LA FORMAZIONE CONTINUA… È FACILE PARLARE DI EDUCAZIONE MUSICALE (SE SAI COME FARLO)

di Lorella Perugia

Le associazioni del Forum Nazionale per l’Educazione Musicale si confrontano da tempo sul tema della formazione didattico-musicale, rivolta a insegnanti. In questi anni post-pandemici la formazione ha subìto una crescita esponenziale grazie alla diffusione incontrollata di corsi e attività on-line, con proposte troppo sovente qualitativamente dubbie. Per questo il Forum si è adoperato per la compilazione di un documento, a cui io stessa ho preso parte, che esprime preoccupazione e vuole stimolare alla riflessione professionisti del settore e fruitori. 

Questo articolo intende passare in rassegna questo documento incoraggiando l’avvio di un dibattito sul tema. Lo stesso Forum Nazionale per l’Educazione Musicale in collaborazione con la Federazione nazionale cori Feniarco sta organizzando un convengo su queste tematiche che si svolgerà a Roma il 30 novembre e 1 dicembre 2024. 

Si parta da un presupposto non così scontato: la formazione didattico-musicale richiede oltre alle competenze teorico/pedagogiche, spesso le sole a essere affrontate nei percorsi istituzionali abilitanti, competenze specifiche di ambito musicale: non basta sapere ma occorre saper fare musica. A questo va integrato il saper essere: possedere e sviluppare qualità umane che permettano di guidare tutti i bambini, indistintamente, a sviluppare la loro musicalità innata, ancora troppo spesso condizionata da preconcetti legati alla “dote naturale”. 

L’educazione musicale dovrebbe essere orientata ad assolvere pienamente i suoi potenziali di apprendimento: non solo quelli specifici del linguaggio musicale ma altresì quelli trasversali. È ormai ampiamente dimostrato che la plasticità cerebrale indotta dalla pratica musicale coinvolge domini e competenze che migliorano il linguaggio, la memoria, l’attenzione e la concentrazione, le funzioni esecutive e operano anche sulla sfera delle emozioni promuovendo il benessere e l’affiliazione sociale. Ma se il docente non ha piena consapevolezza di questo e non è formato sufficientemente su questi aspetti ridurrà l’ora di musica (nel migliore dei casi) a un’attività di animazione musicale. Inoltre è purtroppo questa la direzione verso cui si stanno volgendo, spesso inconsapevolmente, gli innumerevoli corsi e seminari di formazione on-line o in presenza di questi ultimissimi anni. Corsi che riscontrano il successo di insegnanti poco consapevoli e alla ricerca di ricette già pronte riproducibili con facilità, coinvolgenti e performative (per i fatidici spettacoli di fine anno). Le associazioni del Forum sanno invece quanto sarebbe importante prestare attenzione al proprio gruppo classe con le sue peculiarità, lavorare con creatività e consapevolmente per elaborare modalità proprie che siano utili ai propri allievi e mai standardizzate.

Il documento del Forum nasce quindi da un lato per denunciare questa situazione che sta rischiando di danneggiare proprio quelle realtà che negli ultimi trenta, quarant’anni hanno promosso una didattica musicale di qualità attenta alla trasversalità, riflessiva, esplorativa, meno roboante, ma ragionata ed efficace. Una denuncia non fine a se stessa ma che alimenti l’esigenza, che tutti dovremmo ricercare, di porsi delle domande, di andare a fondo e non restare sulla superficie delle cose, favorendo una collaborazione che stimoli la crescita, lo scambio e la ricerca didattica.

Dall’altro lato il documento del Forum intende porre basi per la creazione di linee guida condivise che facciano chiarezza su quali siano gli elementi indispensabili per una formazione di qualità e distinguano la formazione di base da quella più professionalizzante, il percorso formativo dall’aggiornamento periodico.

Il dibattito tra le associazioni afferenti per la maggior parte alle più grandi metodologie didattiche oggi diffuse in Italia (dall’Orff al Dalcroze, dal Kodaly al Gordon, al Goitre ecc) si è interrogato sul termine educazione a favore di istruzione. L’educazione designa un processo di strutturazione complessiva e complessa della personalità, un apprendimento in senso lato in grado di inglobare socializzazione e inculturazione mentre istruire alla musica è solo una parte del fare musica e non dovrebbe esaurirne il suo potenziale. 
Nel documento è fatto un rimando anche alla dicitura Propedeutica musicale a cui già il Forum aveva dedicato un manifesto specifico che avevamo presentato in questa stessa rivista (si veda articolo https://musicedu.it/propedeutica-musicale-un-concetto-da-ripensare/).

Un intero paragrafo è dedicato poi al ruolo che il Terzo Settore musicale ha svolto e continua a svolgere per l’educazione musicale. Da un lato è l’associazionismo a favorire la diffusione della pratica musicale in maniera capillare nei territori permettendo a chiunque di avvicinarsi alla pratica musicale strumentale o vocale e consentendo un primo contatto anche a coloro che poi alimentano medie e licei musicali fino ai Conservatori. Dall’altro, attraverso le figure degli “esperti”, entra in moltissime scuole dell’infanzia e primaria, per sopperire alla carenza di competenze didattico-musicali del personale scolastico, senza considerare inoltre che la stragrande maggioranza degli insegnanti di musica assunti nelle scuole Secondarie di I grado ha iniziato i suoi percorsi di insegnamento nelle associazioni e da lì arriva la sua formazione didattico-pedagogica di ambito musicale. 

L’associazionismo musicale è ancora oggi il più importante attore di esperienze didattico-musicali innovative ed è grazie alle associazioni se le pratiche della didattica musicale europea e non, sono entrate e si sono sviluppate sul suolo italiano, per arrivare solo in pochi rari casi nei Conservatori. Così come l’educazione al jazz e alla musica pop-rock è una pratica ultra trentennale nelle associazioni che è approdata solo recentissimamente con percorsi istituzionali dei Conservatori e delle scuole pubbliche. Questi accenni dimostrano lo spirito di ricerca ed esplorazione che anima il miglior associazionismo e che lo porta a sperimentare diverse modalità didattiche allo scopo di migliorare l’apprendimento e di renderlo sempre più efficace modellandosi sui cambiamenti sociali. Una flessibilità e una abitudine al cambiamento che solo realtà autonome, diversificate e sensibili come le migliori associazioni possono garantire, rispetto alle rigidità del sistema scolastico istituzionale. Queste competenze hanno permesso a molte associazioni di essere riconosciute come enti formatori del personale scolastico, sebbene la strada per il pieno riconoscimento del ruolo che anche in questo senso svolge il Terzo settore musicale fatica ad arrivare. 

Ma il documento del Forum mette in guardia sul prolificarsi di realtà associative e liberi professionisti che si professano formatori e portatori di nuove didattiche ma che non fanno bene alla categoria. Nel marasma di realtà emerse nel post-pandemia per sopperire una richiesta sempre maggiore, anche dovuta alla debolezza dei percorsi istituzionali che dovrebbero preparare i futuri insegnanti alla didattica-musicale, occorre saper distinguere e selezionare corsi e seminari in grado di fornire gli strumenti per agire in una classe, senza illudersi di potersi formare a una pratica così complessa quale la didattica musicale con un seminario di poche ore e magari anche on-line

Per questo il documento si chiude con una panoramica sulle proposte didattiche oggi frequentate evidenziandone obiettivi e caratteristiche, in maniera il più possibile oggettiva: dai corsi di formazione agli incontri di approfondimento (workshop, seminari, laboratori, masterclass) distinguendo formazione da informazione ed evidenziando le differenze tra presenza e on-line che nel nostro settore non può che limitare fortemente la concretezza del fare che la didattica musicale richiederebbe.  
L’intento del documento che sintetizza i pensieri di associazioni storiche che hanno visto l’evolversi dei percorsi vorrebbe scaturire una riflessione e un dibattito sul tema, e allora: voi cosa ne pensate?

Per leggere il documento: https://forumeducazionemusicale.it/2024/05/20/la-formazione-didattico-musicale-e-facile-parlare-di-educazione-musicale-se-sai-come-farlo/

N.B: Questa rubrica si propone di esplorare i molteplici aspetti della formazione didattico-musicale contemporanea, fornendo stimoli di riflessione e prospettive a insegnanti ed educatori impegnati nella scuola o nel terzo settore musicale.

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