PATTI EDUCATIVI DI COMUNITÀ. CONTRO LA POVERTÀ EDUCATIVA

di Ufficio Stampa – Forum Nazionale per l’Educazione Musicale

La povertà educativa è la privazione delle competenze necessarie ai bambini e agli adolescenti per crescere e vivere. Queste capacità si acquisiscono soprattutto a scuola e possono essere misurate con indicatori quali i test di competenze scolastiche e il tasso di abbandono scolastico. Un ruolo importante, però, lo ricopre anche il contesto educativo in cui cresce il bambino, come la possibilità di partecipare ad attività culturali, ricreative e sportive.

Il Forum Nazionale per l’Educazione Musicale opera attraverso la creazione di reti per elaborare piani che possano contrastare la povertà educativa e culturale, per mezzo di un’educazione musicale diffusa e di qualità in grado di favorire lo sviluppo cognitivo di bambini e ragazzi e della socialità e del benessere necessari ad animare in loro la curiosità e l’entusiasmo necessari per costruire percorsi di apprendimento e di crescita.
In questa cornice si inserisce il protocollo d’intesa con ALI (Autonomie Locali Italiane) un’associazione di comuni, province, regioni, comunità montane, costituitasi nel lontano 1916 e da sempre impegnata per la crescita democratica e civile del Paese attraverso un processo di rinnovamento istituzionale fondato sulla valorizzazione delle amministrazioni locali e regionali.
Lo scopo della collaborazione tra ALI e Forum prevista dalla convenzione sottoscritta è la elaborazione di ipotesi di politiche finalizzate al “contrasto alla povertà educativa e culturale” da porre a disposizione delle singole comunità locali, unendo tutti i soggetti coinvolti (Enti locali, Terzo settore, Istituzioni scolastiche) condizione indispensabile per la riuscita delle azioni.
A questo fine, lo strumento per rendere operativo e implementare, in una logica di reale collaborazione e protagonismo, i rapporti tra scuola, terzo settore ed enti locali sono i “patti educativi di comunità“ da realizzarsi sulla base dei principi di co-programmazione e co-progettazione previsti dal Codice del Terzo Settore (2017) e ora in parziale attuazione. In questa direzione si sta muovendo per esempio il Piano Scuola Estate, che propone un’alleanza educativa con i territori, con l’intento di consolidare il senso di appartenenza alla “comunità” e prevedere il coinvolgimento attivo delle rappresentanze di studenti e genitori (cercheremo di riflettere nei prossimi mesi sui risultati di questa iniziativa). 
In quest’ottica crediamo sempre più fondamentale promuovere musica e creatività nei contesti territoriali anche e soprattutto quelli più disagiati, perché si promuove cittadinanza attiva, condivisione e partecipazione civile oltre che capacità creativa e risoluzione di problemi in modo concreto. Il musicista o chi pratica musica utilizza un pensiero così detto divergente, flessibile che trova immediatamente strade percorribili e di qualità per ottenere in tempi brevi risultati efficaci. Lo dicono ormai da tempo le neuroscienze.
Le istituzioni pubbliche e il terzo settore devono e possono lavorare insieme, con nessuna gerarchia e ognuno con le proprie esperienze e ruoli. Il pubblico rinuncia alla parte di cattiva burocrazia in favore di modelli più snelli, prendendo esempio dal terzo settore che investe molto in ricerca esperienziale. Il terzo settore si mette nei panni del pubblico che ha norme e vincoli molto stringenti: insieme si può creare un’osmosi virtuosa, ma bisogna abbattere mentalità rigide da entrambi i fronti in favore di una maggiore laicità. Una lunga battaglia culturale nei confronti delle autonomie locali, del personale delle istituzioni e delle famiglie sull’importanza dell’educazione non formale, della creatività e della musica e parallelamente sul modo in cui il terzo settore può essere chiamato a supplire non solo gli spazi non occupati dal settore pubblico, ma anche quelli che il pubblico stesso potrebbe chiamare a gestire mediante sistemi controllati e scrupolosi di accreditamento. 

È fondamentale promuovere una visione integrata e organica della formazione degli alunni/ studenti che contemperi e armonizzi la dimensione curricolare con quella extra curricolare, indipendentemente dal soggetto che la eroga (scuola o terzo settore). A tal fine è fondamentale individuare “luoghi” dove si concretizzino la co-programmazione e la co-progettazione nonché le modalità attraverso le quali esse si sviluppano, gli esiti vengono approvati e l’attuazione monitorata e valutata.
Un aspetto infine non secondario, diffuso eppure poco considerato, riguarda l’uso “a tempo pieno” degli spazi e delle attrezzature scolastiche. In tale ambito va definita la metodologia e i parametri per collocare, in capo a ognuno degli attori, competenze, responsabilità, diritti e doveri. Va, inoltre, valutato se e in che modo proporre di prevedere spazi di autonomia gestionale riservati agli studenti. L’utilizzo degli spazi pubblici è un problema trasversale a tutte le associazioni, sia per la formazione e la didattica che per gli eventi destinati alla cittadinanza e va affrontata la questione delle responsabilità della gestione.

Info: Forum Nazionale per l’Educazione Musicale 

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