MAURIZIO NARDINI. UN CORSO PER FONICI ALLE “SUPERIORI”

di Max Pontrelli

Negli Istituti Professionali, la necessità di tenere in presenza i laboratori delle materie che richiedono un approccio pratico ha portato, con il perpetuarsi della pandemia, una rivoluzione in termini di organizzazione dell’orario scolastico, per garantire proprio agli studenti degli Istituti Professionali una quota-ore per il regolare svolgimento delle attività in laboratorio. Dopo un anno e mezzo di DAD e di sforzi atti a garantire qualità nelle lezioni a distanza, i laboratori in presenza hanno cercato di riavvicinare nuovamente gli studenti alla “normalità scolastica” pre-Covid.
Incuriositi da un interessante laboratorio di “fonico live e studio” attivo presso l’Istituto Statale Istruzione Superiore “Giovannni Bertacchi” di Lecco, abbiamo voluto incontrare Maurizio Nardini, docente del corso. 

MusicEdu Come è venuta l’idea di questo corso e come hai convinto la dirigenza ad aprire questo nuovo indirizzo di specializzazione?

Maurizio Nardini L’idea è nata l’anno scorso come “Progetto Giovani” a completamento dei diversi corsi e laboratori che il “Bertacchi” organizza al fine di aumentare le competenze non scolastiche degli studenti. Il CPM (Centro Professione Musica) di Milano, dove insegno “Pro Audio Live” all’interno del percorso di studi “Pro Audio Engineer”, è stato coinvolto come realtà specializzata nell’insegnamento della musica in tutte le sue declinazioni per gestire un corso extra scolastico pomeridiano di 16 ore. Io mi occupavo solo della parte di “Fonico Live”, mentre un collega seguiva la parte di “Fonico Studio”. Gli studenti di questo istituto hanno da sempre frequentato con entusiasmo i corsi del “Progetto Giovani”: nell’anno scolastico 2018/19 sono state quasi 500 le adesioni ai laboratori. Il “Bertacchi”, oltre ai due indirizzi del Liceo delle Scienze Umane, è noto per l’indirizzo di Formazione Professionale Animatore Turistico-Sportivo e i corsi extra hanno dato la possibilità di approfondire diversi argomenti molto coinvolgenti per i ragazzi: fotografia, corsi collettivi di musica, il mio corso di fonica live e quello di studio, teatro, make-up e trucco teatrale e animatore turistico. Il successo ottenuto lo scorso anno da questi corsi, tra cui il mio, ha convinto la dirigenza ad aprire il nuovo indirizzo “Professionale per i servizi alla cultura e allo spettacolo”. Ora mi occupo in toto del laboratorio di Fonico, sia live che studio. 

MusicEdu Vista la situazione contingente, dove sembra ancora lontana la possibilità di potersi esibire in pubblico, come si riescono a tenere “vivi” i ragazzi sugli obiettivi che si prefigge il corso?

Maurizio Nardini È fondamentale l’obiettivo strutturato dalla dirigenza: proprio per evitare che si arrivi in fondo al percorso senza avere provato realmente cosa significa operare sul campo, a fine anno scolastico i ragazzi del laboratorio di fonica seguiranno tutta la parte audio (amplificazione e registrazione) del saggio di musica dell’Istituto Omnicomprensivo Ponte in Valtellina (Sondrio). In questo modo riesco a tenere alta l’attenzione, che lo è già di per sé: i ragazzi sono molto coinvolti, curiosi e sorprendentemente indipendenti. Per mia scelta didattica non do compiti, loro sono sicuramente felici, ma a ogni incontro arrivano con tante domande su quanto ho spiegato le volte precedenti. 

MusicEdu Che rapporto hanno con la tecnologia? Viviamo in un’epoca in cui la digitalizzazione ha smaterializzato le vecchie apparecchiature analogiche per fare musica. Che tipo di conoscenza hanno i ragazzi al di fuori di smartphone, tablet e computer?

Maurizio Nardini Lo smartphone è imprescindibile, ma spesso non riescono a cogliere quante opportunità pratiche di utilizzo questo dispositivo potrebbe avere se utilizzato per registrare e manipolare tracce audio. La fotografia, con l’avvento dello smartphone, è arrivata alla portata di tutti tanto che un’applicazione di editing immagini è già in dotazione al telefono. Per l’audio non è così, bisogna fare un piccolo sforzo in più, lo stesso che bisogna attuare per considerare la musica come un veicolo di condivisione che non sia solo cavalcato dall’immagine di se stessi. Per quanto riguarda le apparecchiature analogiche di registrazione, non conoscono praticamente nulla, ma, se opportunamente indirizzati ne comprendono velocemente il funzionamento e di conseguenza i parallelismi con i moderni sistemi digitali.

MusicEdu Quindi che apparecchiature utilizzi durante le lezioni?

Maurizio Nardini Uno dei problemi che considero è il cercare di evitare che i ragazzi si spaventino vedendo i costi delle apparecchiature professionali. In questo caso ho lavorato con Logic e ProTools, per accennare i diversi approcci alle varie DAW, ma principalmente uso ciò che è già in dotazione all’istituto, in questo caso un registratore multi-traccia Zoom R24 che ha il vantaggio di funzionare anche “stand alone” perché salva i dati su una semplice SD card e che può essere usato come scheda audio in maniera da costruire con una spesa relativa un piccolo studio digitale. Poi mi porto sempre un microfono Shure SM57. Anche soltanto mediante un microfono appoggiato sul banco e un registratore, dimostro ai ragazzi che si può fare musica in pochi minuti: parto dal concetto di “beat” tamburellando sulla cattedra e creando una traccia di batteria e da lì vado avanti utilizzando semplici ma efficaci metodi sia di registrazione che di editing per organizzare in pochissimo tempo una traccia compiuta e accattivante. Per quanto riguarda la conoscenza delle apparecchiature e la comprensione dei meccanismi della fonica punto ai concetti di base in modo che possano riconoscere in apparecchiature differenti gli stessi principi di funzionamento, anche se organizzati e chiamati in modo diverso. Per potere lavorare in qualsiasi situazione e condizione è necessario questo approccio che fa leva sulla conoscenza dei “fondamentali”. 

MusicEdu Riguardo ai generi musicali, invece, come ti muovi?

Maurizio Nardini A un certo punto ho realizzato che nessun musicista classico frequenta questo corso e ho capito nello stesso momento che invece i miei allievi hanno una creatività sopra le righe pur essendo meno colti quando alcuni di loro approcciano uno strumento musicale, ma hanno una creatività libera. È molto bello e divertente fargli incanalare e concretizzare questa energia che diventa musica. Alcuni “rappano”, altri sono molto appassionati di gaming e finalizzano ciò che imparano alla composizione di musica per video games. È un interessante melting pot: gestisco tre gruppi ai quali non applico in modo identico la stessa forma-lezione. Sono riuscito, anzi… sono riusciti loro stessi, attraverso il confronto fuori dall’aula, a coinvolgersi e a elaborare in modo molto efficace i concetti appresi. A ogni lezione di ogni gruppo c’è un rimando all’esperienza condivisa con gli altri colleghi di corso. 

MusicEdu Pensi che questo abbia avuto un qualche effetto anche sullo sviluppo della socialità tra di loro?

Maurizio Nardini Assolutamente sì. Per esempio un’allieva che ha la famiglia che gestisce una panetteria ha cominciato a distribuire a lezione i dolcetti avanzati dal negozio dei suoi. Hanno un approccio meccanico e mnemonico su ogni cosa. Anche nei rapporti personali è difficile uscire dalla routine. I processi di creatività aiutano a sentirsi liberi. Loro sono la generazione del “preset”: c’è già qualcosa di pre-confezionato che assolve al compito senza però far comprendere i processi di funzionamento. Faticano spesso a fare collegamenti tra gli argomenti e le informazioni ricevute. Ma ci vuole poco: i ragazzi vanno incoraggiati. 

MusicEdu Ci fai un esempio sul lavoro di registrazione? Che riferimenti utilizzi?

Maurizio Nardini Abbiamo lavorato su un brano di Billie Eilish, che conoscevano tutti. Registrato in cameretta con l’ukulele e post prodotto in modo da diventare una hit. Ho utilizzato YouTube per far vedere attraverso un paio di video il “making of” dei brani. È stato utile per spiegare anche i processi di correzione: per i ragazzi l’auto-tune è un’applicazione sempre inserita, è diventata addirittura un mezzo di espressione. Anche qui è stato necessario fare un passo indietro e comprenderne i principi di funzionamento. Un altro argomento che interessa e stupisce molto è la comprensione della “fase” dell’onda sonora, oppure il concetto di “quantizzazione” della traccia. La tecnologia dà un facile approccio ai processi di editing e spiegare questi passaggi nella registrazione crea entusiasmo e stimola in loro la voglia di sperimentare. Allora iniziano a chiedermi di poter scaricare una base di un dato brano per poterci cantare sopra. A questo punto li faccio focalizzare sulla personalizzazione della base stessa: la canto come piace a me e la faccio suonare, se voglio, in un altro modo. In questo modo iniziano a gestire le tracce musicali come gestiscono i file jpg. La possibilità di manipolare un prodotto pre-confezionato li fa sentire a loro agio ed è utile per sviluppare quella curiosità che li porterà a realizzare qualcosa di totalmente originale.

MusicEdu A che posto mettono la possibilità di organizzare una piccola postazione per registrare?

Maurizio Nardini Dimostro loro che è tutto molto abbordabile, anche dal punto di vista finanziario. Posto il fatto che in ogni casa c’è un computer e in tasca ognuno di loro ha uno smartphone, è davvero poco oneroso attrezzare una piccola postazione per registrare. Partono con l’idea che costa troppo ma poi si convincono attraverso le lezioni del corso che piuttosto che cercare un’applicazione gratis è meglio spendere pochi, mirati soldi per ottenere un risultato molto soddisfacente. Semplici schede audio o applicazioni che rendano un telefono un registratore multi traccia costano molto meno di molti accessori di cui amano dotarsi. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *