DANIELA BERARDINO. IL POTERE DELLA DIDATTICA DIGITALE

di Francesco Sessa

Docente di musica presso l’Istituto Comprensivo Alighieri Kennedy di Torino, Daniela Berardino è da sempre appassionata di ricerca didattica e innovazione. È autrice e referente del progetto Cl@sse 2.0 per il proprio Istituto dal 2013 e animatore digitale dal 2015. 
È docente e autrice della piattaforma Musica a Scuola dell’INDIRE e svolge regolarmente il ruolo di formatrice per il Piano Nazionale Formazione Docenti dal 2016 e per i Futurelabs del MIUR su varie tematiche di ricerca e innovazione didattica.

MusicEdu La tua attenzione al digitale nella didattica nasce ben prima della pandemia…
Daniela Berardino Da quando ho iniziato a insegnare a oggi, il mondo della scuola è molto cambiato, sono cambiati i ragazzi, la società e quindi anche la didattica. Per questa ragione mi impegno molto nella quotidiana ricerca e sperimentazione didattica. Questa è un’opportunità stimolante perché è bello poter crescere insieme agli alunni. La tecnologia è entrata nella mia esperienza didattica semplicemente perché è entrata nella vita quotidiana. Tutto è nato dalla consapevolezza che intorno a noi il cambiamento è continuo e bisogna essere pronti a coglierlo e notarlo: un insegnante deve essere il primo ad avere voglia di imparare, altrimenti non può essere d’esempio e non può trasmettere la motivazione agli studenti. Io, insegnando musica, sono avvantaggiata perché il linguaggio musica è coinvolgente ed è semplice far appassionare a questa disciplina. Le tecnologie digitali hanno fornito nuove opportunità. L’introduzione delle LIM (Lavagne Interattive Multimediali) nelle scuole ha attirato subito la mia attenzione, perché era evidente il potere inclusivo del mezzo. È con il Piano nazionale di diffusione delle LIM che è iniziata la mia collaborazione con INDIRE e successivamente la mia esperienza nella formazione docenti. Nel 2015, con il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) è nata la figura dell’animatore digitale: ho assunto questo ruolo con molto impegno e dedizione all’interno del mio Istituto al fine di promuovere strategie didattiche innovative. Nel mio Istituto ho attivato e gestito già dal 2016 un ambiente di apprendimento in cloud,  quella che tutti oggi conoscono come la G Suite. Per questa ragione, quando c’è stato il lockdown, nel mio Istituto ci siamo trovati pronti all’emergenza e già il 4 marzo avevamo attivato le lezioni online. La mia ricerca si sta ora concentrando sull’utilizzo di piattaforme per lo sviluppo della creatività musicale, per comporre musica in modo intuitivo, per scrivere partiture in Cloud e in modo collaborativo e per sviluppare le competenze di base. Le opportunità offerte dal web sono tante; sperimento in classe e poi seleziono. I miei alunni  sono un po’ delle cavie… ma dai risultati ottenuti direi che non sono dispiaciuti di sperimentare insieme a me. Nei miei corsi di formazione condivido solo esperienze e metodologie che hanno avuto esiti positivi e significativi. 

MusicEdu Questi strumenti quindi per te sono un’opportunità, non un “piano B” in caso di emergenza.
Daniela Berardino Il digitale nella didattica rappresenta un potente facilitatore, da utilizzare in affiancamento alla didattica quotidiana e non in alternativa. Questo potere l’ho scoperto e sfruttato anche in tempi antecedenti la pandemia. In questo periodo, in cui le attività formative caratterizzanti come la musica vocale e strumentale di insieme sono bloccate dalle misure anti Covid,  riusciamo a trovare soluzioni alternative grazie al digitale, per non fermare la musica e il suo potere di condivisione. La scuola deve essere in grado di utilizzare i nuovi linguaggi e di rinnovarsi in modo da non essere un elemento estraneo al quotidiano dei ragazzi. 

MusicEdu Tu stavi già intraprendendo una sorta di nuova didattica. L’impressione è che, invece, in generale i nuovi strumenti siano utilizzati soprattutto con la stessa metodologia di prima…
Daniela Berardino Non bisogna utilizzare lo strumento tecnologico proponendo la stessa didattica tradizionale e frontale, ma bisogna servirsi del digitale per affiancare il rinnovamento metodologico. Il digitale è uno strumento inclusivo in cui il docente stesso deve rinnovarsi. Credo nella necessità di tendere alla trasversalità degli apprendimenti e questo non significa che non si debba perseguire acquisizione di conoscenza. Non possiamo lamentarci della mancanza di motivazione allo studio degli alunni se il paradigma della docenza è lezione –  spiegazione – interrogazione. La lezione deve essere partecipata, bisogna coinvolgere gli alunni e renderli protagonisti del loro processo di apprendimento, dare un senso allo sforzo che devono compiere per imparare e per trasformarsi crescendo. L’accesso alle informazioni è risolto con pochi click nella rete e proprio per questa ragione noi dobbiamo creare in loro il bisogno, il desiderio di imparare.

MusicEdu Quanto siamo lontani dalla consapevolezza collettiva dell’importanza di questo cambiamento?
Daniela Berardino Non è facile. Il mezzo digitale sino a pochi mesi fa spaventava moltissimi docenti. Proprio l’emergenza ha costretto tutti ad avvicinarsi al digitale e a superare la paura del mezzo. Il cammino è però ancora lungo: il mezzo tecnico non è la bacchetta magica. Questa nuova modalità di fare scuola è stata accettata perché tutti si sono trovati costretti ad affrontarla. Da marzo a oggi ho formato centinaia di docenti e la frase che mi sono sentita dire  più spesso è stata “ho scoperto un mondo”. Molti infatti hanno scoperto che non è così difficile utilizzare il digitale per insegnare e che le possibilità di essere didatticamente creativi sono così tante che a quel punto non ci sono più scuse per non provare. Quando anni fa si parlava di personalizzazione della didattica, sembrava fosse un concetto importante ma irrealizzabile. E non ti nascondo che un po’ lo pensavo anche io. Oggi non è utopia, è tecnicamente possibile e semplice, ma bisogna essere convinti di quanto sia importante. La personalizzazione è semplice grazie ai tool didattici e agli ambienti di apprendimento in Cloud. È perfino discreta visto che è possibile assegnare materiali, verifiche, attività differenziate rispettando la privacy personale. Il digitale permette la personalizzazione dell’insegnamento con una facilità tale che chi l’ha scoperto in questi mesi ne resta sbalordito e capisce che è una strada di non ritorno. Ma c’è ancora tanto da fare a livello di formazione docenti. 

MusicEdu Ma lo scetticismo nei confronti della tecnologia è dovuto a una reale convinzione o a un ancoraggio ai metodi tradizionali? Tu stessa hai dovuto rimetterti in gioco e imparare cose nuove…
Daniela Berardino In alcuni docenti c’è ancora la voglia di replicare dei modelli del passato, quelli che sono stati vissuti da studenti in tempi ormai lontani e che per decenni sono stati replicati immutati. Anche le famiglie hanno spesso difficoltà a comprendere, vogliono sapere se il “programma” viene svolto regolarmente senza rendersi conto che, con le Indicazioni Nazionali del 2012, il concetto di Programma è stato superato dalla didattica per competenze. Il problema è riuscire a scardinare un antico concetto di scuola, nelle famiglie e nei docenti, indipendentemente dalla loro età. Si tratta di far uscire dalla zona di comfort di un terreno conosciuto e replicato per generazioni e di far vincere ad alcuni docenti la paura di perdere il controllo della classe. Cambiare la didattica significa cambiare il ruolo del docente che diventa il coordinatore di una lezione partecipata, non più il conduttore frontale che spiega a degli alunni che devono solo ascoltare. C’è una spinta dal basso molto forte verso il rinnovamento, un impegno collettivo di molti docenti che si stanno mettendo in gioco, prendendo forza dalla gratificazione che arriva dai risultati ottenuti dai loro alunni, nonostante la mancanza di un adeguato riconoscimento di questo impegno. 

MusicEdu E si vedono questi risultati? Sono tangibili, anche in termini di apprezzamento?
Daniela Berardino Spesso mi dicono che musica è una materia di serie B, e io rispondo che forse è vero, ma che al tempo stesso può essere un linguaggio con funzione di filo conduttore tra le altre discipline. Non si tratta di stabilire una gerarchia di importanza tra le discipline: tutte concorrono, attraverso il linguaggio specifico, allo sviluppo delle competenze e alla valorizzazione dei talenti. Invece è molto importante la modalità con cui si imposta la lezione. Gli alunni, se ben motivati, sono disposti ad accogliere qualsiasi sapere, fanno confluire le loro energie e partecipano attivamente e in modo costruttivo. Quando si innesca la giusta motivazione, il ritorno c’è ed è fortissimo… ed è una bella ricompensa per gli sforzi del docente.

MusicEdu Riusciremo a fare di necessità virtù e avviare una vera e propria nuova didattica? Se sì, a che cosa andremo incontro nei prossimi anni?
Daniela Berardino Una piccola rivoluzione è già avvenuta. A giugno dicevamo che tre mesi di DAD avevano promosso più innovazione che cinque anni di Piano Nazionale Scuola Digitale. A settembre si è temuta una reazione contraria, un ritorno al passato. La situazione sanitaria ha costretto a continuare ad utilizzare il digitale permettendo a molti docenti di consolidare quanto sperimentato nei mesi precedenti. Il numero di docenti che partecipano ai vari corsi di formazione che tengo e la loro partecipazione attiva mi rendono decisamente ottimista per il futuro. Collaboro con il Futurelabs Avogadro di Torino e con varie scuole del Polo per il Piano Nazionale Formazione docenti e l’affluenza in tutti i corsi è altissima, tanto da costringere spesso a replicarli. La modalità online permette di raggiungere qualsiasi luogo e di vedere riuniti docenti di tutta Italia. Sono corsi gratuiti (perché sovvenzionati dal MIUR) spesso lunghi e impegnativi, con richiesta di produzione di progetti e attività a testimonianza dell’acquisizione delle nuove competenze. Nella mia città, Torino, è molto attivo anche un ente privato, la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, con il Progetto Riconnessioni che ha portato la fibra in moltissime scuole ed erogato moltissima formazione. Tutte realtà già attive prima dell’emergenza Covid. Devo però segnalare che inizia a essere diffusa anche molta stanchezza in questo anno scolastico così complesso e imprevedibile. C’è poi ancora qualcuno che in DAD si preoccupa più di aspetti formali, come far tenere la telecamera accesa ai ragazzi o come controllarli durante le verifiche a distanza. Trovo che sia più importante fare il possibile per organizzare una lezione partecipata e coinvolgente: magari non ti vedo, ma ti tengo attivo. Quindi il rischio che appena possibile si torni a una didattica tradizionale c’è, ma tantissimi hanno intrapreso il cammino del rinnovamento. Sono arrivati anche molti contributi  economici alle scuole che, se spesi in modo lungimirante, lasceranno le scuole sicuramente meglio attrezzate rispetto al passato.

MusicEdu Parliamo della fibra, che hai citato: qual è il tuo parere sulla situazione attuale?
Daniela Berardino Internet per tutti a scuola è un elemento indispensabile. Posso rinunciare ad altre attrezzature, ma devo poter fornire un’adeguata linea internet a tutti e un adeguato firewall. Altrimenti tutto ciò che abbiamo finora descritto fallisce. 

MusicEdu Un tuo giudizio sullo stato dell’arte della musica nelle scuole? 
Daniela Berardino Il Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica ha sempre difeso e promosso la didattica della musica attraverso esperienze concrete e laboratoriali e ha costruito occasioni per finanziamenti. Le scuole che hanno colto tutte le occasioni si sono attrezzate con adeguati spazi e strumenti. In ogni caso la mancanza di attrezzature può trasformarsi nell’occasione di sviluppare la creatività facendo musica con oggetti semplici e comuni, come fanno gli STOMP! Poi la voce e il corpo per la body percussion ci forniscono subito ottimi strumenti musicali da sfruttare con facilità. Da questo punto di vista, la realtà italiana è pulsante e in crescita, c’è molto fermento.

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