L’ORA DI MUSICA CON GLI ALUNNI CON ASD. UN APPROCCIO TRASVERSALE
di Carmelo Farinella
Nell’ambito dei panel di Fiera Didacta 2024, dedicati alla didattica musicale ed alla musicoterapia, ben descritti da Antonella Zenga nel suo articolo Musicoterapia: ambiti applicativi e suo apporto nei contesti educativi (MusicEdu n.9/2024), sono emersi molteplici punti di contatto fra le due discipline nonché specificità di ciascun ambito di intervento.
Se si pensa alla cura educativa, opportuna con gli studenti con ASD (Autism Spectrum Disorder), emergono ulteriori elementi di riflessione e strumenti osservativi e operativi, derivanti dall’ambito clinico e sistematizzati in modo particolare dalla musicoterapia, che il docente di musica deve opportunamente tenere in considerazione per includere gli alunni influenzati da spettro autistico o, in generale, da disturbi della comunicazione. La prospettiva inclusiva scolastica non si fonda, però, su un’ottica prioritariamente riabilitativa, ma formativa e partecipativa.
Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), lo spettro autistico presenta una sintomatologia che riguarda prevalentemente, in misura diversa a seconda dei soggetti, due aree di funzionamento: la comunicazione sociale e l’interazione reciproca; la presenza di pattern di comportamento, nonché di interessi o attività ristretti e ripetitivi.
Rispetto alla musica, queste difficoltà conducono a tre tipologie prevalenti di arousal, ovvero di attivazione neurovegetativa:
– iperreattività (alto arousal);
– iporeattività (basso arousal);
– ricerca di stimoli in maniera compulsiva (arousal variabile).
A volte il rumore, suoni acuti, movimenti veloci, inducono all’isolamento; in altri casi l’attivazione si raggiunge solo con i suoni forti (Meini, Guiot, Sindelar, 2023).
È necessario, quindi, che l’insegnante di musica, come il musicoterapeuta, tenga conto del grado di attivazione del soggetto per poter procedere alla scelta dei repertori e delle attività, non incorrendo nell’errore di considerare il linguaggio sonoro per sua natura universale o universalizzante.
In primo luogo, anche nella lezione di musica occorre implementare le forme di comunicazione che appartengono al progetto di vita dell’alunno, in modo da consentire una contrazione del livello di ansia. A questo scopo, è necessario verbalizzare anticipatamente ciò che si andrà a fare, esplicitare le richieste, mediante stimoli di natura verbale e/o visiva, anche ricorrendo alle forme di linguaggio alternativo ed ai rinforzi cognitivo-comportamentali contemplati nel Piano Educativo Individualizzato.
Sulla base dell’osservazione iniziale, è prioritario promuovere l’intenzionalità, la motivazione al contatto sociale, l’attenzione reciproca, evitando un sovraccarico di stimoli, anche verbali.
In presenza di un alunno con un alto livello di gravità, all’interno della lezione di musica è consigliabile adottare una routine che agevoli la prevedibilità delle situazioni: una formula di apertura che si ripete nei vari incontri, un’attività centrale e una formula di chiusura che ricorre anch’essa ciclicamente. Questa strutturazione contribuisce a creare la percezione di sicurezza, facilita la reciprocità emotiva, sollecita il senso di appartenenza al gruppo, consente la diminuzione delle stereotipie motorie e/o verbali.
È auspicabile, quindi, incoraggiare la partecipazione dell’alunno senza forzare; l’insistenza provoca, infatti, quasi certamente atteggiamenti inibitori, difficili da sbloccare.
L’alunno con ASD, al quale il setting musicale ha fornito stabilità emotiva, sarà probabilmente più disponibile alla partecipazione nel gruppo, si mostrerà più aperto alla sperimentazione con la voce e al contatto con il proprio corpo, tollererà l’ascolto di repertori talvolta a lui non congeniali, sarà disponibile alla scoperta delle potenzialità degli strumenti musicali, in molti casi con la mediazione fisica dell’adulto.
APPROFONDIMENTI
Cainelli Stefano (2021), Musicoterapia nell’autismo, un metodo di intervento con bambini e adolescenti per lo sviluppo delle abilità sociali, Trento, Erickson.
Meini Cristina, Guiot Giorgio, Sildelar Maria Teresa (2023), Autismo e musica. Il modello Floortime nei disturbi della comunicazione e della relazione. Nuova edizione con espansione online, Trento, Erickson.