LICEO ZUCCHI DI MONZA: IL JAZZ COME SCELTA DI INDIRIZZO MUSICALE

di Piero Chianura

Nel 2021 il liceo classico Zucchi di Monza ha compiuto 150 anni. Nato come ginnasio nel 1871, l’istituto è anche sede da 10 anni di un prestigioso liceo musicale, che è riuscito a farsi apprezzare ben oltre il suo ambito territoriale di riferimento. Per la qualità della sua offerta formativa e per il dinamismo con cui riesce a muoversi all’interno della rete scolastica, il liceo musicale Zucchi è una realtà ben accreditata anche a livello istituzionale. È così che il progetto “Curvatura Jazz e musiche improvvisate” ideato dal prof. Armando Calabrese e supportato dalla Dirigente Scolastica del liceo, Rosalia Caterina Natalizi Baldi, ha vinto a pieno titolo il bando della Regione Lombardia rivolto a progetti di ampliamento dell’offerta formativa dei licei musicali attraverso corsi jazz e nuovi linguaggi musicali.

MusicEdu Quali sono le ragioni che hanno spinto e spingono sempre più famiglie a voler iscrivere i loro figli al vostro liceo musicale?
Rosalia Caterina Natalizi Baldi Anzitutto le rassicuriamo sul fatto che oggi un liceo musicale non forma futuri disoccupati, partendo anche dal presupposto che il successo economico non è l’obiettivo cardine nella formazione di una persona. Poi le rassicuriamo sul fatto che il musicale ha tutta la sostanza di un impianto liceale, che non preclude alcuna strada oltre a quella musicale. Già con queste premesse, le famiglie che hanno personalmente già provveduto alla formazione musicale dei loro ragazzi non necessariamente nelle scuole medie a indirizzo musicale, ma che già attribuiscono valore all’apprendimento della musica, capiscono quali sono le prospettive che vengono offerte ai loro ragazzi e che non sono certo una diminuzio di opportunità. Accade spesso che, dopo 5 anni di preparazione completa, uno studente maturi un orientamento specifico su discipline non caratterizzanti del musicale, come la filosofia, la matematica, ecc. e che continui a godere del fare musica anche se avrà intrapreso un percorso professionale diverso. E sarà comunque una persona più completa. Anche il passaparola positivo di chi ha avuto esperienza in questa nostra scuola fa tanto e spinge anche gli spostamenti da altri licei musicali al nostro, cosa che ci dispiace, ma che dà riconoscimento al nostro lavoro. Quest’anno abbiamo ricevuto una quarantina di richieste di iscrizione, ma purtroppo abbiamo a disposizione una sola classe da 25. Così ci capita di dover dirottare verso altri licei lombardi i ragazzi che pur essendo idonei non hanno trovato posto da noi.

MusicEdu Quasi sempre i licei musicali sono nati a fianco di un liceo pre-esistente. Il fatto che il vostro liceo sia nato da un liceo classico, forse offre maggiori garanzie alle famiglie sulla qualità dell’insegnamento delle materie umanistiche anche al musicale?
Natalizi Baldi Non avevo mai fatto una lettura di questo genere, ma effettivamente l’organico dei docenti è comune per certe classi di concorso tra classico e musicale. I docenti di filosofia, per esempio. Ci sono anche certe scelte strategiche che il dirigente scolastico può fare. Per esempio, il nostro docente di italiano, il prof. Bulega, che ha una sua storia di chitarrista rock, si è fatto promotore di un’iniziativa che ha interessato entrambi i licei: ha creato una giornata dedicata ai compositori in cui, chiunque componga musica, studente o docente, è stato invitato a suonare sul palco nella giornata del 4 giugno. È così che abbiamo scoperto quanti studenti sono impegnati a comporre musica e che hanno voluto partecipare. D’altro canto, quando il docente è lo stesso, deve anche essere capace di capire quali scelte di insegnamento fare nel liceo classico e quali nel musicale.

MusicEdu Riuscire a organizzare iniziative di questo genere è un altro dei punti di forza del vostro liceo…
Natalizi Baldi La nostra capacità organizzativa ha il suo peso, visto che anche l’Ufficio Scolastico Regionale ha deciso di attribuire il ruolo di capofila al nostro liceo qui a Monza, per il progetto delle orchestre regionali. Abbiamo anche buone relazioni con la rete delle scuole medie a indirizzo musicale e siamo sempre presenti quando è il momento di coordinarsi con altre realtà scolastiche. E non parlo solo delle richieste di iscrizione, ma proprio di collaborazioni tra i nostri ragazzi e quelli delle scuole medie. Senza dimenticare le iniziative interne al liceo. Per esempio, il corso di musica d’insieme per tutte le classi è dedicato all’attività corale. Tutti gli studenti, dal primo al quinto anno, hanno repertorio comune e siamo riusciti a eseguire i Carmina Burana proprio perché, oltre all’orchestra, abbiamo potuto preparare anche il nostro coro.

MusicEdu Rapportarsi con il territorio è più facile in una realtà urbana come quella di Monza, peraltro posizionati come siete in una zona centralissima della città, rispetto alla complessità di una realtà anche più dispersiva come quella della metropoli milanese.
Natalizi Baldi Si, ma bisogna anche essere generosi, perché dalle istituzioni locali arrivano molte richieste di copertura di ricorrenze, eventi e spettacoli realizzati dai nostri ragazzi e docenti. È un gioco di equilibri perché, da un lato devi far capire che non si può chiedere una nostra partecipazione tre giorni prima di un evento, come spesso accade, e dall’altro bisogna cercare di dare risposte positive perché le istituzioni poi riconoscano il tuo ruolo. Se la Provincia di Monza e Brianza ha deciso finalmente di darci una nuova sede con un auditorium è anche dovuto al fatto che chi ha deciso di farci questa concessione ha capito cos’è un liceo musicale e come lavoriamo sul territorio.

MusicEdu E poi c’è l’innovazione nell’ambito specifico della vostra offerta formativa, in particolare il progetto “Curvatura jazz”.
Natalizi Baldi Anche la capacità di vedere tracce di innovazione contribuisce a rendere attraente la nostra offerta formativa. Da dirigente scolastico senza una cultura musicale, ho comunque il compito di favorire lo sviluppo della cultura interna alla scuola, per cui se comprendo che i miei docenti hanno una proposta significativa per la crescita del Liceo, lavoro al loro fianco, per ciò che mi compete, facendo il possibile per far fluire il loro desiderio di innovazione, Questo è quello che è capitato con il prof. Calabrese quattro anni fa quando, appena approdata in questo liceo con il compito di creare anche l’offerta formativa del triennio successivo, si presentò proponendo di integrare il percorso di apprendimento della musica classica facendo un passo in avanti verso il mondo del jazz. Una volta verificato che il progetto aveva gambe per camminare, lo abbiamo avviato convincendo anche i più scettici del valore del progetto. Ultimamente grazie a un bando regionale per il finanziamento di progetti jazz biennali abbiamo potuto ampliare il nostro progetto, che Regione Lombardia ha anche voluto presentare nell’ambito di Indire come esempio virtuoso.

MusicEdu Ci parli allora di questa “curvatura jazz”, Prof. Calabrese.
Armando Calabrese Il progetto “Curvatura jazz e musiche improvvisate” ha l’obiettivo di attivare un percorso di curvatura didattica all’interno delle ore curriculari previste dal Liceo Musicale con lo scopo di promuovere l’acquisizione di specifiche competenze sulla pratica del jazz, della musica improvvisata, del lavoro d’insieme in jazz ensemble e formazioni caratteristiche (trio, quartetto etc…), in una dimensione creativa e personale del far musica.
L’innovazione del progetto dal punto di vista didattico non è portare il jazz nelle scuole, perché in una qualche maniera già esiste in diversi licei musicali, ma è quella di attivare un vero e proprio indirizzo jazzistico. Abbiamo cioè inserito questa curvatura incardinandola ufficialmente nell’offerta formativa del liceo, non come laboratorio aggiuntivo, ma come un indirizzo che i ragazzi scelgono in fase di ammissione. Questo elemento di novità ha ricevuto l’attenzione del Ministero perché è come se il jazz fosse entrato di fatto nell’insegnamento curricolare dei ragazzi. L’avvio della curvatura jazz nel nostro liceo ha determinato che, nella programmazione annuale, un docente è tenuto a dare una quota parte del proprio indirizzo didattico alla musica improvvisata, così come i laboratori di musica di insieme devono tenere conto dell’indirizzo scelto dai ragazzi. Non è una cosa da poco perché, quando si tratta di progetti extra-curricolari, quello che si ottiene è, nel migliore dei casi, che un ragazzo sappia leggere una partitura di una big band, che è una competenza, certo; ma è ben altro che saper leggere una pagina di Real Book riuscendo a improvvisare, come nel nostro caso. E qui la differenza la fa il docente. Noi abbiamo la fortuna di essere partiti in quattro colleghi fortemente motivati: oltre a me per pianoforte jazz, Luca Casiraghi per batteria jazz, Enea Fornoni per saxofono jazz e Mario Mariotti per la tromba jazz.

MusicEdu Poi è arrivato l’impulso del bando della Regione Lombardia che avete vinto con punteggio pieno…
Calabrese Sì, con il progetto biennale “Turn on Your Star – Zucchi Jazz Department“, che ci permetterà di aggiungere nell’anno scolastico 2022-2023 l’insegnamento di ulteriori strumenti all’interno della curvatura jazz affidato ad esperti esterni: contrabbasso jazz, chitarra jazz, trombone jazz, canto jazz e basso elettrico. 

MusicEdu Immagino che questa suddivisione per strumenti preservi in realtà la trasversalità della pratica musicale.
Calabrese In noi docenti è forte la consapevolezza che questa curvatura jazz mobiliti una competenza trasversale, creativa e immaginativa, direi una competenza “di cittadinanza” con un valore educativo che va ben oltre la pratica musicale. La musica improvvisata in generale cambia la vita delle persone perché libera aspetti creativi a cui uno studente del liceo classico non accede facilmente, ma che sono fondamentali per il mercato del lavoro di oggi.
Natalizi Baldi Anche se non sarebbero stati coinvolti direttamente, sono stati proprio i docenti del classico ad appoggiarci in collegio, perché hanno ravvisato in questa curvatura un valore aggiunto di apprendimento anche per i loro studenti. 
Calabrese: Senza dimenticare che questo approccio porta nei ragazzi la gioia di suonare con un’energia e una passione che molto spesso si perdono in una iper settorializzazione e nello stress competitivo di oggi. Oggi  i ragazzi hanno il mondo nel loro telefonino. Se stanno imparando a suonare si accorgono facilmente che quello che sono in grado di fare a 16 anni, magari un ragazzo coreano lo sa fare anche meglio di loro a 6 anni! Ma questo stress è tanto più forte quanto i ragazzi si iper-specializzano. Quando invece c’è una curiosità trasversale che è la matrice principale del fare musica insieme per la sola gioia di farlo, questo tipo di stress non ha più senso.

MusicEdu È proprio la relazione con il mondo reale, fatto di persone e di progetti che cerchiamo di condividere, che ci porta a maturare e a rafforzare la nostra identità.
Calabrese Un altro degli aspetti innovativi è far capire allo studente che questa curiosità, versatilità e apertura relazionale, artistica e immaginativa  farà la differenza nel mondo del lavoro, e li proietterà anche verso la dimensione dell’alta formazione, nei confronti della quale non avremmo altrimenti un aggancio. Invece, diversi nostri studenti sono stati ammessi ai corsi AFAM non solo nel Jazz ma anche nel Pop-rock.
Anche per questo il mio processo didattico è portare un allievo a suonare con la propria lingua, non imporgli la mia. La didattica jazz di questi anni sta cominciando ad avere questa sensibilità rispettosa delle inclinazioni degli allievi.

MusicEdu Per fare questo è molto importante spingere gli allievi ad ascoltare molta musica diversa.
Calabrese Quando abbiamo convertito il primo esperimento in vera e propria curvatura jazz, abbiamo fatto in modo che i primi due anni fossero anni di osservazione e ascolto, perché molto spesso i ragazzi scelgono il jazz, ma non hanno conoscenza jazzistica. Perciò è importante farli suonare insieme nel contesto della big band in modo che capiscano di cosa si tratta e solo dopo fargli dare il suo contributo personale. I ragazzi non sono abituati a comprendere che quello che accade su un palcoscenico jazz è per il 99% non scritto.

MusicEdu Tra le vostre iniziative c’è stata anche quella di un interessante seminario tenuto dalla grande esperta a livello internazionale Laura Rossi sul mondo dell’editoria musicale (vedi MusicEdu n.01/2020 “Viaggio nello spartito musicale”, NdR.
Calabrese Sì, i ragazzi mostrano spesso volontà compositiva e di improvvisazione in relazione a tutti i generi musicali ma non hanno idea di cosa significhi gestire il frutto del loro ingegno. Così abbiamo diviso il seminario in due parti: La prima, curata da Laura Rossi, ha affrontato il mondo dell’editoria e i suoi risvolti dal punto di vista delle professioni coinvolte. La seconda, a cura di Giovanni Poggio, ha raccontato ai ragazzi come gestire oggi la propria visibilità sul web avendo rispetto della propria opera. Non solo dunque come fruire di uno spartito nel rispetto delle persone che lavorano dietro la sua produzione, ma anche come comportarsi quando essi stessi diventano compositori. Oggi i ragazzi consegnano l’opera del proprio intelletto al mondo senza alcuna protezione. Grazie a questi incontri i ragazzi hanno scoperto cose che nessuno gli aveva mai raccontato.

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