IL CONSERVATORIO BEN CABLATO. UN SEMINARIO SULL’IMPORTANZA DEI CAVI

Nei giorni 23 e 24 giugno scorsi, l’aula magna del Conservatorio Domenico Cimarosa di Avellino ha ospitato un seminario condotto da un veterano del cablaggio audio professionale in Italia, Angelo Tordini. Il fondatore del costruttore italiano di cavi e connettori professionali Reference Cables ha cablato un vero e proprio palco funzionante per dare la possibilità agli studenti di comprendere “sul campo” l’importanza della scelta di cavi di connessione di qualità, indipendentemente dai modelli e dai marchi che li producono. Ne abbiamo parlato con Massimo Aluzzi, docente di elettroacustica (nonché stimato sound engineer) che ha organizzato insieme ai colleghi Alba Battista (elettroacustica) e Giorgio Savarese (informatica musicale) il programma di incontri su aspetti concreti delle professioni di fonico e di musicista, in cui il seminario di Tordini era inserito.

MusicEdu Negli ultimi anni, i Direttori di diversi Conservatori di Musica italiani hanno aperto le porte all’industria musicale con l’obiettivo di aggiornare docenti e studenti sulle innovazioni che hanno coinvolto soprattutto gli strumenti musicali moderni. Questi incontri, validi anche per gli strumenti tradizionali, acustici o elettrici, consentono agli studenti di informarsi a scuola anziché attraverso i social network o altri canali di comunicazione ormai tutti assoggettati a regole esclusivamente commerciali.
Massimo Aluzzi È un po’ di tempo che mi batto per questo tipo di incontri. Dopo molti anni di professione privata di fonico da studio e live sono entrato in Conservatorio a Salerno diciotto anni fa, quando in Italia non c’erano ancora delle scuole che formavano tecnici del suono in ambito musicale, a parte la storica APM di Saluzzo e la SAE. C’è sempre stato un grosso gap tra il mondo accademico e quello professionale e la formazione dei musicisti era ed è ancora legata soprattutto alla visione accademica mentre continuo a pensare che il mondo dei Conservatori deve legarsi sempre di più al mondo del lavoro. Oggi però posso dire che un po’ alla volta e grazie anche alla lungimiranza del precedente direttore Carmelo Columbro e con il Direttore attuale Gabriella Della Sala insieme al vice direttore Fausto Trucillo, siamo riusciti collegare i due mondi, cercando di raccontare cosa succede fuori dalle aule del Conservatorio. Così, dal prossimo anno accademico ci sarà un corso strutturato a cui abbiamo dato il nome “L’arte di farsi registrare” in cui gli studenti presenteranno un progetto che dovrà essere realizzato dagli allievi musicisti e tecnici del suono insieme. L’obiettivo è quello di imparare come approcciare la produzione reale, sia dal punto di vista della relazione tra musicisti e tecnici, sia nel rapporto con il suono degli strumenti e con gli attrezzi del mestiere, dalle cuffie audio, ai microfoni, ai cavi, ma anche cose come la posizione delle sorgenti nello spazio e la scelta delle tonalità più adatte. 

MusicEdu Per quanto riguarda i musicisti, nei Conservatori gli aspetti tecnici degli strumenti musicali non vengono quasi mai affrontati. Ci si limita a scegliere uno strumento di qualità senza andare troppo a fondo sugli aspetti costruttivi. È fondamentale che uno studente musicista affronti con un insegnante di professione sound engineer tutti quegli aspetti che hai appena descritto, sia tecnici sia di relazione tra figure professionali diverse.
Massimo Aluzzi Qui ad Avellino la direzione del Conservatorio ha una visione del musicista aperto al mondo esterno, che passa anche dall’organizzazione di concerti al di fuori delle aule, nelle strade e in locali cittadini. In questo devo citare la mia collega Alba Battista, giovane docente di musica elettronica, che per me rappresenta l’anello di congiunzione tra le idee e la realizzazione concreta dei progetti. Per esempio, grazie a lei siamo riusciti a rendere obbligatori dei corsi di tirocinio per i nostri studenti in collaborazione con il Teatro San Carlo di Napoli in contesti reali.

MusicEdu Come hai trovato gli studenti del primo anno dal punto di vista della loro preparazione tecnica già acquisita, magari attraverso il web?
Massimo Aluzzi I ragazzi che si approcciano al corso di tecnico audio, non hanno ben chiara la visione di cosa sia un fonico e di cosa vuol dire cercare di riprodurre un suono reale così com’è. Sono portati a manipolare subito il suono di uno strumento. L’assenza di rispetto per la generazione primaria è il segno dei tempi in cui viviamo.

MusicEdu Mentre nella produzione professionale la tendenza oggi è semmai quella di modificare un suono attraverso il posizionamento dei microfoni…
Massimo Aluzzi Esattamente. Il corso “L’arte di farsi registrare” è interessante proprio perché, appena il musicista sale sul palco, gli chiediamo subito di spostarsi in punti diversi per capire come cambia il suono a seconda della sua posizione. È così che il musicista si accorge per primo di come possa sentirsi meglio in un punto del palco piuttosto che in un altro. Dopodiché si scelgono diversi microfoni e si prova a microfonare cercando di scoprire qual è il suono più vicino a quello originale o magari quello più interessante, perché sono entrambi validi. Insieme al musicista, si sceglie la soluzione migliore per poi arrivare alla registrazione, all’editing e al mix. Alla fine è sempre il musicista a dire al fonico qual era la sua idea di suono e ci si confronta su quello che si è fatto. È nella pratica che ci si rende conto del valore dei principi teorici e della possibilità di prendere direzioni anche diverse da quelle canoniche, ma in modo consapevole.

MusicEdu Come si è svolto in concreto il seminario di Angelo Tordini?
Massimo Aluzzi Abbiamo montato il palco nell’aula magna, in parte già trattata acusticamente, per ospitare una formazione jazz, con batteria acustica, basso, due amplificatori per chitarra e una tastiera elettronica. I microfoni erano Shure SM58 e il mixer un digitale S21 Digico con monitor audio Genelec 8050 per avere un ascolto da studio. Abbiamo allestito un doppio cablaggio con cavi e DI standard da una parte e cavi e DI portati da Angelo Tordini di diverso tipo a seconda della sorgente microfonica o di linea/strumento dall’altra. Tordini aveva preparato delle slide che abbiamo proiettato su schermo per accompagnare le sue spiegazioni. Per prima cosa abbiamo fatto delle comparazioni sui singoli strumenti per capire come cambiava il suono ripreso con cavi standard e poi con i cavi di Tordini. Abbiamo usato 12 canali del mixer per registrare le sessioni con cablaggio standard e altri 12 canali per le sessioni con il cablaggio di Tordini. In questo modo abbiamo potuto confrontare velocemente i risultati dei due setup di cablaggio.

MusicEdu Nella produzione musicale di oggi, da una parte c’è chi continua a lavorare sulla costruzione di suoni manipolati, quasi a prescindere dalla realtà, e dall’altra invece c’è chi cerca di riprodurre fedelmente un contesto di strumenti posizionati in un ambiente reale. Oggi i ragazzi hanno la possibilità di fare esperienza con entrambe le modalità di produzione e decidere quando è bene lavorare in un modo o nell’altro. I seminari che Angelo Tordini ha deciso di portare nei Conservatori e nelle scuole di musica in generale fanno riferimento a un contesto “reale”, quello in cui tutta la catena di ripresa del suono degli strumenti (in cui è fondamentale il cablaggio) punta al rispetto delle fonti sonore.
Massimo Aluzzi Quello che mi ha fatto molto piacere del seminario di Angelo Tordini è stata proprio la risposta dei musicisti e dei cantanti. Sono stati loro a rendersi conto che l’uso di un cavo adeguato era in grado di farli sentire a loro agio perché si ritrovavano con il loro suono. Alla fine del seminario, Angelo Tordini (che, per inciso, ha citato il marchio Reference con discrezione una sola volta al termine dell’incontro) è stato assalito dai musicisti che volevano avere informazioni sui cavi che avevano usato. I musicisti spendono molti soldi per acquistare il loro strumento, l’amplificazione e gli effetti e non sanno che un cavo inadeguato può mandare all’aria tutto quanto. Se si provano dieci chitarre per scegliere la migliore e si sceglie muta di corde più adatta a quella chitarra, non c’è ragione per la quale non si debba poi scegliere allo stesso modo il cavo migliore per far suonare come si deve quella chitarra. Cavo e connettori rappresentano da sempre l’anello debole della catena di trasmissione del segnale audio.

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