TEORIE E TECNICHE IN MUSICOTERAPIA. ISTITUITO IL DIPLOMA ACCADEMICO DI II LIVELLO

di Antonella Zenga

Con il decreto dello scorso 6 dicembre 2021, attraverso il quale MIUR istituisce il diploma accademico di II livello in “teorie e tecniche in MT”, si è posta una solida base per il futuro della MT in Italia. Il decreto porta a compimento un processo di sperimentazione avviato nel 2006 con i corsi nei Conservatori di L’Aquila e Verona. Durante questo lungo periodo la formazione in MT, sebbene in modo difforme, si è sviluppata anche in altri Conservatori italiani, aggiungendosi a quella fornita fin dagli anni Ottanta dalle scuole private. Il panorama della formazione in MT dunque, si presenta a oggi composito. I percorsi formativi hanno diversa durata e orientamento e questo non ne facilita certo l’impiego sul piano della professione. In questo quadro di riferimento, attraverso questo corso ordinamentale, il decreto ha il merito di avere definito il piano formativo del futuro musicoterapeuta (Mt). Ciò non significa parlare di profilo professionale, ma stabilire quali siano le competenze necessarie per accedere alla professione. Perciò esso rappresenta un punto d’arrivo e di riferimento. Vediamo alcuni aspetti rilevanti del decreto. 

Si afferma “l’obiettivo di formare musicisti qualificati in grado di effettuare un uso professionale della musica e dei suoi elementi come forma d’intervento in ambito medico, educativo e della vita quotidiana con individui, gruppi, famiglie e comunità“. Si deduce che lo strumento principale del Mt, che è un musicista, sono la musica e i suoi elementi; si indicano ambiti di intervento che implicano una formazione multidisciplinare, capace di integrare le competenze musicali con quelle scientifiche. Perciò ci si affida alla sinergia tra Conservatorio e Università, in una rara visione che punta al meglio sul piano dell’insegnamento. L’attivazione del corso infatti, è subordinata alla stipula di una specifica convenzione fra Conservatorio e Istituzione universitaria, cui spettano gli insegnamenti relativi alle discipline scientifiche. Il decreto prevede un tirocinio pratico di 250 ore presso centri convenzionati dove si pratica la MT, aprendo la strada a diverse prospettive occupazionali: ospedali, hospices, centri diurni, case di riposo per anziani, strutture assistenziali residenziali per disabili, carceri e infine scuole di ogni ordine e grado, dove la MT è indirizzata alla prevenzione, all’inclusione e cura del disagio giovanile. 

Un corso così concepito garantisce un’elevata professionalità, ma non possiamo dimenticare che in quei centri convenzionati destinati al tirocinio dei futuri Mt, la MT si pratica già da molti anni. Sarà importante, ora più che mai, saper costruire ponti, fra istituzioni, fra mondo della formazione e del lavoro, fra passato e futuro avendo chiaro che il presente ha radici nel passato ed è sulla cura di queste radici che la pianta della MT potrà continuare a crescere forte e sana.  

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