L’UMANESIMO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN MUSICA

di Carmelo Farinella

L’intelligenza artificiale (IA) è la branca dell’informatica che studia “i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono di progettare sistemi hardware e sistemi di programmi software atti a fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana” (Treccani online, 2008). L’IA tende, quindi, a emulare aspetti afferenti sia ai processi razionali sia a quelli emotivi dell’intelletto. E la musica, per la sua capacità di coinvolgere la molteplicità delle espressioni umane, costituisce un ambito di interesse privilegiato per l’intelligenza artificiale. 

MusicEdu aveva già presentato alcuni software di produzione musicale che appartengono al mondo dell’IA, in particolare Motion Composer e SoundBeam 1, programmi abili nel facilitare la partecipazione delle persone con disabilità all’esperienza sonora; in questi casi, è palese il contributo delle cosiddette applicazioni intelligenti per il miglioramento della qualità della vita degli individui. Ci chiediamo se, in mancanza di una capacità di inclusione sociale, l’informatica possa soffocare la creatività dell’uomo e snaturare l’arte musicale. 

Ci riferiamo, per esempio, agli applicativi che implementano la composizione e la produzione di partiture interattive, dai quali molti artisti si sentono minacciati.

Daniel Kosttás 2, direttore d’orchestra e sviluppatore di software di intelligenza artificiale, ci ha aiutati a riflettere sulla questione: Daniel ritiene che i sistemi informatici, appartenenti sia al gaming sia al metaverso, non vadano a intaccare l’arte musicale e che quest’ultima rimanga un prodotto ineguagliabile dell’intelletto umano; al contrario, egli sostiene che l’innovazione possa permettere la valorizzazione della bellezza della musica, poiché consente l’interazione fra arte e intrattenimento. L’implementazione di avatar, videoclip, la concomitanza di suoni e stimoli luminosi vantano una forte attrattività per un pubblico ampio, che accede a svariati repertori; inoltre, tramite l’IA è possibile incrementare la fruibilità della musica con una strutturazione complessa, nonché stimolare la curiosità e l’apprezzamento della tradizione colta, in modo particolare del genere operistico. Secondo Daniel, quindi, mondo virtuale e musica possono dialogare e sostenersi reciprocamente.

Accogliendo questo pensiero, da parte nostra ci auguriamo che, partendo da esperienze interattive, sempre più persone possano appassionarsi alla musica d’arte e vogliano scoprire i luoghi a essa dedicati.

1 Motion Composer e Genelec per l’accomodamento ragionevole (musicedu.it)
Musica Senza Confini. Strumenti tecnologici per la didattica inclusiva (musicedu.it)

2 DK – #CreatingEmotions (danielkosttas.com)

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