TRAINING METACOGNITIVO-MUSICO-MOTORIO

PERCORSI DIDATTICI E RIABILITATIVI DESTINATI A STUDENTI CON DSA E ALTRI BES

di Umberto Castiglione Minischetti

Nel corso degli ultimi anni diverse ricerche hanno dimostrato le correlazioni che esistono fra le conquiste compiute dalle neuroscienze e i riverberi che esse hanno in ambito pedagogico didattico. L’educazione musicale, che svolge spesso un ruolo secondario nel curricolo scolastico, anche per una ragione storico-culturale, ha invece, secondo gli studi neuroscientifici, una funzione basilare nell’agevolare l’apprendimento degli alunni. L’importanza dell’educazione musicale è particolarmente evidente nell’ambito della scuola primaria. Il cervello nel corso della fanciullezza subisce delle importanti modifiche, necessarie per il suo sviluppo. 

Nel corso della mia esperienza formativa e professionale, ho realizzato un training musicale inedito denominato “metacognitivo-musico-motorio”. Metacognitivo perché derivato dallo studio e dall’applicazione del metodo Feuerstein; (2001-2004), un approccio che riguarda le neuroscienze cognitive. Grazie alle neuroscienze, infatti, sono stati elaborati dei programmi di training cognitivo che si sono rivelati utili nel miglioramento dei disturbi dell’apprendimento. Le ricerche attuali hanno evidenziato che le difficoltà di apprendimento possono essere superate utilizzando dei programmi che hanno come finalità l’incremento delle abilità cognitive. I training cognitivi sono indirizzati agli adulti, che presentano malattie neurodegenerative che inficiano le loro abilità cognitive, e ai minori, che presentano difficoltà di apprendimento. Molte strategie che si occupano del recupero dei disturbi dell’apprendimento sono legate ai training cognitivi e, quindi, hanno come finalità la stimolazione delle funzioni cognitive, che determina un incremento della “neuroplasticità cerebrale”. Nello specifico, questi training sembrano migliorare la memora di lavoro, la velocità di elaborazioni delle informazioni e il quoziente intellettivo. Lo studio ha indicato che il training cognitivo agisce positivamente sul comportamento, in quanto riduce i comportamenti oppositivi, e sulle abilità di apprendimento, incrementando l’attenzione, le capacità mnestiche, le abilità di lettura, la competenza nel problem solving.

Il metodo Feuerstein è oggi diffuso in oltre trenta Paesi e presente nella normale programmazione didattica di molti istituti scolastici. La metacognizione non è una disciplina propria di tecnici e ricercatori, ma va considerata come abilità che può essere sviluppata sin dai primi anni e trasferita da adulti e bambini (o viceversa). Tutti possono beneficiare della metacognizione, dai bambini dotati a quelli con disabilità, difficoltà di apprendimento, scarsa autostima o autonomia. 

La metacognizione è un approccio utilizzato in ambito psicologico ed educativo. È risaputo che i bambini con DSA sono meno metacognitivi; infatti, i primi studi sulla metacognizione furono incentrati sulla relazione tra metacognizione e DSA, riscontrando che questi bambini presentavano difficoltà nella riflessione sulla propria mente e nel mettere in atto adeguati processi di controllo, giungendo alla conclusione che, nel lavoro con gli studenti con DSA, non si può dispensare della metacognizione. Come hanno dimostrato Lucangeli, Tressoldi e Cornoldi, i bambini con Disturbo Specifico della lettura e nella matematica, avevano difficoltà nel riconoscere la loro area problematica e difficoltà nell’autovalutazione. Nei bambini dislessici, dunque, è importante la “riflessione” sugli errori prodotti, in quanto se un errore viene utilizzato come occasione di riflessione, i benefici metacognitivi sono molteplici.

Nel corso della mia esperienza, ho realizzato un programma di intervento che ha come scopo quello di insegnare ad apprendere e a pensare; l’obiettivo principe è quello di cercare di potenziare/sviluppare la struttura cognitiva sia nei soggetti non clinici sia nei soggetti con difficoltà di apprendimento, cercando di trasformare il loro stile cognitivo da passivo e dipendente in quello caratteristico di chi pensa in maniera autonoma.  Il laboratorio nasce dall’esigenza di sviluppare un apprendimento intrinseco, che miri allo sviluppo dell’auto-realizzazione della creatività della persona (… perché egli possa aiutarsi da solo).

Infatti, come afferma E. H. Boxill: “lo scopo dell’educazione musicale è il raggiungimento di un’abilità musicale; mentre quello della musicoterapia, è il conseguimento di abilità di vita attraverso la modalità della musica”. Nell’ambito dell’apprendimento intrinseco, si vuole dare importanza a l’essere, o meglio al divenire creativi, chiamando in causa una serie di fenomeni rilevanti come: saper progettare, pianificare, costruire, innovare, “saper fare” e “saper essere”; fenomeni che le metodologie e le attività proposte cercano di favorire.

Nel programma realizzato vengono presentati una serie di esercizi/problem-solving, strumenti di apprendimento e giochi musicali che sviluppano i diversi elementi della musica (note, figure, pause, pentagramma, chiavi…): ogni tema sviluppa dieci operazioni cognitive, rendendo quindi il soggetto più efficiente nell’acquisizione di nuove tecniche e informazioni, e sempre più capace di trovare vie ottimali nel fronteggiare le diverse situazioni problematiche quotidiane.  Una scuola che educa a essere se stessi, anzi a “diventare” se stessi è una scuola che aiuta a sviluppare al meglio le proprie risorse e le proprie tipicità affettive, intellettive, fisiche, estetiche, etiche, pratiche; dunque a costruire la propria “autonomia”. Si diventa autonomi, dunque, se si impara a decidere in proprio, a trovare soluzioni personali ai problemi, a offrire spazi espressivi alla propria interiorità. 

Tra le attività del programma si incontreranno spesso situazioni di vita quotidiana e di apprendimenti mirati all’autonomia del bambino o del ragazzo nella vita di tutti i giorni. Il programma alla metacognizione, è stato infatti messo a punto con l’idea di fornire “materiale” per avviare sia bambini-ragazzi non clinici, sia bambini-ragazzi che presentano difficoltà di apprendimento (DSA/ADHD, Sindrome di Down, Disturbo dello spettro autistico ecc.) alle prime esperienze di apprendimento. Il training ha come obiettivo fondamentale quello di acquisire un “Set di Strategie”; di coordinare strategie multiple e di variare le strategie quando il risultato desiderato non viene ottenuto. Per esempio le strategie cognitive andrebbero viste come una serie di operazioni mentali “interdipendenti e intercambiabili”, che possono essere modificate in risposta a situazioni diverse; inoltre le strategie non dovrebbero essere insegnate al di fuori di un preciso contesto. Dovrebbero invece essere introdotte ed esercitate come parte integrante del curricolo cosi come la musica, la lettura, la matematica ecc. e gli insegnamenti relativi a contenuti precisi. In un buon modello d’insegnamento delle strategie “gli insegnanti incoraggiano abitualmente la riflessione e la pianificazione da parte degli studenti”. Essi modellano l’uso di piani cognitivi e forniscono agli studenti opportunità di pensare attivamente attraverso la soluzioni di problemi. In un contesto appropriato, lo sviluppo metacognitivo si afferma perché gli studenti hanno varie e ricche opportunità di pianificazione e riflessione, e sono partecipanti “attivi e intenzionali”; nel processo di apprendimento. La teoria metacognitiva è un elemento di aiuto per gli insegnanti, quando si sforzano di costruire un ambiente di classe che sia caratterizzato da un insegnamento flessibile e creativo di strategie e realizzando un modello  “operativo” dello sviluppo metacognitivo che gli insegnanti potrebbero utilizzare come struttura entro la quale divenire “strategicamente orientati”. L’aggettivo “operativo”, sottolinea la natura dinamica del modello; esso aiuta a fornire interpretazioni di situazioni presenti e determina una gamma di possibili azioni future. Un modello operativo aiuta a prendere le decisioni più opportune sulla sequenza di azioni da adottare per la classe, per un piccolo gruppo o per un singolo studente. Il bambino, quindi, apprende determinate strategie e le ripete in molteplici contesti. Così la conoscenza specifica della strategia, viene allargata e arricchita ed egli viene a comprendere  “quando, dove e come” usare ogni singola strategia. In questo modo, il modello metacognitivo integra gli atti cognitivi (sotto forma di uso di strategia) con le loro conseguenze e cause motivazionali. La didattica metacognitiva riguarda il funzionamento dei processi di apprendimento; è un approccio didattico che richiede, prima di tutto, un atteggiamento metacognitivo che privilegi non cosa l’alunno apprende, ma come l’alunno apprende, e che attivi la propensione a far riflettere gli studenti su aspetti riguardanti la propria personale capacità di apprendere, di stare attenti, di concentrarsi, di ricordare. In generale, l’applicazione delle tecniche metacognitive nella didattica riguardano soprattutto l’attenzione, la memoria, la lettura, la scrittura e abilità logiche matematiche; studenti che hanno una buona consapevolezza metacognitiva, sono migliori poiché il compito viene affrontato con maggior coinvolgimento personale. La finalità ultima del laboratorio, è che vi sia una “trasferibilità” delle metodologie di lavoro nelle singole discipline scolastiche. L’esperienza del laboratorio deve inoltre trovare uno spazio di realizzazione ulteriore anche nel contesto di vita extrascolastico, favorendo nel soggetto il trasferimento di strategie apprese, per esempio nelle attività ludiche o in situazione di problem-solving quotidiano. Il bambino acquisirà in modo progressivo sempre più automatismi nell’uso di strategie e, di conseguenza, autonomia esecutiva. 

PERCHÉ MUSICO-MOTORIO?

È stato scientificamente dimostrato che esiste una relazione diretta tra sviluppo motorio e sviluppo cognitivo (Piaget, Inhelder, 1970). Il successo scolastico, la performance nei compiti e nei test dipendono da fattori che sono in stretta relazione con i voti scolastici, come attenzione, concentrazione, memoria, riconoscimento e comprensione delle informazioni. Questi possono essere incrementati o ridotti. Alcuni fattori incidono positivamente sul rendimento scolastico: memoria, attenzione, personalità e stima di sé; altri fattori invece hanno un risvolto negativo, come obesità e abuso dei media. Alcuni studi hanno dimostrato come i bambini, per prendere parte in modo efficace all’apprendimento, devono impegnare la loro attenzione mettendo in gioco allo stesso tempo corpo, mente e funzioni sensoriali.

Le neuroscienze non fanno altro che alimentare con dati e studi scientifici le analisi di Maria Montessori. Lo sviluppo motorio è legato all’apprendimento, infatti si utilizzano aree per scrivere adibite alla spazialità. L’area di Broca, dedicata alla memoria procedurale si attiva anche per la scrittura, per l’agire e il parlare. Risulta fondamentale, quindi, lasciare il bambino libero di esprimersi soprattutto nel movimento e nella manualità, in modo tale da permettere anche un apprendimento agevole della scrittura e della razionalità. Ulteriori ricerche condotte da Schmahmann (1991) rivelano che il “cervelletto”, specie nel lobo posteriore, “ha funzioni cognitive”, pertanto gioca un ruolo in: ottimizzazione visiva, programmazione, azioni, ragionamento astratto, memoria di lavoro, attenzione, flessibilità cognitive, organizzazione visuo-spaziale, funzioni linguistiche, prosodia. A essi si unisce l’ulteriore punto di vista di Thomas Richard Miles: “Il fatto che vi possano essere delle leggere deficienze del cervelletto spiega perché alcuni dislessici sono goffi e scarsamente coordinati, e altri sono disordinati nello scrivere”. È possibile, che lo scarso senso del ritmo mostrato da alcuni dislessici, per il resto dotati musicalmente, abbia anch’esso origine nel cervelletto.  Probabilmente la teorizzazione più prossima a questa interpretazione è nel “modello cerebellare” di Nicolson, Fawcett ed altri, che attribuisce i disturbi delle competenze sequenziali in ambito motorio, linguistico, organizzativo, spazio-temporale, del pensiero, ecc., da cui lentezza e difficoltà nelle azioni fonologiche, in carico a una serie di funzioni controllate dal cervelletto, quindi a un “deficit cerebellare”. Il cervelletto risulta tra i maggiori responsabili del controllo motorio generale, regolatore di almeno tre essenziali dinamiche: il coordinamento motorio, la sequenzializzazione e lo scambio inter-emisferico. Da diversi anni, gli studi neuroscientifici hanno dato evidenza al legame che sussiste tra le funzioni motorie e quelle cognitive. Numerosi enti e università in tutto il mondo hanno dimostrato come specifici “Schemi Motori” possono produrre miglioramenti sulla connettività neuronale e sui processi cognitivi legati all’attenzione, alla creatività, alla capacità di riflessione e di lettura. Da qui nasce una serie di pratiche neuro-motorie musicali, nello specifico basate su Schemi Motori.

Il Training Musico-Motorio sviluppa i seguenti esercizi:
– Schemi motori (semplici-combinati, crociati, alternati);
– Sequenze motorie;
– Schemi balistici;
– Lateralità;
– Schema corporeo;
– Controllo dell’equilibrio;
– Coordinamenti dinamici generale;
– Organizzazione spaziale;
– Esercizi multimodali.

Per approfondimenti: www.musicaedislessia.it 

44 commenti su “TRAINING METACOGNITIVO-MUSICO-MOTORIO

    1. ll suddetto articolo, vuole essere una presentazione di una metodologia inedita. Probabilmente un corso potrebbe essere organizzato in avvenire

    2. Il seguente articolo è una presentazione di una didattica inedita. un eventuale corso potrebbe essere organizzato in avvenire

    1. L’ articolo è una presentazione di una metodologia inedita. Se vuole potrebbe approfondire, acquistando il testo “Le Musiche per la dislessia” . I corsi magari potranno essere organizzati in avvenire su richiesta di centri, scuole enti….

    1. Il suddetto articolo, vuole essere una presentazione di una metodologia innovativa. Se vuole potrebbe approfondire, acquistando il testo “Le Musiche per la dislessia” Armando editore. I corsi magari potranno essere organizzati in avvenire su richiesta di centri, scuole enti….

  1. Sono un insegnante di sostegno della scuola primaria e sto studiando musicoterapia . Vorrei più informazioni per partecipare alla formazione e i costi .

  2. il suddetto articolo, vuole essere, una presentazione di una metodologia innovativa, (attualmente utilizzato in ambito privato; e in diversi centri riabilitativi) per cui, un eventuale corso, potrà essere organizzato, in avvenire.

  3. Buongiorno.
    L’argomento mi interessa molto
    Pensate di organizzare corsi prossimamente
    Grazie infinite per la vostra attenzione.

  4. Buongiorno, ho 60 anni, vengo da una dislessia mai superata completamente…. ma sono riuscita a laurearmi, a lavorare come imprenditrice ed ora libera professionista, da qualche anno mi sono dedicata a diversi tipi di ballo ed ho dovuto imparare altre 3 lingue, oltre l’italiano. Rispetto la professionalità di tutti ma le problematiche della dislessia ..le ho vissute sulla mia pelle, dentro la mia anima e nel mio cervello!
    Perché nessuno parla mai della Scuola di Avezzano?
    Sono inciampata in una trasmissione televisiva a tarda notte circa 40 anni fa ed ho attuato tutti gli esercizi proposti per il riassetto spazio temporale occhi-cervello.
    Io ho imparato a leggere (primo anno di università) e da lì è iniziata una nuova vita. Perché non se ne parla mai?

    1. Gentile Laura Cristina,
      le faccio i miei complimenti per i suoi innumeroli successi.
      Ma come ben saprà la dislessia è una caratteristica che ci accompagnerà per tutto il corso della vita. Un elogio alla scuola di Avezzano, ma le confermo che per quanto concerne l’apprendimento della lettura; ci sono una serie di tecniche e strategie al riguardo. cordiali saluti
      Umberto Castiglione

  5. Sono una insegnante di scuola media che da diversi anni si batte per far capire che la musica ha una grossa importanza per il rinforzo di abilità importanti per alunni in difficoltà. Mi sono autoformata, ma leggere le sue parole mi rincuora perché svolgo già molte delle attività di cui lei parla. Sarebbe bello approfondire in un corso di formazione che possa dare uno spessore diverso alle mie attività.

    1. Salve Cristina Bani,
      io ringrazio lei!!
      nei prossimi mesi organizzerò un corso introduttivo al metodo, nel Lazio, magari, se vuole può seguire eventuali aggiornamenti
      Umberto Castiglione

  6. Gli educatori/ insegnanti musicali qualificati non promuovono solo le abilità musicali (come lei dice riportando un pensiero di Boxill). Per avere contezza di ciò basterebbe avere “praticato” (con letture, formazione, esperienze) il pensiero e l’azione pedagogico e musicale (anche solo italiana) degli ultimi 50 anni.
    Le “nuove” generazioni di insegnanti adeguatamente formati promuovono proprio un ampio ventaglio di skill life attraverso le diverse pratiche musicali. Il tutto il chiave inclusiva delle diversità
    Senza nulla togliere alla sua proposta, che non conosco.

    1. Nel suddetto articolo, vi è una semplice descrizione del MIO “modus operandi” NON riportando nessun pensiero, sull’ operato di egregi colleghi (educatori /insegnanti).
      Umberto Castiglione

    2. L’articolo vuole essere una semplice “presentazione” di di una metodologia, e non obiettare sul lavoro egregio di tanti educatori/insegnati. Forse in questi 50 anni non ha avuto occasione, di leggere e conoscere il pensiero pedagogico-terapeutico della Prof.ssa Edith Hillman Boxill

  7. Buongiorno, mia figlia è affetta da sindrome autistica, ha 33 anni e vorrei sapere se il vostro metodo è valido anche in età adulta. Se si, avete una scuola a Roma. Grazie Rita

    1. Certo, il metodo è destinato sia per bambini che adulti. Purtroppo attualmente non opero su Roma, spero di organizzarmi prossimamente.
      Cordiali Saluti
      Umberto Castiglione

  8. Condividi pienamente quanto espresso.
    Vorrei avere maggiori informazioni su un eventuale possibilità di un corso o di condivisione del suo metodo.

  9. Salve Mariangela, prossimamente verrà organizzato un seminario introduttivo, al quale seguirà il corso.
    Cordiali saluti
    Umberto Castiglione

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