DAVIDE D’ODORICO. LEGGERE LO SPARTITO SENZA VEDERLO

di Carmelo Farinella

Davide D’Odorico è un trombettista cieco diplomato presso il conservatorio J. Tomadini di Udine, che sta frequentando il biennio specialistico di Musica da camera presso il conservatorio A. Steffani di Castelfranco. Da anni è coinvolto in diverse tematiche che riguardano l’accessibilità per persone ipo e non-vedenti, con particolare riferimento al settore degli studi musicali e all’inserimento dei musicisti con disabilità visiva all’interno dei vari contesti lavorativi. Siano essi legati all’insegnamento o alla carriera esecutiva con specifico riferimento all’orchestra. Per quanto riguarda l’insegnamento, al momento si occupa dell’approccio allo spartito musicale (con attenzione al metodo Braille), di metodologie legate allo studio della musica e di revisioni di spartiti nella notazione Braille.

MusicEdu Ci puoi descrivere il tuo percorso?
Davide D’Odorico La mia inclinazione è verso il repertorio cameristico originale ma anche le varie formazioni della musica del 900’. Accanto all’attività esecutiva affianco da diversi anni quella dell’insegnamento. In questi anni sono arrivato alla conclusione che, nel mondo delle tecnologie e in quello della notazione Braille, mancano figure professionali che possano indirizzare le nuove generazioni. Per questo motivo ho deciso di partire dalla base: la notazione, l’approccio a uno spartito musicale e di conseguenza la metodologia legata allo studio della musica, sia a studenti sia tramite associazioni interessate a questi progetti. Il tema è che nell’ambito della scuola c’è sempre bisogno di un affiancamento, che può essere sia interno sia esterno. E ultimamente mi occupo anche di revisione di spartiti, anche per incentivare la produzione. A tutto questo poi affianco lezioni di carattere più generale. Negli ultimi anni ci siamo chiesti come poter rendere accessibile il settore orchestrale e abbiamo un progetto in questo senso.

MusicEdu Ce ne puoi parlare?
Davide D’Odorico Le attività svolte a livello liceale e di conservatorio hanno evidenziato quelle che possono essere le difficoltà legate alla non visione del direttore d’orchestra. Il punto di partenza è stato il voler trovare un sistema che permettesse la trasmissione dei parametri più importanti, come l’attacco e le corone, non in un ambito protetto (come cori di soli non vedenti, in cui la comunicazione risultava semplice) ma in un’orchestra di persone vedenti. Un progetto di questo tipo necessita di interventi anche degli istituti di ricerca e per questo si è un po’ arenato. 

MusicEdu Cosa prevede nel concreto?
Davide D’Odorico L’idea è trasmettere i parametri tramite segnali audio: siamo partiti dagli accelerometri sulle gambe dello strumentista. Senza far notare, tra l’altro, la presenza di un musicista non vedente. Abbiamo ottenuto discreti risultati. Qualche anno fa abbiamo organizzato incontri con direttori d’orchestra per avere loro indicazioni e ci arrivò una proposta: rappresentare l’intero gesto del direttore in una serie di segni. È stata pertanto realizzata una superficie da applicare sulla schiena che avrebbe dovuto rappresentare i gesti del direttore. Ma, come detto, per realizzare apparecchi di questo tipo servono competenze e materiale molto costoso. Bisogna sottolineare il fatto che negli ultimi tempi molti non vedenti hanno iniziato a studiare seriamente diversi strumenti, non solamente quelli tradizionali. Anche in Italia abbiamo esempi di persone che suonano il violino, il violoncello, il flauto. Per questo c’era la necessità di una letteratura di un certo livello, anche ipotizzando una carriera. 

MusicEdu Dal momento che la lettura Braille è spesso incompatibile con l’esecuzione simultanea dello strumento, sarebbe necessario svolgere esercizi mirati alla memorizzazione?
Davide D’Odorico È un percorso che va affrontato sempre a piccoli passi. Il problema si pone soprattutto quando un ragazzo, o una persona adulta, ha perso la vista o la sta perdendo. In questo caso si innescano dei procedimenti completamente diversi. La memorizzazione, per esempio, va allenata fin dai primi passi. Ma la lettura viene data troppo spesso per scontata: diversi insegnanti affermano che studenti non hanno intrapreso lo studio della notazione e portano dunque avanti esclusivamente un discorso di memorizzazione a orecchio. Un concetto fondamentale è che la notazione Braille è consequenziale, orizzontale. Possiamo pensarla come un’addizione; mentre il vedente, nel momento in cui vede una nota, sintetizza tutto subito. Il processo di memorizzazione va dunque affrontato un passo alla volta. E le tecnologie, in questo senso, vengono in aiuto: BrailleMuse, per esempio, è un software perfetto per avviare la notazione e per gli studenti principianti. Permette all’insegnante di decidere quali segni inserire e quali eliminare. Ma è importante che l’insegnante sia formato su questi software.

MusicEdu L’incremento delle capacità di memorizzazione e l’utilizzo di segni utili per il singolo individuo sono aspetti comuni agli studenti con dislessia, per esempio.
Davide D’Odorico Quando si parla di alfabetizzazione, una figura fondamentale è quella del trascrittore, che deve non solo “copiare” uno spartito in modo automatico (per quello potremmo affidarci a programmi di conversione) ma deve fare un lavoro di personalizzazione, appunto, della partitura. Deve porsi questa domanda: quando il non vedente avrà davanti questo spartito, cosa trarrà da questi segni? L’obiettivo è rendere lo spartito sempre più agevole. Il problema è capire come esserci “economici”: dire tanto con meno segni possibili. 

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