ESPERTI DI MUSICA CERCASI. IL RICORSO AI BANDI DA PARTE DELLE SCUOLE

di Carmelo Farinella

Nell’ordinamento scolastico italiano, come in quello di molti Paesi europei, per i bambini nell’età infantile viene privilegiato il rapporto con poche figure di riferimento, a differenza della scuola secondaria in cui la rete sociale dell’individuo si amplia e il sapere diventa sempre più specialistico. Vi sono tuttavia alcuni ambiti disciplinari che richiedono una formazione specifica e per i quali sarebbe prioritario individuare docenti esperti anche nella scuola dell’infanzia e primaria.
Mentre per l’educazione motoria comincia ad apparire la figura del docente esperto negli anni terminali della scuola primaria, della figura specialistica nel campo musicale non vi è ancora alcuna previsione. 

La mancanza di un docente di musica non significa necessariamente che non vengano proposte esperienze sonore significative in tutte le situazioni, ma è opportuno che la totalità dei bambini benefici di un percorso musicale altamente strutturato, che abbracci l’intero anno scolastico e che sia capace di promuovere una crescita equilibrata e lo sviluppo di competenze musicali e trasversali.
Le scuole più fortunate hanno a disposizione alcuni docenti con una specializzazione musicale. Laddove non si abbia questa dotazione o gli insegnanti formati non siano utilizzabili in tutti le classi, spesso gli istituti ricorrono a bandi di selezione per reperire figure adeguate, fra personale interno o esterno. Ma quali sono i requisiti imprescindibili che l’esperto di musica deve possedere?

Leggendo svariati bandi si evince come questi ultimi non siano fra loro omogenei. In alcuni avvisi di selezione si trova un generico riferimento a persone con adeguate competenze musicali e/o pedagogiche, altri bandi sono invece più dettagliati: in questi ultimi vengono interpellati professionisti con una specializzazione vocale o strumentale conseguita nell’ambito dell’Alta Formazione Musicale e, talvolta, corsi di didattica musicale. Per alcune selezioni possono esprimere la loro candidatura professionisti che hanno già esperienze di insegnamento negli istituti scolastici o scuole private di musica e/o che possano vantare un certo numero di progetti già realizzati.
Alcuni Istituti, inoltre, ricercano operatori musicali formati su specifici approcci metodologici (Kodály, Orff-Schulwerk, Gordon, Willems…) e pongono come condizione alcuni obiettivi che il progetto musicale deve cercare di perseguire: avviare al canto, alla produzione strumentale, all’ascolto, al movimento attraverso la musica.  
Ancora, non mancano le ricerche di musicoterapeuti, anche se non sempre ai committenti risultano chiari gli ambiti peculiari della musicoterapia e della didattica musicale1.

L’analisi dei bandi, qui sintetizzata, stimola la nostra riflessione su molteplici aspetti: è opportuno che gli avvisi di selezione e, di conseguenza, i progetti musicali messi in campo contengano ambiti di personalizzazione in linea con il progetto formativo d’Istituto; per un intervento di qualità è prioritario che vi siano da parte degli aspiranti documentate competenze non solo musicali ma anche didattiche, con attenzione all’inclusione scolastica; la richiesta di produrre un’idea progettuale, per partecipare al bando, può consentire una valutazione della cura pedagogica2 e della dinamicità del percorso musicale3.
Occorre sicuramente una buona conoscenza della materia per poter individuare persone adeguate, se necessario ricorrendo alla consulenza di un professionista; un avviso troppo generico rischia, infatti, di far avviare percorsi scarsamente efficaci.

1 I contributi sulla nostra rivista di Antonella Zenga, musicista e musicoterapeuta, si stanno aiutando sempre più a cogliere gli aspetti propri della musicoterapia e gli ambiti di contatto con la didattica della musica.

2 Per approfondire il concetto di cura pedagogica di veda Giosi Marco (2019), Pedagogia della cura e integrazione sociale, Roma, Anicia.

3 L’approccio dinamico dell’insegnamento musicale, contrapposto ad una didattica di tipo statico, è stato ampiamente trattato da Carlo Delfrati (2008) in Fondamenti di pedagogia musicale, Torino, EDT. 

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