MUSICOTERAPIA (MT) OGGI FRA PASSATO E FUTURO

di Antonella Zenga

Ultimamente ho partecipato a due eventi sulla MT che hanno evidenziato come questa disciplina tenga insieme modalità di intervento e prospettive assai differenti far loro. Mi riferisco al Workshop “Curare con la musica: come l’AI rivoluziona la MT” organizzato lo scorso 11 Giugno 2024 presso lo STEP FuturAbility District Theatre di Milano e al convegno di Cagliari del 29 e 30 Giugno “Il dialogo delle parti” a cura dalle associazioni professionali di MT AIM e FIM. 

Da un lato l’applicazione della musica algoritmica creata attraverso l’artificial intelligence (AI), dall’altro uno spaccato della MT soprattutto sarda, con presentazione di casi clinici e laboratori esperienziali. Dai due eventi, il primo durato due ore, il secondo due giorni è emerso come la MT sia sempre in bilico fra scientificità e relazione umana. Specie in ambito sanitario si mira a una pratica basata sull’evidenza scientifica e sull’oggettivazione di ciò che si realizza durante il processo, parallelamente si esalta il ruolo fondamentale della relazione terapeutica, peculiare dell’intervento di MT in qualsiasi ambito. La relazione in MT è un fondamentale elemento di umanizzazione dove la persona è al centro nella complessità dei suoi bisogni. La musica è un fenomeno complicato capace di agire su diverse dimensioni della persona, possiamo considerarla come semplice evento acustico classificandola secondo determinati parametri, ma per comprendere le influenze su chi l’ascolta o la pratica, non si può prescindere dall’unicità di quest’ultimo.

Trovo interessante e stimolante ragionare su come porsi rispetto a questa dualità della pratica musicoterapica per cui vi è una parte insondabile del fenomeno sonoro-musicale, non quantificabile e non misurabile, in cui emozione, affettività, esperienze passate e presenti del musicoterapeuta e dell’utente si intrecciano in una relazione irripetibile, ma dove parallelamente tutto ciò può essere espresso attraverso parametri fisiologici e sonoro-musicali specifici misurabili, così da rendere l’esperienza, per quanto possibile, verificabile. In questa problematica molto sentita nei contesti medici, la MT si dibatte da tempo ed è emersa anche nell’incontro di Milano svolto all’interno di STEP FuturAbility District, uno spazio divulgativo dedicato al futuro e alle nuove tecnologie digitali. Qui il prof. Alfredo Raglio tra i ricercatori coinvolti in questo progetto supportato dall’ICS Maugeri di Pavia, ha parlato della musica algoritmica e delle sue potenzialità in MT anche attraverso il confronto con un’esperienza più tradizionale di MT realizzata presso il Policlinico Universitario Campus-BioMedico di Roma descritta dal direttore clinico, prof.ssa  Rossana Alloni. Ne è scaturito un’interessante riflessione sull’importanza della MT come cura di sostegno non farmacologica, dove il suono stesso può essere il farmaco. Ma il suono da solo, per quanto adeguato con l’AI alle esigenze terapeutiche, può bastare? È un argomento che meriterà senz’altro uno spazio più specifico di approfondimento su MusicEdu.

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