LA FORMAZIONE CONTINUA… FORMAZIONE DIDATTICO-MUSICALE A DISTANZA, OPPORTUNITÀ E LIMITI
di Lorella Perugia
L’espansione della didattica a distanza sul web ha dato impulso alla crescita delle offerte formative online, coinvolgendo anche il campo della formazione didattico-musicale. Sebbene queste modalità di apprendimento abbiano portato numerosi vantaggi, l’insegnamento musicale, che richiede un approccio multisensoriale (in cui voce, corpo, suono e strumento interagiscono profondamente) evidenzia alcune criticità su cui è importante riflettere.
Negli ultimi anni, il panorama della formazione ha subito un’evoluzione significativa, accelerata dalla pandemia, che ha spinto la transizione digitale e il lavoro ibrido a diventare la nuova normalità. Anche nel campo della formazione didattico-musicale, rivolta a insegnanti di scuola e operatori del Terzo settore musicale, si è assistito a una rapida diffusione della didattica a distanza, agevolata dalla crescente disponibilità di internet e dall’uso di dispositivi tecnologici sempre più avanzati.
Le offerte formative a distanza sono proliferate, sono nate numerose piattaforme di e-learning e il numero dei formatori è triplicato. Tuttavia, sebbene l’adozione di queste modalità di apprendimento abbia portato notevoli vantaggi, sono emerse criticità che meritano un’attenta riflessione, soprattutto nel contesto didattico-musicale, che richiederebbe un approccio multisensoriale (voce, corpo, suono, strumento).
Ho già trattato questi temi illustrando documenti pubblicati per denunciare una situazione che sembra essere sfuggita di mano (cfr. Formazione didattico-musicale tra quantità e qualità, Musicedu n. 20/2024 https://musicedu.it/la-formazione-continua-e-facile-parlare-di-educazione-musicale-se-sai-come-farlo/). Questo articolo intende approfondire la riflessione già avviata, mostrando come gli stessi vantaggi della didattica online possano nascondere rischi significativi.
LIMITI DELL’ACCESSIBILITÀ SENZA LIMITI
Consideriamo, per esempio, il grande vantaggio della diffusione e dell’accessibilità illimitata della formazione. Oggi chiunque può accedere a corsi e risorse didattiche da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, gestendo meglio il proprio tempo e conciliando l’aggiornamento professionale con gli altri impegni professionali. È possibile partecipare da casa a dibattiti e convention con figure di spicco, ascoltando la viva voce di pedagogisti e didatti di fama, senza dover affrontare onerosi e faticosi spostamenti. Si può scegliere tra numerose proposte quella che più si avvicina alle proprie esigenze, entrando in contatto con realtà di ogni tipo e scoprendo pratiche e modalità didattiche italiane o estere che, senza Internet, difficilmente avremmo potuto conoscere.
Tuttavia, si tratta quasi sempre di corsi ed eventi in cui, per l’elevato numero di partecipanti o per la disponibilità limitata a video e lezioni asincrone, è difficile, se non impossibile, entrare in contatto diretto con il formatore, porgli domande o ottenere indicazioni per il proprio contesto specifico. Questa mancanza di interazione limita fortemente, depotenzia e compromette la qualità dell’apprendimento.
Nei corsi online, anche per il formatore restano ampi margini di dubbio sull’effettiva trasmissione dei contenuti e sul livello di apprendimento dei partecipanti. L’assenza di “tridimensionalità dell’esperienza”, specialmente quando si propone un’attività musicale, e l’impossibilità di osservare pienamente le reazioni dei partecipanti trasformano l’apprendimento più in una semplice condivisione di informazioni che in un percorso realmente formativo. Ciò può essere utile per integrare competenze preesistenti in soggetti già esperti, ma non sufficiente per svilupparne di nuove, contrariamente a quanto affermano spesso i messaggi che promuovono questi corsi.
La mancanza di relazione nei contesti online è la norma e tende a ridurre il coinvolgimento e la motivazione. L’apprendimento online richiede un alto livello di autodisciplina, difficile da mantenere senza la struttura di un ambiente fisico e la presenza di un gruppo di pari. La ridotta interazione faccia a faccia con colleghi e formatori limita il senso di comunità e il supporto reciproco, elementi essenziali per un percorso formativo completo.
La facile accessibilità dei contesti formativi online, insieme alla semplicità dei mezzi utilizzati, rappresenta inoltre un’opportunità con il rovescio della medaglia. Se da un lato consente a chiunque di accedere come utente, dall’altro permette a chiunque di proporsi come formatore. In particolare, nell’ambito didattico-musicale non esistono criteri pubblici e riconosciuti che definiscano chi possa svolgere questo ruolo e chi no. Questo vuoto normativo sta favorendo l’emergere di formatori impreparati, che spesso controbilanciano la mancanza di competenze con una forte capacità promozionale online, sovente a discapito di professionisti esperti meno abili nell’autopromozione digitale. La proliferazione incontrollata di corsi online rende difficile valutare la qualità e l’accreditamento dei programmi, con il rischio di imbattersi in offerte che non garantiscono un’istruzione adeguata o aggiornata, compromettendo così la crescita professionale dei docenti.
COSTI BASSI, A QUALE COSTO?
Uno dei grandi vantaggi della formazione online è la riduzione dei costi, che elimina spese aggiuntive di trasferta e offre risorse online disponibili gratuitamente o a costi molto contenuti, grazie all’ampia partecipazione. Tuttavia, questa riduzione rischia di svalutare il lavoro del formatore, trasformando la sua professionalità in un’attività svolta più per passione che per competenza reale. È legittimo che la formazione sia guidata dalla passione piuttosto che dalla professionalità? Se da un lato la possibilità di confrontarsi con realtà differenti consente di conoscere pratiche diverse, l’emergere di nuovi corsi e nuovi formatori a ogni clic rischia di riportare alla luce e diffondere vecchie modalità ormai superate, soprattutto quando chi sceglie non possiede le competenze necessarie per selezionare percorsi formativi davvero innovativi e stimolanti.
E quanto è etico promuovere corsi a prezzi irrisori, privilegiando la quantità a scapito della qualità? Questo conduce inevitabilmente alla necessità di lavorare con grandi numeri, amplificando gli aspetti negativi già citati: l’assenza di relazione e la tendenza a un’attività informativa piuttosto che formativa.
IMMATERIALITÀ DI INTERNET E FISICITÀ DEL SUONO
Senza dubbio, la formazione a distanza, se ben progettata e strutturata, offre la possibilità di diversificare le risorse didattiche. I corsi possono includere materiali multimediali, come video, audio, spartiti interattivi e software per la creazione musicale, rendendo l’apprendimento più dinamico e adattabile a diverse modalità di apprendimento. Inoltre, l’accesso a forum e comunità online facilita lo scambio di idee e risorse tra i docenti.
Tuttavia, nel campo della didattica musicale, il suono dovrebbe restare l’elemento primario. Ma come si può parlare di suono e lavorare sulle sue caratteristiche: sul timbro di uno strumento, sulle micro inflessioni della voce cantata o parlata, sulla confluenza di suono e corpo, affidandosi a dispositivi elettronici che inevitabilmente alterano l’emissione acustica?
Come si può sviluppare la capacità uditiva, accrescere i potenziali di un organo così sensibile e prezioso come il nostro orecchio, sensibilizzare sull’espressività del suono attraverso altezza, dinamica, agogica, se ci si limita al suono elettronico o elettrificato, rinunciando alla sua percezione fisica, potremmo dire corporea?
Senza contare che connessioni internet instabili o dispositivi inadeguati possono compromettere di molto la qualità dell’esperienza formativa online, soprattutto quando si tratta di riproduzione dei suoni.
CONCLUSIONI
Nel contesto didattico-musicale, la mancanza di interazione fisica e di attività pratiche rappresenta un limite insormontabile. Senza la possibilità di acquisire competenze attraverso l’esperienza diretta, ogni percorso formativo rischia di risultare inefficace. Non ci si può formare alla musica d’assieme, alla direzione o al canto corale seguendo un video, senza farne esperienza diretta: sarebbe come cercare di imparare a camminare leggendo un libro o guardando un video di qualcuno che cammina.
Non intendo sminuire la formazione a distanza, che offre indubbiamente grandi opportunità, come già sottolineato. Tuttavia, è sempre più importante fare scelte consapevoli, evitando le scorciatoie di soluzioni rapide e a basso costo. Il valore dell’esperienza diretta è cruciale per una crescita formativa autentica, e non ci si può accontentare di attività standardizzate o di formatori isolati che si professano esperti di metodi innovativi e infallibili, ma che spesso mancano di competenze reali e di confronto con figure e realtà consolidate.
Per sviluppare competenze didattico-musicali, è essenziale affidarsi a professionisti qualificati, inseriti in contesti con una comprovata esperienza nell’educazione musicale e nella formazione del personale scolastico (ambito in cui l’Italia vanta eccellenze riconosciute). Questo è il modo più sicuro per ridurre i rischi e garantire un percorso formativo completo e di valore.
Sviluppare tali competenze attraverso attività in presenza, che promuovano relazioni autentiche, confronto tra pari e l’interazione con corpo e voce (strumenti fondamentali nella musica) è cruciale per un’esperienza formativa realmente efficace. L’abbiamo visto tutti durante la pandemia: i nostri allievi non imparavano semplicemente ascoltandoci tramite video nelle lezioni online. Perché, allora, dovremmo pensare che questo metodo possa funzionare per noi?