LA TERRA DEL FUOCO INSEGNA A COSTRUIRE STRUMENTI

UN PROGETTO PER LA COSTRUZIONE DI STRUMENTI MUSICALI RIVOLTO AI RAGAZZI DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

di Max Pontrelli

La Terra del Fuoco è una interessante realtà nata a Milano nel 1996 come associazione culturale senza fini di lucro, con lo scopo di promuovere la manualità nella forma di “laboratorio pubblico di quartiere di arti manuali”. Poiché all’interno del team ci sono musicisti che si esibiscono regolarmente, insieme all’attività principale di restauro dei mobili si affianca da sempre anche quella di restauro e riparazione di strumenti musicali.

L’obiettivo è quello di mettere a disposizione spazio, utensili e competenza a chi ha necessità e voglia di riparare, perché la visione de La Terra del Fuoco non è tanto quella di produrre, ma di recuperare. Il laboratorio è perciò aperto a chiunque abbia bisogno di uno spazio attrezzato per realizzare o riparare i propri mobili, oggetti in legno o strumenti musicali. Al suo interno troverà attrezzi, materiali e assistenza per risolvere qualsiasi tipo di problema legato alla manifattura in legno. È necessaria la voglia di fare, non l’esperienza, perché con le dovute indicazioni e assistenza si può fare tutto e a costi molto contenuti.

Con la richiesta da parte di una scuola secondaria di primo grado di Milano di organizzare un intervento che facesse vivere ai ragazzi un’esperienza di costruzione di un manufatto artigianale, il team de La Terra del Fuoco ha pensato a uno strumento musicale primitivo non troppo difficile da realizzare: la sanza (conosciuta anche con il nome di calimba). Una volta decisa l’essenza lignea per la realizzazione della cassa armonica è stato disegnato un progetto in una serie di semplici passi che accompagnano i ragazzi coinvolti nella realizzazione di ogni aspetto legato alla costruzione dello strumento: si sega, si incolla, si leviga e si fora.

La cosa sorprendente”, ci ha raccontato il presidente dell’associazione Mauro Poletti: “è che i ragazzi nel momento in cui entrano in laboratorio rimangono incantati ed emozionati: l’ambiente è volutamente organizzato come un laboratorio di altri tempi dove non sono presenti utensili moderni o all’avanguardia. Si lavora prevalentemente ancora con le mani. Il laboratorio è nato con il preciso intento di utilizzare il restauro per la lavorazione del legno con semplici strumenti, col fine di portare avanti un’antica tradizione attualizzandola, quando serve, con materiali nuovi”. 

Gli studenti non sono abituati a tutto questo: la “bottega” non fa più parte della cultura dei nostri ragazzi che invece, quando gli si dà la possibilità di viverla, sono sempre molto attratti da questa dimensione concreta. 

Racconta Poletti che “quando gli adulti lasciano entrare i ragazzi in uno spazio di lavoro come è quello di un laboratorio artigianale, fanno loro un grande regalo. Se poi permettono loro di operare e di costruire con le proprie mani un oggetto, i ragazzi danno il meglio e si entusiasmano nel vedere nascere qualcosa che prima non esisteva. In queste occasioni si può toccare con mano quanto i giovani abbiano bisogno della fiducia degli adulti per credere nelle loro possibilità. Centinaia di ragazzi hanno lavorato nel nostro laboratorio a tanti progetti: con la loro attenzione e dedizione hanno ricambiato ampiamente le nostre aspettative“. 

Il corso di costruzione della sanza ha ottenuto un grande successo tanto che altri istituti si sono fatti avanti e hanno chiesto per il prossimo anno scolastico un corso per le prime, seconde e terze classi della secondaria di primo grado. Così Poletti e il suo team stanno lavorando alla realizzazione di questo corso stimolati anche dal fatto che nelle diverse esperienze condivise con gli studenti non hanno mai avuto problemi disciplinari. I ragazzi hanno bisogno di essere coinvolti: sono capaci di sostenere lavori faticosi e noiosi anche a lungo, si confrontano spesso tra di loro, addirittura non faticano a mettere da parte lo smartphone e non lo utilizzano neanche durante l’intervallo che gli viene concesso per un meritato breve riposo. L’atteggiamento partecipativo pare davvero sorprendente e si è rivelato molto utile anche sotto l’aspetto dell’inclusione, in particolare con quegli istituti dove la presenza massiccia di ragazzi provenienti da ogni parte del mondo e con poca dimestichezza con la lingua italiana aveva un po’ preoccupato gli organizzatori. Ma il motto di La Terra del Fuoco è “fare, non eseguire”. E questa formula vince: con la ripresa a settembre della scuola (speriamo) ci sarà questo nuovo modo di introdurre i ragazzi alla musica; attraverso la costruzione di un semplice strumento musicale per una comprensione più profonda dell’arte dei suoni.

Poletti cita il musicologo Guizzi fondatore del Museo del Paesaggio Sonoro, che ha avuto il privilegio di conoscere: “Il suono non è un’immagine, non trasporta, fissandole, le cose sul piano, fittizio, della visione, affinché se ne intra-veda un senso. Il suono circonda le cose di senso, sta dentro il Paese e lo segna in senso unitario, vivendo con esso in un flusso temporale quando lo si attiva (il suono) e ri-vivendo con esso (il Paese) e per esso quando tace, invisibile sempre, inudibile in questa situazione di silenzio, ma presente come forza primaria del meccanismo della memoria. Sono i suoni della cultura umana”.

I progetti per le scuole del La Terra del Fuoco sono rivolti ai ragazzi dell’ultimo anno della scuola primaria e ai ragazzi della scuola media inferiore.

Informazioni: Associazione di promozione sociale Terra del Fuoco per la diffusione della manualità – Via Crescenzago, 110 (presso ITT Molinari) MM2 Cimiano – Milano
email: terradelfuoco.info@gmail.com
FB: www.facebook.com/Terra del fuoco Milano

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