L’APPROCCIO OLISTICO AL CANTO. CONSAPEVOLEZZA PERFORMATIVA E DI GUARIGIONE IN ATTEGGIAMENTO CANTOTERAPEUTICO

di Daniela Balsamo

Cantare ci permette di manifestare il nostro bisogno comunicativo legato a una esigenza fisiologica ed energetica, nella vita quotidiana o per chi si esibisce in ambito lavorativo, risultando gratificante per chi lo produce e per chi ascolta; questo suono prodotto, soddisfa requisiti legati alla modulazione del suono, all’intensità, alla penetranza, al timbro, alla gradevolezza, alla risposta emotiva suscitata in chi ascolta, e alla percezione personale del cantante.  
Tali aspetti, vengono messi in moto principalmente attraverso il corpo, trasformando gli andamenti psicofisici del soggetto e permettendo al canto di manifestare, in modalità comunicativa, l’energia contenente tutto questo.

Per mia personale esperienza, l’insegnamento del canto o una azione di vocal coach che si approcci a una modalità olistica (nel senso di considerare nel complesso le varie funzionalità del soggetto e le sue caratteristiche fondamentali, oltre che le sue carenze), è un’atteggiamento consigliabile per chi desidera favorire nuove opportunità vocali espressive. Un’intenzione attiva di modificare uno status bloccato, per attuare un cambiamento voluto e desiderato, induce un’equilibrio con il proprio mondo dimensionale e le proprie caratteristiche. 
Da questo punto di vista, il formatore, è invitato ad acquisire delle competenze su vari aspetti dell’argomento o, in alternativa, collaborare con colleghi che possono aiutarlo a focalizzare i problemi per riuscire a risolvere determinate funzioni.

ASPETTI INTRINSECI
Tutto questo può essere applicato considerando il cantante (soggetto emettente suoni intonati e in relazione tra di loro con una competenza espressiva) come una persona nella sua totalità fisica, psichica, energetica, mentale, emotiva e molto altro, esprimente il tutto attraverso la voce. Questa totalità è portatrice di dimensioni emotive interne ed esterne in movimento, che possono essere di natura psicosomatica, mentale, genetica e intenzionale. Si produce un’effetto complessivo nel bagaglio voce/suono emesso, come prodotto di una attivazione esterna, per la comunicazione a favore di soggetti riceventi e ricettivi, con una valenza densa di tutti questi aspetti. 

La controreazione audiofonatoria provoca molte e rilevanti modifiche poiché non riguarda soltanto il timbro, ma anche l’organizzazione dell’apparato fonatorio, l’uso delle cavità di risonanza laringee sovra e sottostanti, il tono laringeo, la respirazione e, di riflesso, la mimica”, “L’emissione vocale […] scolpisce, modella il corpo intero”, Alfred Tomatis

OSSERVAZIONE
L’insegnante di canto, quindi, potrà applicare modalità tecniche psichiche di ascolto e ricezione nei confronti del soggetto, considerando tutti questi aspetti, per attivare un cambiamento verso una dimensione di benessere performativa, durante la fase di emissione vibrazionale del proprio suono; d’altra parte l’ascolto di queste vibrazioni/suoni, porta nell’allievo a mettere in moto molti atti consci e inconsci, avviando una ricezione e una reazione a esso, da parte di chi produce e chi riceve il suono. L’interazione di questi fattori esplica modalità e atteggiamenti, intervenendo in modo funzionale e intenzionale a indurre un cambiamento finalizzato verso un’obiettivo, per un miglioramento funzionale. 

“Tutte le muscolature coinvolte nella fonazione possono ovviamente lavorare in equilibrato sinergismo, come anche al contrario, in situazione conflittuale”, Franco Fussi

LA CENTRALITÀ DEL CORPO
Quindi per raggiungere gli obiettivi che ci si propone, nel modificare uno stato non funzionale, l’osservazione del corpo e la sua componente energetica in fase d’emissione e durante le sollecitazioni proposte dall’operatore, sono indicatori utili a valutare gli strumenti adatti che possono favorire quei cambiamenti migliorativi verso un processo attivo. Il corpo ricorda e mantiene in modo specifico gli assetti che hanno condizionato e determinato la condizione da cui ci si vuole allontanare; questo presuppone, a seconda del processo scelto dall’operatore, la valutazione della situazione energetica del soggetto (bilanciamenti energetici, assetti corporei, tensioni, contratture) per attivare le catene muscolari connesse e focalizzare il soggetto sulle percezioni sensoriali che sorgono e possono essere identificate.

ASPETTO PSICHICO EMOTIVO
L’atto fonatorio contiene in sé il bagaglio personale e emotivo del soggetto; anch’esso condiziona inevitabilmente l’espressione artistica e la capacità performativa. Il processo del canto e la risoluzione delle difficoltà inerenti, specie in ambiti molto performativi, passa in particolare attraverso questo aspetto condizionante; la modifica di questo “stato” attraverso stimolazioni di vario genere, è un processo entusiasmante e coinvolgente; se l’operatore/conduttore è formato in modo completo, potrà utilizzare varie tecniche, andando a sollecitare l’attenzione del soggetto su alcuni aspetti, e aiutare a focalizzare il “cantore” verso obiettivi gratificanti. 

“Se iniziassimo a prestare attenzione non solo a cosa diciamo ma al come lo diciamo, al di là dell’effetto straniante dalla nuova angolazione senso-percettiva, l’articolazione fonatoria inizierebbe a raccontare un’altra storia più o meno congruente con il contenuto e con il parlante”, Gerardo Manarolo

STRUMENTI
L’operatore, può utilizzare le proprie competenze anche su aspetti prettamente olistici di natura umana e naturali, poiché attinenti all’oggetto persona; ritengo importante tenere in considerazione quest’aspetto poiché i nostri corpi (nati da un processo di gestazione con tutto quello che compete), per il momento, sono ancora fatti di carne, ossa e sangue, sensazioni percettive, sinestesie.

Gli strumenti olistici utilizzati, possono essere quelli in cui, nello specifico, l’operatore si può essere formato o informato e sente più attinenti a se stesso; in generale, oltre a competenze musicali didattiche/formative specifiche in vari ambiti, si possono utilizzare discipline orientali come lo yoga, (molto determinante per l’approccio a una respirazione consapevole) e altre discipline orientali (chi gong, thai chi o altro), oppure esercizi fisici attivanti alcune facoltà psichiche (volontà, determinazione, intenzionalità),aromaterapia, omeopatia, cromoterapia, riflessologia plantare, shiatzu o altro. Consideriamo inoltre, la continua formazione personale dell’esperto, che garantisce una preparazione competente e consapevole dei meccanismi in atto per avviare le modifiche e le stabilizzazioni di esse all’interno del processo del canto.
Tutti questi strumenti attivati in modo sinergico, per lo specifico soggetto, possono favorire cambiamenti nell’assetto e, di conseguenza, nella produzione sonora. 

ATTIVAZIONE
Il processo può essere avviato, dopo un’osservazione del soggetto durante l’atto del canto, cominciando da una prima consapevolezza corporea, attraverso esercizi fisici percettivi, immaginativi, stimolando l’attività e permettendo all’energia di manifestarsi successivamente, fino a un’ascolto del respiro e dello stato psicofisico portato durante l’incontro.
L’attività, procederà gradualmente a ottenere un risultato riguardo ai propri obiettivi considerati strategicamente e per step, tenendo presente il grado di competenza, le tempistiche utili al raggiungimento, i momenti di focalizzazione e comprensione del passaggio effettuato e, soprattutto, le capacità del soggetto di raccogliere tutto questo, verso uno sviluppo armonico del percorso vibrazionale.
L’atteggiamento del conduttore in una relazione (d’aiuto, condivisione emotiva, formazione e risoluzione di problemi “tecnici” riguardo al canto) è un motore propulsore che porta alla focalizzazione di quanto è ragionevolmente modificabile nella persona, attivando nuove dimensioni corporee, sensoriali, psichiche. 

Noi siamo in grado di ‘leggere’ le intenzioni degli altri e di sentire nel nostro corpo le loro stesse sensazioni ed emozioni […] osservandone il volto, i movimenti e la postura, ascoltandone il tono della voce e rilevando il contesto presente del loro comportamento. […] Le esperienze sono co-create durante un momento presente intersoggettivo”, Daniel Stern

Proprio in questo senso, all’interno di un percorso canoro, è necessario, per un sano riequilibrio, l’accettazione delle proprie capacità e il rispetto dei propri punti di forza e debolezza, valutando progressivamente come esaltarli e come trarne vantaggio, in modo da avere strumenti funzionali per una propria attività vocale/personale. 

CONSAPEVOLEZZA PERFORMATIVA E DI GUARIGIONE
Quest’aspetto è l’obiettivo fondamentale a cui si tende per ricavare soddisfazione e piacevolezza. La consapevolezza, a livello razionale, fornisce competenze performative che vengono consolidate. Attivano inoltre funzioni sistemiche focalizzate a un risultato efficace riguardo le capacità performative corporee, espressive e risonanziali. Queste competenze e funzioni, quindi, attivano il sistema in atto e autoregolano i meccanismi e le percezioni sensoriali vibrazionali. 
Le onde vibrazionali percorrono il corpo e, attraverso la consapevolezza, possono essere indirizzate in punti specifici di esso, irrorando una zona più che un’altra, apportando benefici intrinseci di suono, senso e contenuto. L’approccio a questa pratica è basato quindi su una competenza percettiva e risonanziale durante l’emissione vocale, che lo stesso soggetto può sperimentare e vivere concretamente.

Quando si lavora con suoni creati da noi stessi, l’intenzione che sta dietro il suono può essere più importante tanto quanto i suoni che vengono creati”, Giorgio Lombardi  

* Daniela Balsamo è insegnante di canto, musicoterapista, cantoterapista

In collaborazione con AICI – Associazione Insegnanti di canto Italiana

AICI – ASSOCIAZIONE INSEGNANTI DI CANTO ITALIANA
AICI nasce e si sviluppa con il proposito di realizzare un punto di aggregazione, formazione e approfondimento sulle tematiche legate alla vocalità e alla sua pedagogia. Tutto ciò attraverso l’incontro, il confronto e la collaborazione fra tutte le figure, professionali e amatoriali, a contatto con il fenomeno della voce. L’obiettivo di AICI è che gli insegnanti di canto possano trovare nell’Associazione confronto e scambio, approfondimento, ricerca, studio e stimolo verso una sempre più aggiornata pedagogia e didattica del Canto. 
È iscritta nel registro del Ministero dello Sviluppo Economico tra le associazioni che rilasciano la certificazione di qualità dei servizi prestati dai soci a seguito di una formazione permanente e si propone come punto di riferimento per gli allievi che desiderino avvicinarsi allo studio del canto avvalendosi di un insegnamento serio, preparato e aggiornato sottolineando quest’ultimo come libero e fondato sull’autonomia delle competenze e sull’indipendenza metodologica di ogni insegnante. AICI riconosce nel canto un’arte che va oltre il tecnicismo, avvalorandolo come espressione di emozioni, di libertà e bellezza.

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