ROBERTO FABBRI. LA CHITARRA CLASSICA IN CHIAVE MODERNA
di Piero Chianura
Chitarrista di formazione classica, Roberto Fabbri è da trent’anni un punto di riferimento per chi desidera affrontare lo studio della chitarra classica in chiave moderna. Tra le numerose pubblicazioni a suo nome trovano spazio metodi per bambini, testi didattici per autodidatti e raccolte antologiche utili per la preparazione agli esami di ammissione al conservatorio. Guitar Master Anthology (Carisch – Hal Leonard Europe) è la più recente di queste raccolte e tiene conto delle ultime disposizioni ministeriali sul repertorio da affrontare negli esami di ammissione alle classi di chitarra classica nei licei musicali e nei conservatori.
MusicEdu La tua produzione di testi didattici è molto ricca. Ma come hai cominciato?
Roberto Fabbri Ho scritto il mio primo libro nel 1986 e si intitolava Suonare Eddie Van Halen, a cui seguì il secondo nel 1987 Suonare Pat Metheny. Non c’entravano nulla con il mondo della classica da cui provengo perché la rivista su cui scrivevo all’epoca, Chitarre, si occupava di tutti gli ambiti della chitarra. Perciò mi chiesero di trascrivere brani di quei musicisti per i loro lettori chitarristi elettrici che sapevano come suonarli ma non avevano idea di come fossero scritti. Così, io e un collega di conservatorio, Adriano Pratesi, abbiamo tirato giù le parti dai dischi. È stato proprio grazie alla mia frequentazione con Chitarre che ho iniziato ad accostare i diversi mondi della chitarra.
MusicEdu La cosa interessante è che sei riuscito ad affiancare questi mondi senza perdere autorevolezza in ambito classico. Come sei riuscito a farlo?
Roberto Fabbri Il fatto è che non ho mai perso la mia anima di chitarrista classico, fin da quando ho ottenuto il diploma al Conservatorio di Santa Cecilia con il massimo dei voti e la laurea con 110 e lode, seguite da masterclass e concerti in tutto il mondo. Il fatto di insegnare in conservatorio mi definisce chiaramente chitarrista classico così che quando affronto ambiti trasversali lo faccio comunque in quel ruolo. Non ho mai smesso di praticare i repertori classici e il mio approccio ai brani di musica leggera o popolari è sempre il frutto della conoscenza e della cultura classica.
MusicEdu Perché hai deciso di realizzare la Guitar Master Anthology?
Roberto Fabbri Negli ultimi anni i conservatori sono cambiati. Hanno abbandonato da tempo i vecchi ordinamenti, i percorsi didattici si sono evoluti e non ci sono più quei paletti che obbligavano a studiare brani prestabiliti per l’esame di ammissione ai corsi, compreso quello di chitarra classica. Ultimamente il Ministero della pubblica istruzione ha deciso di dare delle linee guida sul repertorio di riferimento per evitare che ci fosse eccessiva libertà nella scelta dei brani. Così sono stati definiti gli autori e i brani che comunque vanno studiati sia per accedere al percorso propedeutico sia accademico. Allora ho pensato di prendere spunto da queste linee guida e creare un’antologia che comprendesse gran parte di quegli autori e quei brani. Il Ministero ha previsto una rosa di autori e un range temporale che va dal pre-rinascimento ai giorni nostri, così ho pensato a un’antologia che fosse anche un affresco di cinque secoli della chitarra classica, utile anche per continuare a studiare una volta entrati in conservatorio. Sono 170 brani che vanno da Gaspar Sanz a Leo Brouwer. La differenza rispetto ad altre antologie è che questa include brani sotto diritti d’autore perché Hal Leonard ne detiene le edizioni.
MusicEdu Che criteri hai utilizzato nella scelta dei brani?
Roberto Fabbri La scelta è stata fatta pensando a brani di difficoltà non eccessiva, anche se uno studio di Villa Lobos è senza dubbio difficile, così come lo sono una suite di Gaspar Sanz o un tema con variazioni di Fernando Sor, ma ho cercato comunque di coniugare i diversi livelli, dai più semplici per accedere ai tre anni del livello propedeutico a quelli del successivo livello accademico.
MusicEdu Nella versione appena uscita in formato Antologia del tuo metodo Chitarrista Classico Autodidatta hai affiancato come di consueto le tablature, cosa molto apprezzata dai chitarristi pop che desiderano eseguire il repertorio classico.
Roberto Fabbri Questa antologia è sempre frutto della Guitar Master Anthology, perché seleziona 51 brani di livello facile adattandoli al mio metodo Chitarrista Classico Autodidatta, quindi con tablature molto apprezzate dall’utenza “internet”. Scrissi questo testo nel 1997, pubblicato poi con questo titolo da Carisch. Recentemente ho pubblicato su Youtube tutti i video delle lezioni, a cui indirizzano i QR code presenti nelle pagine del libro, ottenendo più di un milione di visualizzazioni. Molti dei miei allievi “virtuali” mi chiedevano brani classici con lo stesso metodo a tablature e così abbiamo deciso di pubblicare un’antologia facile per avvicinare i chitarristi pop al repertorio classico. Un secondo volume uscito da poco prevede una selezione di livello intermedio.
MusicEdu Il tuo lavoro aiuta a considerare lo studio della chitarra classica non necessariamente finalizzato all’eccellenza. Anche un autodidatta può raggiungere un livello medio dignitoso che gli permetta di fare concerti.
Roberto Fabbri Non dimentichiamo che la chitarra nel Rinascimento nasce sulle intavolature. Non si leggeva sullo spartito. Non ci vedo nulla di male laddove le intavolature sono anche un sussidio visivo per chi ha difficoltà di apprendimento.
MusicEdu Come sono cambiati gli allievi di chitarra classica negli ultimi anni, secondo te?
Roberto Fabbri Nei miei allievi ho sempre riscontrato una grande passione nello strumento da sempre. La differenza è che quando non c’era Internet la voce del maestro era la voce di riferimento. Oggi invece quando spieghi qualcosa a un ragazzo, lui ha Youtube come riferimento principale. Youtube è una specie di entità superiore, non importa chi sia l’autore del video che lui ha guardato. Oggi i ragazzi hanno tantissime fonti a disposizione che gli permettono di ascoltare e guardare su Internet quello che leggono sulle partiture. Il problema sta nella loro capacità di capire quale esecuzione delle decine che trovano su Youtube è corretta. Per questo motivo l’azione del maestro deve essere ancora più incisiva e deve fargli comprendere che ogni esecuzione è il frutto di un pensiero dell’esecutore, che non devono imitare passivamente. Sembra un paradosso, visto che io per primo sono su Youtube, ma oggi cerco di svincolare un po’ di più i miei allievi da questa piattaforma perché quando si passa dal livello autodidatta al conservatorio, occorre acquisire uno spirito critico maggiore.
MusicEdu Come è cambiato invece l’approccio didattico all’interno del conservatorio?
Roberto Fabbri Al Conservatorio di Teramo in cui insegno abbiamo aperto il primo dipartimento di chitarra in Italia, perché tradizionalmente la chitarra sta nel dipartimento Archi e Corde. Ho avuto l’idea di aprire un dipartimento in cui si insegnasse chitarra a 360 gradi, dalla classica al jazz, al pop-rock, al fingerstyle, ma anche flamenca, liuto, chitarra dell’Ottocento, liuto, mandolino… e nel piano di studio di uno strumento è previsto l’obbligo di frequentare ogni anno il corso di uno strumento diverso così che nell’arco dei cinque anni ognuno frequenta molte ore dedicate ad altri strumenti. Penso ad ambiti come quello pop, in cui acquisire il suono e il linguaggio di strumenti diversi è fondamentale per svolgere la professione. Chiaramente questa parcellizzazione dell’insegnamento ha cambiato gli equilibri di una volta. Quando c’era il solo corso di chitarra classica, si iscrivevano allievi che speravano di suonare anche qualcosa di diverso, e non potendolo fare magari abbandonavano. Oggi invece chi si iscrive a un corso di chitarra classica lo fa perché vuole fare solo chitarra classica, anche se noi lo spingiamo a conoscere altri mondi, e ogni allievo studia lo strumento che desidera con un professionista di quello strumento, non con un insegnante di chitarra classica che si adatta a insegnare jazz o pop. Spero che questo possa diventare uno stimolo anche per gli altri conservatori nei quali oggi c’è ancora una netta separazione tra mondo classico e moderno. Questo dipartimento serve a superare questa separazione e stimolando l’interazione tra insegnanti per dare un’offerta formativa completa.
MusicEdu In questo modo si evita anche che questa integrazione tra i mondi delle seicorde avvenga fuori dal conservatorio, magari in maniera non altrettanto strutturata e qualificante…
Roberto Fabbri La cosa importante è il collegamento tra classico e moderno che sta prendendo sempre più piede nel mondo fuori dai conservatori. Anche se capisco che prima gli insegnanti classici potevano avere tutti gli iscritti di chitarra e ora ne perdono alcuni verso gli strumenti moderni.
MusicEdu Ci racconti qualcosa dei tuoi progetti futuri?
Roberto Fabbri Sto lavorando sempre con Hal Leonard a due nuove antologie, una che coincide anche con un progetto musicale: un’antologia dedicata a Lucio Battisti, che comprende 14 brani per chitarra classica con cd allegato.
MusicEdu Ti sarai divertito molto a trascrivere le canzoni di Battisti, perché sono spesso geniali e non banali. Ma per caso sei riuscito a inserire anche il tormentone dei tre accordi ripetuti de “La Canzone del Sole”?
Roberto Fabbri Battisti era comunque un bravo chitarrista. Ho passato molto tempo a osservare i video in cui lui cantava suonando la chitarra e mi sono posto il problema di non snaturarne troppo l’essenza. E ho inserito anche “La Canzone del Sole”, sì, sulla quale ho studiato un arpeggio in cui ho inserito la melodia, cambiando posizioni sulla tastiera. In generale ho visto che tutti i suoi brani funzionavano sulla chitarra classica e così ho deciso di fare libro, disco e anche video perché ho scoperto che su Youtube non esistono versioni strumentali dei brani di Battisti.
MusicEdu Forse perché è recente lo sblocco della pubblicazione dei brani di Battisti nel mondo digitale…
Roberto Fabbri Invece sono brani che eseguiti come bis al termine di un programma classico fanno fare un figurone.
MusicEdu Mi aspetto che diventi il repertorio di un tuo prossimo tour allora!
Ottimo veramente. Un lavoro certosino, un contributo fondamentale per la divulgazione in un’ottica classica di autori quali Lucio Battisti.
Grazie!
Roberto Prandin, compositore
Grazie Roberto! Si è un lavoro che ha richiesto un certo impegno ma alla fine mi sta dando delle soddisfazioni e la tua attestazione mi rende felice!