui la canzone si trasforma in racconto. Nel quinto capitolo ci si occupa dei media analogici, legacy media, come vengono chiamati in ambito anglosassone: televisione, radio, cinema ed editoria hanno storicamente determinato i modelli della musica pop ma sono ancora centrali nel processo produttivo e narrativo della canzone.

L’ultimo capitolo si occupa delle varie forme dei media digitali, sui quali è diffusa la percezione che abbiano sostituito i media tradizionali. In realtà piattaforme e social media integrano forme produttive narrative proprie dei legacy media. I media digitali esercitano comunque un enorme impatto sulla forma e sul valore della canzone: su questi ultimi temi, con riferimenti a TikTok, all’intelligenza artificiale e alle contraddizioni del sistema economico delle piattaforme, si chiude il percorso del volume, interrogandosi su quale sia il valore di una canzone, non solo economicamente ma anche culturalmente.

Un plauso va alla bibliografia consigliata, straordinariamente ricca e completa.
(P.C.)

Info: Editori Laterza

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