REFERENCE CABLES PER LE UMBRIA JAZZ CLINICS CON IL BERKLEE COLLEGE

Pur con qualche apprensione dovuta al persistere dei contagi da Covid-19, sono tornati quest’anno a Perugia i seminari del Berklee College of Music di Boston, da 35 anni partner didattico di Umbria Jazz. Le clinics si sono svolte dal 5 al 17 luglio scorso e hanno coinvolto studenti provenienti da tutto il mondo, impegnati in un’esperienza immersiva nella didattica Berklee, all’interno di un vero e proprio “campus” nella splendida cornice medievale di Perugia. Partner tecnico da sempre delle clinics è stato Reference Cables, che ha curato l’allestimento e il supporto tecnico sui palchi interni e su quello esterno montati presso gli spazi delle scuole Fabretti di Perugia.

Le 15 aule adibite alle lezioni “indoor” e il palco “outdoor” allestito nel cortile della scuola, hanno ospitato le lezioni quotidiane, le masterclass di artisti internazionali e le jam session. La collaborazione tra Umbria Jazz Clinics e Reference Cables dura da diversi decenni perché è una partnership motivata non solo da un rapporto di amicizia e stima tra Angelo Tordini di Reference e Giovanni Tommaso, direttore delle UJ Clinics (nonché leggenda del jazz e prog-rock italiano), ma soprattutto dalla volontà di quest’ultimo di garantire ogni anno a studenti e docenti la stessa efficienza tecnica e una qualità audio in linea con l’eccellenza dell’offerta formativa.
A fianco di Angelo Tordini, presente quest’anno il sound engineer Roberto di Vanna, impegnato a offrire full-time l’assistenza tecnica di cui studenti e i docenti hanno avuto bisogno per tutti e dodici i giorni delle Clinics, oltre a fornire e gestire i sistemi audio e cablaggi per tutte le aulee e per il palco esterno, dove si sono svolte le lezioni pomeridiane di musica d’insieme, le jam session serali, le masterclass e i saggi finali.
Oltre al contributo tecnico, Reference ha avuto anche un piccolo, ma significativo, ruolo didattico. L’argomento “cavi per strumenti musicali” è stato infatti l’oggetto di un breve seminario a cura dello stesso Angelo Tordini: una clinic nelle Clinics volta a sensibilizzare gli studenti sull’importanza che una scelta consapevole del proprio cablaggio audio ha per ogni musicista, e far comprendere, con test comparativi, quanto i cavi influenzino il suono in relazione al proprio strumento e setup. Anche quest’anno, i musicisti visitatori di Umbria Jazz hanno avuto la possibilità di approfondire l’argomento “cavi audio” presso il Reference Point, un gazebo allestito nel centro di Perugia presso i Giardini Carducci e aperto per tutta la durata di Umbria Jazz (8-18 luglio). Qui i musicisti hanno potuto mettere alla prova i cavi Reference collegandoli al proprio strumento o al microfono con la propria voce, sperimentarne direttamente il potenziale e sentire con le proprie orecchie se davvero sono in grado di migliorare il suono come sempre più musicisti e tecnici sostengono dopo averli provati. Reference ha disegnato cavi coerenti  per strumento acustico, basso, chitarra, voce e batteria, così che il fonico non dovrà più compensare quello che un cavo inadeguato avrebbe tolto al suono, smanettando con processori che potrebbero ulteriormente far danni. 

QUANDO JAMES TAYLOR SOSTITUÌ IL SUO CAVO CON UN REFERENCE

Angelo Tordini, ha iniziato la sua collaborazione con Umbria Jazz diversi anni prima dell’avvio delle Berklee UJ Clinics. Fu il direttore di Umbria Jazz Carlo Pagnotta a chiamarlo tramite Beppe Cova (manager di Antonello Venditti) per montare un impianto audio all’interno del “tenda a strisce” di Bastia Umbra che la famiglia Togni noleggiava agli organizzatori di concerti alla fine degli anni Ottanta, prima che prendessero piede i Pallazzetti dello sport. Nei numerosi allestimenti ai Giardini del Frontone, allo Stadio Curi, all’Arena Santa Giuliana, sono stati tanti i personaggi del jazz internazionale che Tordini ha potuto incontrare a Umbria Jazz e tanti gli aneddoti da raccontare.

Quando ebbi l’occasione di incontrare James Taylor“, racconta Angelo Tordini “stava usando cavi Mogami per collegare la sua chitarra acustica all’accordatore, alla pedaliera e poi allo stage box. In quegli anni Taylor era già soprannominato nell’ambiente ‘l’uomo dalle orecchie d’oro’ perché era capace di riconoscere quali frequenze erano assenti sul suono degli strumenti quando venivano amplificati. Durante il suo sound check a Umbria Jazz, il promoter D’Alessandro lo informò della mia presenza e Taylor urlò il mio nome per chiamarmi sul palco a fargli provare il mio cavo per chitarra acustica. Così gli chiesi di fare il classico test di confronto tra il suo cavo e il mio per ascoltare le differenze. Quando avvisò il fonico che lo avrebbe fatto in quel momento, dal mixer si udii una frase tipo ‘Merda! Proprio ora!?’. Ma appena Taylor sostituì il suo cavo con il mio Reference e fece il suo accordo, dal mixer arrivò un urlo: ‘Fermo! Usa questo!’. Fu così che decise di usare i Reference su tutta la catena”.
Il progetto di Reference Cables è sempre stato fin dall’inizio quello di arrivare a montare sul palco solo cavi dedicati a ciascuno strumento. Grazie alla collaborazione con Carlo Pagnotta e Stefano Lazzari, direttore tecnico e di produzione del festival, Angelo Tordini ha sempre potuto sperimentare le soluzioni per il miglior suono possibile, cercando di sensibilizzare tutti i musicisti con cui ha avuto la possibilità di relazionarsi su quanto sia determinante la qualità del cablaggio a partire da quello residente sul palco (il circuito di base da cui partono i canali L+R verso l’impianto audio esterno) fino a quello di cui sono responsabili backliner e musicisti.

35 ANNI DI BERKLEE UJ CLINICS, LE RAGIONI DEL SUCCESSO

Quali sono i punti di forza delle Berklee Umbria Jazz Clinics, quelli che a distanza di 35 anni dalla prima edizione la rendono ancora una delle summer school internazionali più ambite dai giovani jazzisti di tutto il mondo? Lo abbiamo chiesto al suo direttore, Giovanni Tommaso, uno degli storici jazzisti italiani, che abbiamo avuto già il piacere di intervistare su MusicEdu n.10/2022.

Dal mio punto di vista“, spiega Tommaso, “se dopo 35 anni siano ancora qui, lo dobbiamo anzitutto al livello della didattica. È evidente che se i ragazzi che escono da qui dopo due settimane di studio non imparassero nulla, farebbero una cattiva pubblicità. Invece il livello di apprendimento e quindi di soddisfazione è molto alto perché i docenti e il sistema didattico Berklee è più che rodato. L’altro punto di forza è naturalmente la combinazione delle clinics con Umbria Jazz, un festival incredibile, da molti considerato il più importante al mondo. Un’altra fortissima attrattiva sono le borse di studio, cioè la possibilità di andare a studiare alla Berklee di Boston per uno, due o tre anni, fino al tempo necessario per laurearsi. Oggi alcuni dei ragazzi che hanno avuto questa possibilità sono diventati insegnanti proprio alla Berklee, mentre altri sono rimasti negli Stati Uniti a svolgere la professione e vivono lì. Uno dei giovani che ha cominciato qui il suo percorso quando aveva 10 anni insieme a suo fratello, Pasquale Grasso, è stato citato recentemente da Pat Metheny come il più promettente tra i giovani chitarristi di oggi“.

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