VIRGINIO AIELLO. IL PIANOFORTE INSEGNATO AI RAGAZZI

di Piero Chianura

Insegnante di pianoforte in una scuola media a indirizzo musicale di Bisignano in provincia di Cosenza, Virginio Aiello ha alle spalle una trentina d’anni di carriera scolastica in ambiti diversi, dall’infanzia alla scuola primaria, dai licei ai laboratori di pop rock presso strutture private (il CET), fino ai corsi di pianoforte jazz in Conservatorio. 
Il suo primo strumento, la fisarmonica, ha segnato i suoi primi anni di formazione. Il rapporto con la cultura popolare attraverso lo studio, la pratica tra la gente e poi l’insegnamento di questo strumento ha certamente influenzato il suo percorso accademico di studio e poi di insegnamento del pianoforte. Il suo approccio didattico mira a un apprendimento più pratico e immediato, ma al tempo stesso rigoroso e gratificante per gli allievi che cominciano a suonare, grazie anche a una serie di pubblicazioni di supporto alla didattica che Aiello ha realizzato nel corso degli anni, le ultime delle quali edite da Dantone Edizioni e Musica.

MusicEdu Negli ultimi decenni si è affermata una visione “popular” del pianoforte, spinta anche da una produzione discografica che ha reinterpretato questo strumento in chiave moderna per avvicinarlo alle nuove generazioni di ascoltatori e studenti.
Virginio Aiello Intanto è un gran bene che il jazz e ora anche il pop/rock siano entrati in Conservatorio per essere considerate musiche da studiare a livello accademico di livello superiore. Bisogna però anche tener conto della società attuale e di quello che ascoltano i ragazzi oggi. Per questa ragione sono aperto a qualsiasi possibilità con ragazzi di 11/12 anni con cui ho a che fare e che ascoltano prevalentemente rap e musica commerciale in generale. 

MusicEdu Come sei riuscito a mettere insieme rigorosità dello studio e scelta di un repertorio di questo tipo?
Virginio Aiello Nelle mie pubblicazioni didattiche sono partito dalla musica pop e da quella “neoclassica” per pianoforte. Sono canzoni con strutture armoniche semplici e ripetitive con melodie e ritmi diversi dal linguaggio della musica classica, ma che fanno parte del bagaglio musicale dei ragazzi di oggi. Ho preso tutto questo per trasformarlo e applicarlo didatticamente in un percorso “rigoroso” che tiene conto di tutta la tradizione didattica pianistica classica. L’approccio tecnico è lo stesso, ma ho sostituito i contenuti. In pratica si è trattato di rinnovare le sonorità introducendo alcune tensioni e spostamenti ritmici e accordi moderni. Per esempio, quando faccio il classico esercizio sulle cinque note, per esempio tra Do e Sol, inserisco un quarto grado, con un intervallo che crea una sonorità diversa, molto simile a quello che si fa quando si studia jazz, ma qui siamo in una fase didattica preparatoria in cui mi interessa avvicinare il maggior numero possibile di ragazzini allo studio della musica con un approccio il più possibile coinvolgente fin dall’inizio. Se gli allievi sono vinti dalla noia e dalla difficoltà è un problema di metodologia didattica, e in questo l’insegnante, in qualità di creatore di nuovi stimoli e nuove esperienze per l’apprendimento, ha un ruolo fondamentale. Alla base ci deve essere sempre il piacere di fare musica e il desiderio di imparare a suonare uno strumento. Perciò è importante elaborare un percorso individuale graduale che unisca teoria e pratica a prescindere dal tipo di repertorio. Considerare il vissuto musicale dell’allievo e anche i gusti personali aiuta a delineare vari percorsi didattici specifici. Penso che ogni giovane che aspira a fare musica in maniera professionale, o anche amatoriale, debba avere una formazione a 360 gradi senza classificazioni di repertorio o generi.

MusicEdu Si potrebbe obiettare che il repertorio pianistico classico offre già allo studio molti spunti “moderni” (Satie, per esempio) da cui la stessa musica neoclassica per pianoforte deriva.
Virginio Aiello Si potrebbe, certo, ma Satie è tecnicamente difficile da eseguire per un ragazzino che inizia con lo strumento. Nella stessa didattica classica si studia su esercizi che non hanno a che vedere con le sonorità di Satie. Perciò ho costruito esercizi tecnicamente molto facili che però sono brani moderni facilmente eseguibili.

MusicEdu Conosci metodi didattici alternativi di altri autori che insegnano pianoforte ai ragazzi?
Virginio Aiello Non possiamo non ricordare che a un certo punto è arrivata in Italia dal Nord America una produzione sterminata che ha rivoluzionato la didattica per l’infanzia. In Italia abbiamo avuto anche le pubblicazioni di Maria Vacca, da Il Musigatto a Il Piano Magico e di Vito Nicola Paradiso con La Chitarra Volante, che hanno segnato un rinnovamento nei primissimi approcci didattici. Nel mio approccio alla didattica la finalità non è l’esecuzione di un brano ma la sua comprensione. Per questo anticipo l’analisi del brano nella fase iniziale di studio e l’improvvisazione e l’armonia possono essere spiegate anche quando si suonano cinque note.

MusicEdu Riesci a farlo senza insegnare prima elementi di teoria musicale?
Virginio Aiello Non è necessario entrare nel dettaglio delle regole dell’armonia perché se facciamo suonare degli studi in maggiore e minore, il ragazzino capisce che quell’alterazione che trasforma il maggiore in minore è un cambiamento sonoro importante. E lo faccio senza fare distinzione di genere musicale, anche quando faccio fare improvvisazione, così necessaria per sviluppare la creatività. 

foto © Pino Curtale

MusicEdu La didattica classica tradizionale forma esecutori e interpreti virtuosi di un repertorio, in cui la lettura a menadito di una partitura è la cosa fondamentale. Oggi, però, molti ragazzi che cominciano a suonare uno strumento vedono il loro futuro da compositori. E per comporre musica bisogna comprenderla, non solo saperla leggere a menadito. 
Virginio Aiello La comprensione di ciò che si suona aiuta ad avere un approccio critico e analitico alle cose, a prescindere dai generi musicali o da quello che vorranno suonare in futuro. Quando faccio suonare a un ragazzo un esercizio sul pianoforte costruito a partire dagli accordi di un brano di Alvaro Soler, per esempio, cerco di fargli capire il perché di certi passaggi. Partendo da lì non è difficile sviluppare un percorso graduale e progressivo di apprendimento. 

MusicEdu Questo lavoro aiuta anche i ragazzi ad acquisire consapevolezza su quello che ascoltano nella vita di tutti i giorni.
Virginio Aiello Infatti è in questo modo che potremo costruire un nuovo pubblico consapevole di quello che ascolta, anche se non sarà fatto di musicisti. La consapevolezza permette anche di essere più ricettivi e al tempo stesso comunicare con gli altri. Ed è qui che ha grande importanza la musica di insieme. Io ritengo che la musica debba riprendere ad avere un valore sociale e per questo debba essere fatta insieme perché insegna ai ragazzi a relazionarsi con gli altri anche nella vita. Almeno fino a che non ci si voglia dedicare esclusivamente alla carriera solistica.

MusicEdu La tua pubblicazione che sintetizza tutto questo è Il Pianista Moderno, giusto?
Virginio Aiello Sì. Il Pianista Moderno affronta la formazione iniziale del pianista attraverso l’uso delle tecniche e dei linguaggi moderni di cui parlavo, organizzati in ordine di difficoltà e con un approccio piacevole, funzionale e divertente. Il volume è strutturato in quattro sezioni: nella prima si affrontano le basi della teoria musicale e della lettura delle note, introducendo sin da subito l’uso di entrambe le mani nella posizione delle cinque dita. Nella seconda sezione si affrontano lo spostamento e l’allargamento delle mani, il cambio delle dita, i primi giri armonici con l’utilizzo delle sigle degli accordi, le alterazioni e gli esercizi di tecnica. La terza sezione è incentrata sullo studio base dell’armonia, il trasporto nelle varie tonalità, le prime progressioni armoniche, le scale maggiori e gli arpeggi. L’ultima sezione è dedicata al repertorio di brani moderni che sviluppano gli argomenti affrontati in precedenza. Il metodo è rivolto particolarmente agli alunni delle scuole medie ad indirizzo musicale, scuole private o adulti che vogliano approcciarsi per la prima volta al pianoforte. C’è una cosa importante da dire sulle raccolte di brani che accompagnano le mie pubblicazioni didattiche. Le mie composizioni sono spesso legate all’aspetto didattico, tecnico/musicale, e all’aspetto evocativo che la musica riesce a suscitare, perché cerco di tradurre in musica tutto ciò che può destare il mio interesse: la natura, l’arte, luoghi che mi affascinano, ecc. Ho notato che questo tipo di approccio è molto stimolante per gli allievi in termini di motivazione, passione, abitudine all’immaginazione e alla creatività, capacità di sognare e di guardare la realtà con occhi diversi. Se un bimbo di 6 anni esegue per esempio un mio brano intitolato “La Luna”, quando lo ascolta deve sentire di essere sulla Luna. E così per tutti gli altri brani delle raccolte.

MusicEdu La tua produzione didattica comprende anche testi specifici per il mondo del jazz.
Virginio Aiello La mia didattica segue principalmente due filoni. Il primo è quello di cui stiamo parlando e riguarda la didattica di base, mentre il secondo è rivolto al linguaggio pop/jazz e prevede percorsi didattici graduali e progressivi che partono sempre dalle nozioni di base cercando di non dare nulla per scontato.
L’impostazione di questi miei libri (Tecnica Moderna per Pianoforte, Il Pianista Accompagnatore, Metodo Pratico di Pianoforte Jazz Complementare) è di tipo pratico. In altre parole, bisogna prima suonare, magari aiutandosi anche con le tracce audio di cui i volumi sono corredati, perché l’apprendimento a mio avviso si basa anche su una buona educazione all’orecchio. Dopo si va a teorizzare ciò che si è imparato praticamente. Ciascun esercizio non è mai fine a se stesso ma aiuta a comprendere, attraverso la pratica e la riflessione, ciò che si sta suonando.

MusicEdu Ricevi feedback sulle pubblicazioni da parte di altri insegnanti che li adottano per i loro corsi?
Virginio Aiello Come autore di testi didattici mi confronto tantissimo con gli insegnanti, perché le mie pubblicazioni sono in un continuo work in progress e loro sono per me un aiuto molto importante. Dagli insegnanti ricevo richieste su nuovi repertori e su tutto quello che può essere utile per coinvolgere i ragazzi nello studio preliminare della musica. Perché se un bambino si appassiona alla musica, quando crescerà sarà sicuramente una persona migliore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *