MUSICOTERAPIA NEI NIDI. BENESSERE PER LE FAMIGLIE

di Antonella Zenga

Il senso di insicurezza ereditato dalla pandemia induce a riflettere sul fondamentale ruolo svolto dall’asilo nido come luogo di accoglienza del bambino che muove i suoi primi passi fuori da casa. In questo contesto la MT può essere un prezioso sostegno finalizzato al benessere del bambino da 0 a 36 mesi a favore di un sereno inserimento. Ponendosi come modalità alternativa di comunicazione particolarmente vicina allo stile non verbale, proprio di questa fase evolutiva e partendo dall’ascolto sintonizzato sui bisogni specifici del bambino, con attività mirate, la MT può favorire la costruzione di relazioni con i coetanei e le nuove figure adulte di riferimento, facilitare l’ambientamento, l’esplorazione e la sperimentazione di nuovi spazi, sostenendo il senso di autonomia. 

Si sa quanto delicata sia questa fase della vita sia per il bimbo che per i suoi genitori: il sistema di attaccamento è sufficientemente consolidato ed è possibile, ma più spesso necessario, sperimentarsi nei processi di separazione perché il bambino possa affacciarsi alla scoperta del mondo e l’adulto tornare a disporre del proprio tempo secondo i ritmi imposti dal lavoro e dalla complessità della vita quotidiana. L’asilo nido può diventare, grazie all’apertura di spazi specifici, luogo di accoglienza non solo del bambino, ma anche delle ansie e delle tensioni derivate dai diversi vissuti degli adulti, genitori ed educatori, in cui ancora si insinua il generale malessere dovuto alla recente pandemia, entrata nelle famiglie e nella relazione genitori figli, in modi e tempi diversi. C’è dunque molto da fare in questo ambito e molto da chiarire, sgombrando il campo da possibili ambiguità con cui spesso si confonde il percorso di MT attiva con un’attività laboratoriale finalizzata all’apprendimento precoce della musica ormai presente nei programmi per l’età prescolare. L’attività di MT si fonda sull’improvvisazione sonoro-musicale, che partendo dal libero movimento del bambino, si struttura nel tempo, sintonizzandosi sul suo ritmo, sui parametri del suono espressi dalla qualità dei suoi gesti e dei suoi movimenti, su particolari intervalli melodici che emergono dalle libere vocalizzazioni. Il Musicoterapeuta ha il compito di cogliere e trasformare musicalmente ciò che il bimbo esprime spontaneamente nell’interazione con l’ambiente e con gli altri. 

Una proposta di questo tipo si inserisce dunque in un’ottica biopsicosociale di promozione del benessere che non riguarda solo il bambino, ma coinvolge l’intero sistema educativo che gira intorno a lui. Inoltre non va dimenticata la prospettiva inclusiva nell’eventuale presenza di bimbi con disabilità e l’opportunità di far emergere potenziali situazioni di disagio, collaborando con il gruppo educativo nell’attivazione, da parte della famiglia, di professionisti specialisti per un’eventuale supporto.

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