MARIO GUARINI.
IL BASSO POP ROCK IN CONSERVATORIO

Di Piero Chianura

Ci sono musicisti che si distinguono per professionalità e grande capacità di adattamento. Hanno una solida formazione e un’esperienza tale da permettere loro di affrontare i cambiamenti con curiosità ed entusiasmo. Un esempio è Mario Guarini, uno dei più quotati bassisti elettrici della musica pop rock italiana, con accreditamenti anche a livello internazionale. Attivo come didatta online da molti anni, è riuscito a qualificare la Didattica a Distanza anche in Conservatorio.
Dopo le esperienze nei conservatori di Trento e Nocera Terinese, oggi Mario Guarini insegna basso elettrico pop-rock a Monopoli e Cosenza dove si è ritrovato a tenere lezioni online, come non avrebbe mai immaginato di dover fare in un Conservatorio.

Mario Guarini Molti allievi che venivano a fare lezione da me per perfezionarsi abitavano lontano e non potevano sempre raggiungermi. Così ho cominciato a fare loro lezioni online, anche se all’inizio erano un po’ diffidenti. In realtà oggi scopriamo che questa forma, che ha certamente dei limiti, ha anche degli enormi vantaggi, con il paradosso che oggi faccio lezione online ad allievi di Roma che stanno a 100 metri da casa mia!

MusicEdu Quali sono gli enormi vantaggi delle lezioni online?

Mario Guarini Considera intanto che, insegnando in Conservatorio, trovo dall’altra parte dello schermo un allievo motivato, che ha voglia di imparare. Il primo vantaggio è che potendo registrare la lezione in audio-video, l’allievo può tornare successivamente sui concetti trattati, un po’ come se si trovasse a sbobinare una lezione universitaria. La possibilità di rivedere la lezione permette al docente di passare più informazioni perché non si perde tempo a rispiegare di nuovo argomenti non compresi e c’è un maggior rilassamento perché non c’è il timore di perdere qualcosa. Di solito, poi, gli allievi vogliono provare subito con lo strumento quello che gli si spiega, mentre in questo caso lo possono fare con calma da soli.

MusicEdu Tra l’altro l’allievo può registrare il suo esercizio e rimandarlo all’insegnante…

Mario Guarini Questo è il secondo vantaggio. Durante la lezione non si perde troppo tempo a verificare un esercizio della lezione precedente, come si fa in presenza. Con la lezione online il controllo degli esercizi viene fatto tra una lezione e l’altra, tramite invio della registrazione dall’allievo all’insegnante. In questo modo l’allievo si responsabilizza e comprende anche quanto sia importante registrarsi per migliorare. Lui per primo deve essere soddisfatto di quello che ascolta prima di inviare la registrazione al docente. E qui arriva il terzo vantaggio. Molti di loro si sono ritrovati con il problema di doversi registrare a casa, ma quasi nessuno aveva l’attrezzatura per farlo. Eppure oggi non esiste più il concetto di turnista in studio di registrazione, perché il 99% delle session vengono registrate dai musicisti nel loro studio casalingo per poi essere inviate in studio per il mix. Fare il “turnista” oggi non vuol dire più essere pronti per andare a lavorare negli studi di registrazione, ma significa essere anche in grado di registrare a casa le tracce del proprio strumento. La tecnologia di oggi ci permette con una spesa accessibile di registrare una traccia veramente professionale in casa. Serve un buon microfono a condensatore, un buon preamplificatore e imparare a registrare usando una interfaccia audio. Si deve creare un rapporto con questi strumenti facendo un po’ di pratica e usando le orecchie per trovare il miglior compromesso. Certo, il pianoforte e la batteria sono strumenti che richiedono più impegno, ma in futuro un produttore preferirà coinvolgere un professionista in grado di registrare le parti da sé. Su questo sono abbastanza drastico con gli allievi, perché già veniamo da una grande crisi discografica e non possiamo pensare che dopo questo ulteriore periodo di difficoltà aumenteranno i budget per la produzione in studio. Il lavoro del turnista avverrà sempre di più da casa, magari collegandosi con Zoom per concordare il lavoro. Penso anche a piattaforme web come Fiverr, che offrono piccoli servizi di ogni genere a livello globale e sul quale ci si può iscrivere come fornitore di servizi di tipo musicale. Io stesso avevo bisogno di un’ambientazione giapponese su un mio brano e su Fiverr ho trovato un musicista giapponese che con 30 dollari mi ha registrato una parte di shakuhachi che avevo deciso di inserire, evitandomi così di doverla suonare con un campionatore, e con ben altri risultati. Se il mercato musicale è in crisi, l’unica possibilità che abbiamo noi musicisti per sopravvivere è allargare il nostro mercato ti riferimento. In definitiva, essere costretti a registrarsi ha obbligato gli allievi a organizzarsi e ad appassionarsi di interfacce audio, software e microfoni, migliorando i propri skills con nuove capacità audio/video che li proietta nel lavoro del futuro. 

MusicEdu Tutti questi risvolti positivi hanno a che fare con relazioni di tipo individuale, dalla lezione face to face al contributo del singolo musicista non incluso in un gruppo di lavoro…

Mario Guarini Certo, per chi insegna laboratorio o musica d’insieme è un po’ diverso perché in questo momento manca la possibilità di far interagire gli allievi. Ma vedrai che da qui a poco, arriveranno piattaforme che permetteranno di far suonare insieme gli allievi in maniera agevole, permettendo a tutti di fare laboratori virtuali a buon livello. 

MusicEdu Molto dipenderà dalla connessione a banda larga, non ancora completata in tutta Italia…

Mario Guarini Bisognerà creare degli ambienti adatti. I Conservatori potrebbero allestire delle stanze a disposizione degli allievi rispettando il distanziamento, se necessario.

MusicEdu Al di là della pandemia, se i musicisti avessero in futuro la possibilità di fare musica d’insieme con musicisti esterni al Conservatorio, anche molto distanti, sarebbe una grande opportunità.

Mario Guarini In Italia le Università e i Conservatori sono già cablati con una rete professionale che parte da Trieste e arriva a Cosenza. Si chiama GARR ed è un percorso che collega tutta la dorsale europea della didattica. Se potessero usarla, i ragazzi potrebbero fare un laboratorio insieme ad allievi di altri Paesi, parlando in lingua inglese e aprendo così le porte a un futuro professionale veramente internazionale. Un ragazzo di oggi dovrebbe avere l’idea che, accendendo il computer per studiare, non è da solo nella sua cameretta, ma è collegato a una rete dove accadono cose a cui lui può accedere continuamente, che si tratti della lezione del suo insegnante o di un laboratorio organizzato in una città straniera. Una volta restare a casa in un paese della provincia significava essere esclusi dai luoghi in cui accadevano le cose più importanti; oggi invece significa poter essere affacciati su un mondo in cui accade di tutto.

MusicEdu Mi racconti qualcosa del Conservatorio Nino Rota di Monopoli?

Mario Guarini È il posto in cui ho iniziato a insegnare in Conservatorio, con un solo allievo iscritto. Rispetto ad altri Conservatori, quello di Monopoli ha investito molto nella musica moderna ma aprendo una sede molto ben attrezzata e separata da quella classica, perché i due mondi si guardano ancora con sospetto. A Monopoli non mi sono mai sentito ospite di un contesto tradizionalista e così posso fare lezione come se mi trovassi in un scuola di musica moderna. Tutto questo grazie al Direttore Roberto De Leonardis, pianista di formazione classica che ha avuto esperienze in altri ambiti musicali e ha potuto innovare con grandi risultati dal punto di vista degli iscritti, grazie anche al contesto pugliese molto vivace dal punto di vista musicale. Il livello dei ragazzi iscritti al quarto anno, poi, è veramente alto. Anche a Trento, dove ho insegnato per tanti anni, c’è una sede molto moderna e, insomma, nei Conservatori comincia a esserci un’energia positiva anche nell’ambito della musica pop rock, con tutti i vantaggi di una scuola accademica che ti obbliga a studiare seriamente teoria e solfeggio, storia della musica, ecc. 

MusicEdu Nella costruzione delle graduatorie per le cattedre pop rock è ancora aperta la questione dei titoli…

Mario Guarini È un argomento molto complesso e delicato perché c’è uno storico nel mondo della classica che in quello pop rock non c’è. Mentre nelle graduatorie a chiamata vengono valutati  entrambi i titoli artistici e di studio, io mi vedo valutare quelli artistici per chiara fama perché ho fatto tutta la mia carriera lavorando ad alto livello. Però ciò non accade nella graduatoria nazionale, dove vengono azzerati i titoli artistici. Il succo è che, secondo me, per fare una valutazione seria di qualcuno che lavora nell’ambito della musica moderna, per forza devono essere valutati i titoli artistici, perché la maggior parte di noi non ha titoli di studio acquisiti in ambito pop rock. Ci vorrà un’altra generazione affinché tutte e tre le discipline, classica, jazz e pop rock vengano trattare allo stesso modo, quando cominceranno a esserci musicisti pop rock laureati in Conservatorio che si candideranno per insegnare. 

MusicEdu Al di fuori del Conservatorio continui a tenere seminari nelle scuole private?

Mario Guarini Il mio seminario Come diventare un Musicista migliore ha compiuto 5 anni. La sfida era riuscire a tenerne uno in tutte le regioni d’Italia e proprio al compimento dei 5 anni ci sono riuscito con le ultime due scuole in Molise e in Val D’Aosta, poco prima che arrivasse la pandemia. Al di là della sfida, girare l’Italia è stata un’esperienza straordinaria perché ho avuto conferma di quanto sia importante la provincia per l’insegnamento della musica pop rock in Italia, con direttori di scuole che si occupano di ciò che dovrebbe fare lo Stato, portando un luogo di musica e di distrazione per i ragazzi, che possono stare insieme e costruire qualcosa di buono. Finora abbiamo parlato dei Conservatori, ma non dobbiamo dimenticare il lavoro di queste realtà, basate spesso sulla fatica personale di una famiglia o di un gruppo di musicisti che avviano un’attività didattica. Sul tour del seminario ho fatto un video proprio per testimoniare queste realtà meno blasonate, ma che spesso fanno didattica ad alto livello e che avrebbero tutte le carte in regola per diventare centri di formazione propedeutica ai Conservatori. Solo le piccole scuole di musica locali hanno la possibilità di avvicinare alla musica i ragazzi di oggi. Ed è qui che si capisce anche quanto sia importante l’esperienza umana, perché vanno bene le lezioni online ma l’energia di stare vicini suonando è impagabile per la crescita di un musicista. La sintesi secondo me è continuare a utilizzare la didattica online con tutti i vantaggi che porta e poi usare forme di aggregazione come le masterclass, i seminari e i laboratori di musica di insieme.

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