LA RIPRESA MICROFONICA DELLA VOCE
IN STUDIO DI REGISTRAZIONE

IN COLLABORAZIONE CON

È convinzione dei più grandi sound engineer che non ci sia un solo modo per registrare la voce. E se ne può capire il motivo: la voce umana è di fatto lo strumento musicale più variabile e complesso. Sono infatti le caratteristiche timbriche e dinamiche specifiche del cantante (o dello speaker) a condizionare spesso la modalità di ripresa, anche in relazione al contesto musicale o audio in cui si inserisce.

POSIZIONAMENTO FRONTALE RAVVICINATO
Il metodo più comune per registrare una voce umana in ogni contesto è la tecnica di posizionamento in asse vicino alla fonte. I produttori/ingegneri del suono lo chiamano comunemente “in faccia” e ha una serie di vantaggi: suono “intimo”, buona articolazione delle consonanti, presenza solista o principale e calore da effetto di prossimità (che si realizza solo usando microfoni direzionali a diagramma cardioide o iper-cardioide). Può però avere anche alcuni svantaggi: eccesso di sibilanti e plosive, mancanza di profondità e assenza dell’ambiente naturale della stanza. Per ogni artista vocale dovrebbe essere impostata la distanza esatta del microfono dalla sua bocca. Si ascolta il bilanciamento degli attributi rispetto agli svantaggi sopracitati e si sposta il microfono di conseguenza. Il punto di partenza può essere a circa 10 cm dalla bocca direttamente in asse. Si può anche inclinare il microfono fino a 90º per attenuare la componente audio offensiva (sibilanti e plosive), ma occorre conoscere chiaramente la sua risposta fuori asse affinché questo si possa fare. Mentre un assistente allontana e avvicina il microfono dalla bocca del cantante, da 5 a 15 cm circa, si ascolta l’aumento del calore del suono generato dall’effetto di prossimità bilanciando la brillantezza delle consonanti. Quando si microfona la voce vicino alla bocca dovrebbe essere sempre usato un filtro anti-pop.

Incidenza dell’effetto di prossimità sulla risposta in frequenza.

POSIZIONAMENTO FRONTALE LIBERO
Una tecnica meno comune è il posizionamento libero davanti alla bocca, ma la maggior parte dei microfoni non può essere utilizzata in questo modo a causa dell’irregolarità della risposta fuori asse. Tuttavia, un microfono con una risposta fuori asse uniforme può eccellere in questa tecnica di posizionamento se la sala di registrazione è valida dal punto di vista acustico. Il primo vantaggio di questa tecnica, una volta che la si è appresa, è un suono naturale della stanza. 
L’equilibrio tra la voce e la stanza è determinato dalla distanza dalla bocca e dal posizionamento del performer nella stanza. Ogni stanza ha i suoi buoni punti di ripresa; si tratta solo di cercarli puntando anzitutto a un tempo di riverberazione breve (0,9 ms o meno). Un buon punto di partenza per questa tecnica è a circa 30 cm dalla bocca. Sempre con l’aiuto di un assistente, si allontana e si avvicina il microfono dalla bocca del cantante ascoltando l’equilibrio tra voce e stanza.  Mettere un po’ di ambiente sulla voce farà emergere un suono più naturale e personale, ma occorre fare attenzione a non sbilanciarsi troppo verso la stanza perché è difficile da ridurre in seguito. Questa tecnica conferisce una naturale profondità alla narrazione e si applica a scene in cui l’artista vocale non è “in faccia”. In questo caso si potrà notare che la necessità di ridurre le sibilanti e filtrare le basse frequenze è ridotta. Il calore dell’effetto di prossimità lascia spazio al timbro naturale della stanza, che è piuttosto raro nelle registrazioni di oggi. Una registrazione dotata di una profondità naturale ha il potere di attirare un ascoltatore piuttosto che spingerlo indietro sulla sua sedia come accade quando il suono è “in faccia”.

POSIZIONAMENTO DA SOPRA LA TESTA
Quando le due tecniche citate non producono gli effetti desiderati, è il momento di cercare nuovi orizzonti. Ciò che serve, innanzitutto, è un microfono con una risposta fuori asse estremamente chiara. Mentre il vostro assistente sposta il microfono al di sopra dell’area nasale, cominciate ad ascoltare una diversa miscela tra suono diretto e ambiente della stanza. Questa tecnica “da sopra la testa” andrebbe provata se l’esecutore è molto affannato e/o emette molte plosive o ha una “S” molto forte. Andrebbe provata anche se l’esecutore è molto diaframmatico nella sua tecnica di esecuzione e produce troppo corpo con l’effetto di prossimità. La testa umana è un risonatore nasale: provate a puntare direttamente l’asse del microfono verso la cavità nasale, appena sopra il sopracciglio. Mentre l’esecutore sta provando, spostate l’angolo di direzione in asse a 45º verso il basso e anche a 45º verso l’alto. Provate anche a puntare il microfono sopra la testa perché potreste scoprire che è più funzionale.  Se il microfono mantiene un certo livello di qualità rispetto alla risposta fuori asse, è possibile scoprire un risvolto completamente nuovo della tecnica usata quotidianamente. A volte il microfono può finire sopra la testa puntato verso il basso e lontano dalla voce che parla.

Diversi posizionamenti per il controllo di sibilanti e plosive.

POSIZIONAMENTO DAL BASSO AD ALTEZZA TORACE
Un’altra tecnica che può essere appresa è il posizionamento in corrispondenza del diaframma. Questo tipo di posizionamento non può essere utilizzato facilmente se è previsto l’uso di un leggio standard perché il puntamento del microfono verso la cavità toracica sarà disturbato dal rumore del giro pagina, che finirà per interferire sulla qualità della registrazione. Se la partitura è di una o due pagine, se si usa un leggio digitale o, ancora meglio, la parte viene cantata a memoria, allora anche questa tecnica andrebbe provata perché produce un calore diaframmatico naturale. Si posiziona il microfono a circa 30 cm dalla bocca, ma in basso al centro della cavità toracica. Si prova a inclinarlo su e giù di 45º mentre l’esecutore sta provando, controllando l’equilibrio dell’articolazione nelle consonanti durante il movimento sulle frequenze medio-basse che la cavità toracica umana produce. Solitamente si ricava un suono molto corposo, anch’esso diverso dal suono “in faccia”. Una buona ragione per usare questa tecnica è se il vocalist ha una “S” estremamente forte, consonanti molto plosive o un timbro molto nasale.

Info: DPA MICROPHONES

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