LA FISARMONICA BEN AMPLIFICATA. BELTRAMI CON REFERENCE CABLES
Castelfidardo e Stradella sono le due città che hanno fatto conoscere la produzione italiana di fisarmoniche nel mondo. Fu Paolo Soprani a produrre nel 1863 la prima fisarmonica italiana in quello che divenne il polo marchigiano del made in Italy per gli strumenti musicali, mentre qualche anno dopo fu Mariano Dallapè a dare il via, nel 1876, alla produzione di fisarmoniche nella cittadina pavese. È qui che Claudio Beltrami ha preso nel 1976 il testimone di questa importante tradizione per fondare dieci anni più tardi la sua Beltrami Accordions, realtà artigiana riconosciuta a livello internazionale. La visione moderna degli strumenti ad ancia libera che ha spinto Beltrami a condividere il suo know how con i suoi giovani allievi artigiani, lo ha portato a indagare sul miglior modo per amplificare il suono di questi potenti strumenti e scoprire le qualità dei cavi Reference.
Siamo dunque andati nel laboratorio Beltrami a Stradella per un test comparativo che ha previsto l’uso di cavi generici e cavi Reference con una fisarmonica dotata di kit di microfonazione interno, coinvolgendo per l’occasione i fisarmonicisti Luca Zanetti (foto sopra) e Mattia Ducoli (foto a destra). Prima abbiamo voluto curiosare dentro a uno degli splendidi modelli di fisarmonica impiallacciata in ziricote di Beltrami, al cui interno è stato montato un kit di microfonazione della brasiliana Harmonik, marchio con il quale Claudio Beltrami collabora da qualche anno.
Il kit AC5001 RG è stato realizzato in collaborazione con il noto fisarmonicista Richard Galliano che lo ha adattato alle sue esigenze tecniche sul palco. Il sistema, che può essere montato su qualunque strumento ad ancia libera, prevede al suo interno un cablaggio molto accurato con connettori dorati di qualità elevata. La capsula per i bassi è una sola ed è rivolta verso la parete esterna, non verso la sorgente sonora, in modo da evitare un picco di volume al centro che andrebbe a decadere poi sui due lati della cassa. Viene invece prelevato il suono riflesso costituito dal mix più equilibrato e lineare di tutte e dodici le valvole.
Per quanto riguarda il cantabile, invece, il kit viene posizionato sotto il traforo tramite nastro adesivo o, meglio, quattro gocce di colla a caldo, visto che si appoggia sulla tela di protezione interna, e prevede cinque capsule a sospensione elastica, per evitare disturbi da vibrazioni provenienti dal corpo.
All’esterno ci sono due potenziometri per il controllo dei volumi di mano destra e sinistra (alcuni modelli prevedono anche controlli di tono). Un circuito a due led consente il controllo dell’accensione del sistema (luce azzurra) e dell’approssimarsi della scarica della batteria (luce rossa) prima della sostituzione. Il collegamento verso l’esterno prevede un cavo bilanciato con connettore a 5 poli che porta i due segnali bilanciati (del canto e dei bassi) a sdoppiarsi in due connettori XLR compatibili phantom o jack TRS femmina. A questo punto diviene fondamentale proprio la qualità dei cavi in uscita da questi connettori verso l’impianto.
IL TEST CON CAVI REFERENCE
Dopo che il sistema Harmonik ha trasdotto il segnale portandolo alla fine della catena nei connettori di uscita, ci sono ancora 2 o 3 metri di percorso da fare per arrivare allo stage box o all’impianto di diffusione audio. È qui che un cavo, che è per sua natura un filtro passivo, si comporta come un circuito intervenendo sul suono della fisarmonica come un equalizzatore semiparametrico, senza che ce ne rendiamo conto. Tutta la ricchezza del suono catturato dal sistema Harmonik rischia di perdersi se usiamo un cavo di scarsa qualità che non preservi il “tono” naturale dello strumento.
I cavi Reference usati nel test sono stati il modello Base GCR2 con il quale si sono notate già delle differenze rispetto a un normale cavo, il modello Ultimo Deluxe (guaina beige) che ha portato un ulteriore miglioramento del range armonico, e quello della linea top RIC01A per strumenti acustici, in grado di dare al musicista un risultato coerente con il valore del suo investimento artistico, del suo strumento musicale e del suo suono. Per ottimizzare il rapporto segnale/rumore è consigliabile l’uso di due DI Reference e/o l’UFOBox, magari unendo un cavo Reference RICT01 (a cannocchiale) con jack TRS lato strumento sdoppiato a Y su due jack TS verso le due DI box (foto a destra). Il risultato che ogni musicista vorrebbe raggiungere è regalare ai propri ascoltatori il suono reale, così potente e ricco di armonici, della fisarmonica, ma al tempo stesso dinamicamente equilibrato nel rapporto tra mano destra e sinistra, con tutta la gamma sonora dei registri rispettata. Niente di più e niente di meno di ciò che la fisarmonica è in grado di regalarci naturalmente.
Ai primi commenti positivi espressi nella sede di Beltrami da Luca Zanetti e Mattia Ducoli alle prese con la fisarmonica dotata di kit Harmonik, hanno fatto seguito quelli di Alberto Macerata, tecnico dello Studio Play di Bricherasio (TO), che ha registrato file audio comparativi utilizzando una tecnica M-S per la ripresa del canto (con cavo RMCS01) e un singolo spot per la ripresa dei bassi (con cavo RMC0 Zero) di una fisarmonica Beltrami senza kit di microfonazione interno, senza alcun processo aggiunto né in ripresa, né in esportazione, niente compressioni, riverberi o eq (fatta salva la stessa catena impiegata per le riprese con cavi residenti e cavi Reference). Il risultato della comparazione è stato la conferma di ciò che era già percepibile a orecchio nella sede di Beltrami.
Rispetto al cablaggio residente, quello Reference ha dato una migliore risposta sulle frequenze medie (1.500- 3.500Hz orientativamente), maggiormente avvertibile in presenza di cluster armonici stretti e impegnativi a dinamica elevata. In questi casi critici, l’intelligibilità e la trasparenza del suono sono stati decisamente maggiori rispetto al cablaggio residente. Inoltre nelle situazioni critiche di dinamica esecutiva minima e forte guadagno sui microfoni, il rumore di fondo si è mantenuto sempre su livelli accettabili e comunque più ridotti rispetto al cablaggio residente.
Info: Reference Cables