MUSIC CHINA DI SHANGHAI. PRONTI A RIPARTIRE
di Piero Chianura
Dopo due anni di stop, la più importante fiera asiatica sugli strumenti musicali si svolgerà dall’11 al 14 ottobre 2023 presso lo Shanghai New International Expo Center. La crescita del mercato cinese documentata fin dalla prima edizione di Music China nel 2002 è avvenuta anche grazie a 40 anni di investimento pubblico nell’educazione musicale, che hanno visto coinvolte non poche figure professionali del nostro Paese.
Sappiamo che il mercato globale degli strumenti musicali è fortemente dipendente dalla produzione cinese. Negli ultimi decenni, i produttori di strumenti musicali in Cina hanno incrementato progressivamente il loro fatturato grazie alla crescita esponenziale delle esportazioni che hanno interessato oltre 200 Paesi e regioni, per un valore (nel 2019) di oltre 1,74 miliardi di dollari americani. Negli ultimi anni ha giocato un ruolo importante nella qualificazione del made in China anche l’innovazione: nel periodo 2014-2019 sono stati più di 1600 i brevetti, di cui il 30% costituito da invenzioni. Ma la quota relativa all’import di strumenti musicali ha raggiunto un valore di quasi 569,9 milioni di dollari nel 2022, a dimostrazione del fatto che la Cina non rinuncia agli strumenti musicali prodotti dai marchi internazionali. Perciò, esporre a Music China significa anche per il nostro made in Italy l’opportunità di intercettare questa domanda.
Secondo la China Musical Instrument Association (CMIA), ente che organizza Music China in collaborazione con Messe Frankfurt HK e Shanghai Intex Exhibition Co Ltd, la Cina ha un enorme potenziale nel mercato degli strumenti musicali “grazie al miglioramento dell’industria manifatturieracinese, al progresso dell’educazione musicalein Cina negli ultimi 40 anni e alla tradizione musicale insita nella cultura del Paese. L’espansione della classe media ha permesso un aumento della domanda di strumenti di livello medio-alto e dei relativi prodotti e servizi per l’apprendimento. Per queste ragioni, le prospettive di crescita per il settore musicale in Cina sono ancora propizie: la CMIA prevede un incremento importante della quantità di strumenti musicali acquistati nei prossimi cinque anni. Questo mercato ha avuto benefici anche nella lotta alla povertà: la produzione di strumenti musicali in Cina ha permesso a molti villaggi e zone rurali di alleviare la miseria, promuovendo una crescita dell’economia attraverso l’incremento delle industrie locali manifatturiere. Un esempio è la contea di Wuqiang, nella provincia dello Hebei, nel nord della Cina, dove le autorità locali hanno promosso un’iniziativa basata sull’assunzione di residenti rurali nell’importante industria locale di strumenti musicali“.
Questi cambiamenti hanno determinato anche una maggiore attenzione nei confronti dei prodotti della nostra cultura, compresi i viaggi (nuovamente in ripresa) verso gli storici luoghi della musica italiana. Per gli artisti di un certo calibro e per le scuole e gli istituti di formazione, oggi non solo il prezzo ma anche l’affidabilità nel tempo dei nostri strumenti sono elementi importanti nella scelta.
All’edizione prevista dall’11 al 14 ottobre di quest’anno i marchi internazionali hanno confermato il loro ritorno e così lo spazio coperto dai padiglioni di Music China salirà a 120.000 mq, un aumento del 20% rispetto all’ultima edizione del 2020 (siamo a circa l’80% della copertura pre-pandemica del 2019). Con i confini del Paese ora aperti e la prenotazione degli spazi espositivi ancora in corso, attualmente siamo a oltre 1.000 marchi internazionali provenienti da 22 paesi e regioni, con aree collettive da Repubblica Ceca, Francia, Germania, Hong Kong, Italia, Giappone e Spagna, e singoli espositori provenienti anche da Albania, Austria, Bulgaria, Cina, Ungheria, Indonesia, Corea, Malesia, Pakistan, Polonia, Singapore, Taiwan, Thailandia, Regno Unito e Stati Uniti.
All’interno della decina di padiglioni previsti troviamo pianoforti, strumenti ad arco, percussioni, legni e ottoni, strumenti elettronici, educazione musicale, spartiti e molto altro. L’area di Music China dedicata agli strumenti musicali didattici è veramente ampia e sempre affollata di visitatori, tra insegnanti e studenti accompagnati dalle proprie famiglie.
È previsto un ampio programma di seminari e spettacoli di musica dal vivo che offrono opportunità di networking e condivisione delle conoscenze tra culture musicali di ogni luogo del mondo.
Tra i marchi che hanno confermato la loro presenza troviamo Petrof Pianos, Altamira, AXL, BAM, C. Bechstein, Casio, Central Music, Chairman, Conn-Selmer, D’Addario, Dun Huang, Euterpe, Farida, Fazioli, Fender, Fengling, Gibson, GEWA, Hailun Piano, Hu Qiu, Jin Bao, Jin Yin, Kawai, KHS, Maderas Barber, Marigaux, Martin, Medeli, Parsons Music, Pearl River, People’s Music Publishing House, Pianodisc, Pioneer DJ, Rampone & Cazzani , Reliance, Rönisch, RSL, Samick, Saverez, Schimmel, Seiko, Seiler, Selmer, Shanghai Music Publishing House, Steinway, Strauss, Taylor, Tenon, Thomastik, Toyama, Yamaha, Yanagisawa e Yue Hai.
Certo, ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che la fiera torni alla sua consueta dimensione pre-pandemica, ma con i confini ora aperti e il governo che allenta la sua politica pandemica (anche grazie al recente declassamento della pandemia da Covid-19 a semplice influenza da parte dell’OMS) possiamo considerare Music China nuovamente attiva.
Info: Messe Frankfurt italia