FORMARSI PER FORMARE. UN CONVEGNO DINAMICO PER RIFLETTERE SU FORMAZIONE ED EDUCAZIONE MUSICALE
di Lorella Perugia
Il 30 Novembre e 1 Dicembre 2024 si è svolto a Roma il Convegno Nazionale Formarsi per Formare organizzato dal Forum Nazionale per l’Educazione musicale in collaborazione con la Federazione nazionale associazioni corali regionali Feniarco. Un evento unico nel suo genere, incentrato sulla formazione dei professionisti dell’educazione musicale, che ha evidenziato l’importanza del Terzo Settore musicale in Italia in questo ambito, ma anche nella promozione della ricerca didattico-pedagogica e la diffusione capillare dell’educazione musicale nelle scuole e nei territori.

La formazione degli educatori musicali è un tema che sta particolarmente a cuore al Forum per l’Educazione musicale che ne ha dedicato recentemente un intero documento in forma di Linee Guida (linkare all’articolo relativo https://musicedu.it/la-formazione-continua-e-facile-parlare-di-educazione-musicale-se-sai-come-farlo/ ) e che è fondamentale per migliorare un’educazione alla musica in Italia che soffre ancora di molti limiti e lacune che il post-pandemia ha ulteriormente acuito.
In un contesto sociale in rapida trasformazione quale quello in cui noi viviamo, l’educazione musicale flessibile e ricettiva si conferma infatti un mezzo indispensabile per stimolare immaginazione, pensiero critico e collaborazione, oltre a favorire inclusione e benessere.
Le due giornate hanno offerto spazi di riflessione, sperimentazione e confronto, proponendo un equilibrio armonioso tra teoria e pratica. È emerso con chiarezza quanto le parole, per essere pienamente comprese, debbano essere vissute in prima persona: i laboratori pratici, anticipando gli interventi più teorici, hanno dimostrato grande efficacia nel trattare le tematiche e coinvolgere attivamente e profondamente i partecipanti.
PROGRAMMA DEL CONVEGNO
La prima giornata è stata dedicata ai workshop tematici, aperti dalla lecture di Franco Lorenzoni, che ha invitato i partecipanti a riflettere sull’importanza della creatività, della passione e della cura del docente, elementi propulsivi per ampliare e contaminare i linguaggi educativi e renderli più efficaci.
I workshop, selezionati dal Comitato Scientifico per il loro taglio trasversale, sono stati affidati a figure di spicco in specifici campi dell’educazione musicale e non solo, con l’obiettivo di sottolineare la natura interdisciplinare del linguaggio musicale e colmare una lacuna ancora troppo diffusa nelle scuole. Si è così spaziato dal lavoro sul corpo e sulla voce con Tom Johnson e Lucia Staccone, alla didattica dello strumento con Mariateresa Lietti e Annibale Rebaudengo, fino alla contaminazione tra teatro e immaginazione creativa con Luigi Orfeo e Raffaella Ceres.

La seconda giornata, invece, si è focalizzata sulla comprensione delle dinamiche alla base del “fare”. Ad aprire i lavori, la lecture di Gianni Nuti, “Farsi e fare opere d’arte”, ha sottolineato il valore della bellezza e del piacere nella formazione artistica, evidenziando come “essere” sia il presupposto fondamentale del “fare”.
Le relazioni hanno offerto uno sguardo ampio e approfondito: si è spaziato tra tecnologia e vocalità con Albert Hera, psicofonia con Silvana Noschese, musica, biologia e sviluppo infantile con Costantino Panza, inclusione e superamento dei limiti con Kjetil Aamann, ospite dalla Norvegia. Non sono mancati interventi trasversali come quelli di Carlo Ridolfi sul superamento delle dicotomie nella formazione, e di Francesco Galtieri, che ha evidenziato il ruolo fondamentale dell’associazionismo musicale nella formazione. La giornata si è conclusa con l’intervento di chi vi scrive Lorella Perugia, in qualità di vicepresidente del Forum, che è stato incentrato sugli elementi essenziali che rendono una formazione didattico-musicale di qualità, tirando le fila su tutto ciò che nelle due giornate era emerso attraverso pratica e riflessione.
La tavola rotonda finale ha rappresentato un momento di sintesi e confronto, mettendo i relatori a dialogo sulle prospettive future del settore, consolidando i principi emersi nel corso delle due giornate.

DALLA PRATICA ALLA TEORIA
Uno degli aspetti più significativi dell’evento è stato il ribaltamento del tradizionale approccio ai convegni: i workshop, spesso relegati a una posizione accessoria, sono stati collocati prima delle relazioni teoriche e hanno avuto pari dignità. Questo ha permesso di partire dall’esperienza pratica, trasformandola in un punto di partenza per il dibattito e la riflessione. È un modello che sovverte la gerarchia classica tra teoria e pratica, sottolineando che la conoscenza emerge dal “fare” e che la teoria non è altro che una sintesi delle esperienze vissute.
IL TERZO SETTORE COME MOTORE PER L’INNOVAZIONE
Il convegno ha posto l’accento sul ruolo fondamentale del Terzo Settore nell’ambito dell’educazione musicale e della formazione degli educatori. Le migliori associazioni musicali, con la loro flessibilità e capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti, si sono rivelate un pilastro della ricerca e della sperimentazione. La formazione degli insegnanti, in particolare, beneficia enormemente del contributo del Terzo Settore, che spesso riesce a offrire percorsi più innovativi e mirati rispetto alle istituzioni e, tranne rari casi illuminati, lente nell’adattarsi alle nuove esigenze e ancora molto ancorate al predominio della teoria sulla pratica, evidenziando quanto il contributo del Terzo Settore non sia solo supporto alle scuole, ma vero e proprio laboratorio di innovazione.
MUSICA, TRASVERSALITÀ E COLLABORAZIONE
Un altro elemento distintivo del convegno è stata la capacità di coinvolgere figure trasversali, provenienti da ambiti diversi da quelli strettamente legati alle associazioni organizzatrici del Forum, che rappresentano comunque un’eccellenza nel panorama didattico-musicale. Questo approccio ha evitato il rischio di autoreferenzialità, aprendo invece il dialogo a prospettive nuove e arricchenti. La trasversalità è una delle caratteristiche più potenti della musica: un linguaggio che unisce discipline, generazioni e culture, favorendo un apprendimento integrato e multidimensionale.

UN SUCCESSO DI PARTECIPAZIONE E IMPATTO
Raggiunto il sold-out di partecipanti, tra insegnanti ed educatori, musicisti, ricercatori il convegno ha raggiunto un livello di coinvolgimento raro per eventi di questo tipo. Questa partecipazione ha evidenziato da un lato il potere della pratica musicale come collante e creatrice di comunità, dall’altro l’esistenza di una rete viva e attiva tra associazionismo e scuole, un legame che andrebbe molto più coltivato e rafforzato per arricchire il percorso formativo di ciascuno studente.
VERSO UN’EDUCAZIONE MUSICALE INTEGRATA
Il convegno ha rappresentato molto più di un semplice evento formativo: è stato un laboratorio di idee e un catalizzatore di cambiamento. Ha mostrato come l’educazione musicale possa fungere da ponte tra pratica e teoria, tra scuola e territorio, tra tradizione e innovazione. Ma soprattutto, ha ricordato che solo attraverso la collaborazione e l’apertura al territorio si può costruire un sistema educativo capace di affrontare le sfide del nostro tempo.
La musica, in questo senso, si conferma non solo un’arte, ma uno strumento di coesione sociale, innovazione, pensiero creativo e propulsivo. Un messaggio potente che questo convegno ha saputo trasmettere con forza, ispirando tutti i partecipanti a ripensare il ruolo dell’educazione musicale come motore di trasformazione e crescita per il futuro.
Gli highlights del convegno Formarsi per Formare sono QUI