MUSIC LEARNING THEORY.
LA MUSICA È GIÀ DENTRO DI NOI
di Ilaria Pastore *
Ciò che più mi appassiona della mia attività di insegnante è ciò che viene prima dell’insegnamento in sé. Infatti amo di più definirmi “Educatrice musicale”, ovvero colei che educe, che tira fuori dall’allievo ciò che già risiede in lui e che, per essere scovato, necessita di empatia, relazione e ascolto. Questo processo di ricerca, di indagine sulla persona, richiede tempo, strategia ed energia. Devo dire che negli anni ho compreso quanto sia più semplice e piacevole poter frugare in un forziere solo una volta ottenuto il permesso del capitano ed è così che, piano piano, ho sviluppato una mia modalità per entrare davvero in contatto con i piccoli che intraprendono i percorsi di Musica in fasce® e Sviluppomusicalità®.
Il mio approccio didattico parte quindi dalla persona che ho davanti: l’insegnamento di ciò che so e di ciò che vorrei trasferire all’allievo arriva appena dopo e, se è vero che la parte iniziale “ruba” del tempo rispetto a un procedimento di insegnamento più “classico”, la parte successiva è molto più veloce in termini di trasferimento delle informazioni, di risultati ottenuti e di radicamento delle conoscenze, poiché ogni proposta rispetta la modalità di apprendimento naturale del bambino e coinvolge il contesto in cui si trova in quel momento, sia esso scolastico e/o familiare.
La musica è altamente formativa, è come una luce sempre accesa. Mantenere vivo nel tempo il rapporto con la musica è incredibilmente utile su più fronti: da quello cognitivo a quello emotivo, sociale e culturale. Fare musica sin dai primi mesi di vita significa consentire ai bambini di entrare il prima possibile in contatto con un vero e proprio linguaggio che, come quello verbale, trova nel bambino terreno fertile dove posarsi e germogliare. Nella Music Learning Theory di Edwin E. Gordon i principi pedagogici sono legati a quelli musicali e questo fa sì che la musica diventi un’esperienza di spessore evidenziata anche dalla possibilità di essere condivisa con l’adulto di riferimento (per bambini fino ai 3 anni), sia esso un genitore, una maestra, un nonno, una tata, che viene direttamente coinvolto nella lezione di musica riscoprendo così il proprio strumento voce-corpo insieme al bambino. La musica diventa uno sguardo su un processo ancora più grande che sfocerà un giorno nell’approccio allo strumento o semplicemente nell’ascolto attento della musica che si ama, con un livello di comprensione musicale capace di elevare le generazioni future a livello culturale sempre più alto.
Lavoro da quasi dieci anni con bambini da 0 a 6 anni, una fascia di età attraverso la quale la voce cantata e il corpo in movimento diventano mezzo e strumento per insegnare e apprendere contemporaneamente. Il bambino non desidera nient’altro che condividere qualcosa che abbia un senso profondo e durante le lezioni di musica questo è evidente, poiché l’assenza totale di oggetti e distrazioni di qualsiasi tipo insieme alla sospensione del linguaggio verbale danno vita, contrariamente a quanto si possa pensare, a un senso di grandissimo agio e appagamento. Questo “vuoto” nel quale deliberatamente si opera, ha il potere di mettere in evidenza tutto ciò che è legato alla persona, ai silenzi, all’ascolto, alla sintassi musicale, alla possibilità di inventare attività gioco sempre diverse e spesso suggerite dai bambini stessi. Ci si avvicina in qualche modo a una sorta di “purezza” in termini di modalità di insegnamento (quindi di apprendimento) e, di conseguenza, il bambino si sente accolto e libero di intervenire musicalmente come meglio crede. In questo modo la complessità del materiale musicale (i canti senza parole vengono eseguiti in tutti i modi e in tutti i metri) diventa elemento di ricchezza, di stimolo all’espressività del bambino. Il grande potenziale della MLT non è solo musicale, ma anche sociale, proprio perché la musica stessa ha a che fare con la società, dove la voce rischia di diventare un sottofondo inascoltato. Invece, in questi percorsi di musica, la voce è la vera protagonista e rappresenta l’identità unica di ogni bambino e dell’adulto che lo accompagna.
Nel bellissimo video di Demetrio Stratos “Cantare la voce” lo scrittore mediorientale Majid El Houssi dice: “Noi abbiamo una cultura orale. Veniamo al mondo con il grido”. Ascoltiamolo questo grido, contiene davvero tante informazioni su di noi e sulla musica che abbiamo dentro.
* Cantautrice, musicista, educatrice musicale, studentessa del dipartimento Triennio di Composizione Pop del Conservatorio Verdi di Milano e mamma, Ilaria Pastore si occupa di educazione musicale secondo la Music Learning Theory di Edwin E. Gordon da quasi un decennio ed è Insegnante AIGAM (Associazione Italiana Gordon per l’Apprendimento Musicale).
Ritrovo in queste parole la bellezza e il valore del percorso musicale vissuto in questi ultimi sei anni, proprio con Ilaria. Un percorso che è ricchezza non solo per il bambino, ma anche per il genitore che scopre una nuova modalità comunicativa con il proprio bimbo e al contempo amplia il proprio mondo musicale attraverso nuovi stimoli e suggestioni.
Che piacere trovare un commento così bello e inaspettato, grazie di cuore. Quello che possiamo fare per diffondere informazioni su questa modalità didattica è…parlarne, raccontare, invitare a leggere e sperimentare! Grazie ancora, Ilaria.