DIPLOMA ACCADEMICO IN MUSICOTERAPIA. INTERVISTA A MARZIA ZINGARELLI

di Antonella Zenga

Con il Decreto Ministeriale 2905 del 6 Dicembre 2021 è stato istituito il Diploma Accademico di II livello in “Teorie e tecniche in musicoterapia”. Molti Conservatori hanno mostrato interesse verso l’attivazione di questo nuovo corso avviando le procedure di accreditamento presso il MUR. Siamo dunque al termine di una prima fase transitoria in cui è possibile fare il punto della situazione a beneficio di chi volesse intraprendere questo tipo di formazione. Ne parliamo con Marzia Zingarelli, docente presso il Conservatorio Vivaldi di Alessandria, musicoterapeuta (Mt), tra gli esperti invitati dal MUR per lavorare al tavolo dedicato al nuovo ordinamento didattico del suddetto corso.

Musicedu Sappiamo che l’istituzione di questo corso ha suscitato interesse in molti Conservatori, possiamo descrivere qual è la situazione attuale? Quanti Conservatori hanno fatto richiesta di accreditamento, quali sono già operativi?
Marzia Zingarelli Appena uscito il DM 2905, hanno fatto richiesta di accreditamento fra i 16 e i 18 Conservatori, rappresentativi di tutto il territorio nazionale. La procedura di accreditamento è molto rigorosa e riguarda diversi aspetti sia formali che di contenuto. Non tutti i Conservatori che hanno fatto richiesta hanno potuto attivare il Biennio immediatamente, alcuni infatti partiranno dall’anno accademico 2023-2024, altri necessitano di più tempo per adeguarsi alle richieste del MUR. I Conservatori di Alessandria, Avellino, Brescia, Cesena, L’Aquila, Palermo, Pescara e Verona sono stati accreditati, ma nel frattempo se ne potrebbero essere aggiunti altri; di questi qualcuno è già operativo, mentre altri partiranno dal prossimo anno accademico.

Musicedu Quali sono state le difficoltà procedurali per cui non tutti i Conservatori hanno avuto potuto avere l’accreditamento? 
Marzia Zingarelli Per l’accreditamento il MUR ha richiesto una documentazione piuttosto complessa che va valutata da vari organi competenti come il CNAM (Consiglio nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale) e l‘ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca). Naturalmente ciascun Conservatorio ha dovuto affrontare problemi specifici che vanno inseriti nell’ambito di una determinata tempistica. Il MUR raccoglie le istanze degli organi di valutazione in base a cui invia un decreto di attivazione ai Conservatori. Tra le richieste del MUR vi è la condizione necessaria di partire con l’offerta dei 48 CFA (Crediti Formativi Accademici) propedeutici all’ammissione al corso. I CFA richiedono un tempo preciso per l’attuazione e questo è uno dei casi che obbliga al rinvio dell’attivazione del corso. Le motivazioni per il mancato accreditamento però possono essere le più svariate, la procedura è nuova e prevede la definizione di una convenzione, specifica per questo Biennio, con un’Università di riferimento. Un aspetto fondamentale dal punto di vista della formazione peculiare del DM, che può richiedere tempi lunghi. 

Musicedu Uno degli obiettivi del decreto è stato certamente quello di definire una formazione istituzionale di base in musicoterapia uguale per tutti. In che termini ciascun Conservatorio può muoversi autonomamente, sempre che possa, rispetto all’offerta formativa, caratterizzandosi per specifiche scelte didattiche?
Marzia Zingarelli Il decreto impone delle regole uguali per tutti nella stesura del piano formativo. Ci può essere una certa autonomia rispetto a determinati orientamenti specifici. La proposta di seminari monotematici o di moduli, con un definito numero di ore su specifici temi è possibile, ma la cosa fondamentale è che la formazione di base sia comune a tutti garantendo un’uniformità della formazione che non deve essere compromessa da eventuali scelte aggiuntive fatte in autonomia.

Musicedu Cosa possiamo dire a chi lamenta che un Biennio di II livello non è sufficiente a fornire una giusta preparazione del Mt in assenza di un triennio di base?
Marzia Zingarelli Stiamo parlando di una formazione magistrale che prevede un triennio obbligatorio per l’accesso. Ciò determina già una competenza di base. A questo si aggiunge l’acquisizione dei 48 crediti formativi accademici e universitari obbligatori per accedere al Biennio, che in termini di tempo corrispondono quasi a un anno accademico. Questi crediti riguardano tutte le aree formative (musicale, musicoterapica, pedagogica e psicologica) e vengono consolidati anche successivamente grazie al contributo dei docenti interni al Conservatorio e dell’Università convenzionata che adeguano il programma d’insegnamento a ciò che necessita nella pratica musicoterapica. Il decreto ha preso a riferimento il sistema di formazione europeo proprio per adeguarsi ed equipararsi ad esso, integrando le varie proposte presenti in Europa con l’esperienza italiana. 

Musicedu A questo proposito che informazioni possiamo dare rispetto ad altre proposte di formazione in MT presenti in Italia che prescindono dal decreto?  
Marzia Zingarelli Prima del decreto, un passaggio cruciale è stato l’ingresso nei Conservatori del Biennio di Specializzazione in MT (2005) il cui titolo è stato ritenuto equipollente a una laurea magistrale nel Luglio 2020. Le proposte formative però erano le più disparate: oltre alla diffusione di scuole private, gli stessi Conservatori proponevano bienni, trienni, master. Dopo un lungo periodo di sperimentazione della MT nei Conservatori è stato necessario uniformare le proposte formative secondo un unico ordinamento, questo è ciò che è accaduto con il DM del Dicembre 2021. La scelta di un percorso formativo è assolutamente personale e dipende dallo scopo che ci si prefigge. Si può fare una scelta volta ad approfondire determinate conoscenze, ma se l’obiettivo è quello di acquisire un titolo spendibile all’interno del mondo del lavoro ovvio che quello rilasciato dallo Stato è legale mentre altri non sono riconosciuti. Questo non significa che le scuole private non possano rilasciare in futuro un titolo riconosciuto legalmente, ma perché questo accada devono fare un percorso di accreditamento presso il MUR, come già accade nell’ambito della formazione musicale dove per esempio, alcune accademie private di musica sono accreditate. In assenza di questo percorso però il titolo non può essere riconosciuto a nessun livello legislativo rispetto a quello rilasciato dal Conservatorio. I master universitari e accademici sono in genere titoli di specializzazione e di approfondimento sono uno strumento settoriale su uno specifico argomento, per cui hanno una valenza giuridica, ma si aggiungono ad una formazione triennale accademica o universitaria che potrebbe non essere adeguata alla comprensione di alcuni aspetti della MT. Infine abbiamo i Bienni di specializzazione in MT sperimentati in certi Conservatori (Ferrara, L’Aquila, Verona), alcuni ancora operativi e che come detto sono già stati riconosciuti equipollenti a laurea magistrale.

Musicedu Possiamo dire che questa uniformità nella formazione di base definita istituzionalmente può essere il presupposto per la definizione del profilo professionale del futuro Mt?
Marzia Zingarelli Come già detto, il decreto ministeriale si è sviluppato sul modello del sistema formativo europeo proprio in una prospettiva di adeguamento che necessariamente deve partire da una formazione condivisa. A livello sia europeo che mondiale si è andati molto avanti rispetto alla situazione italiana e ormai da molto tempo si è adottato un sistema che valorizza i crediti formativi nei contesti accademici e universitari a cui si collega la circolazione del titolo di studio. Dunque sebbene il decreto sia rivolto esclusivamente alla definizione di un piano formativo organico, può certamente contribuire all’avvio di altri percorsi riguardanti il futuro del professionista della MT, in particolare rispetto al suo inserimento nella pubblica amministrazione o al suo inquadramento contrattuale nell’ambito di istituzioni pubbliche o private, aspetti che non possono prescindere da una formazione di base condivisa sia sul piano nazionale che europeo.

4 commenti su “DIPLOMA ACCADEMICO IN MUSICOTERAPIA. INTERVISTA A MARZIA ZINGARELLI

  1. Sicuramente la musicoterapia è una terapia che fa bene a tutti noi esseri umani, perché ci aiuta a capire e comprendere e anche ad migliorare il tenore di vita stressante che viviamo oggi,che è così frenetica e poi è molto Importante per persone con disturbi mentali e di salute , continuate così bravi

  2. E per i musicoterapeuti giá formati e attivi, come facciamo? E se sono certificato dalla FAC? Come mai il decreto non parla assolutamente di noi musicoterapeuti giá attivi da tanti anni? Come verrá gestita la cosa? E la norma UNI? Non viene considerata?

    Mi sembra che non ci sia una visione globale per regolamentare la formazione e il riconoscimento ufficiale della figura professionale del musicoterapeuta. Piú che altro mi sembra un’azione mirata a lottizzare la formazione affidandola ai Conservatori Musicali…

    1. Gentile Dietmar,
      lei solleva alcune domande legittime e condivisibili, la ringrazio per questo perché suggeriscono ulteriori approfondimenti interessanti e stimolano il confronto utile per fare un’equilibrata informazione. Posto che nello specifico stiamo parlando di formazione mentre le sue domande si riferiscono soprattutto alla professione del Mt, personalmente mi limito a evidenziare 4 aspetti:
      1) Ogni percorso più o meno lungo comincia con un primo passo, il decreto lo avvia verso la realizzazione di una formazione uguale per tutti, riconosciuta a livello istituzionale, affidata sinergicamente al Conservatorio e all’Università e questo faciliterà l’inquadramento professionale dei futuri Mt
      2) Il decreto, una volta tanto si preoccupa e va a beneficio delle future generazioni
      3) Ritengo sia importante che il percorso si sviluppi all’interno del Conservatorio, perché evidenzia il fatto che la MT richiede innanzitutto l’uso competente del linguaggio musicale e dei suoi elementi nell’ambito della relazione di aiuto
      4) Parte della formazione è affidata all’esperienza di quei Mt già attivi da tanti anni, cui lei fa riferimento, molti dei quali fino a qualche tempo fa probabilmente lottizzavano la formazione in MT nell’ambito di scuole private e percorsi annessi, non propriamente omogenei. Forse, adesso dovrebbero distinguere, come avviene in altri contesti formativi, se stare nel pubblico o nel privato, contribuirebbe a mettere ordine facilitando le scelte di chi volesse oggi iniziare a formarsi in MT. Sono solo i miei pensieri, certamente la Prof.ssa Zingarelli potrà essere più esaustiva.

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