ATTILIO ZANCHI – LA FORMAZIONE POP-ROCK SI AFFIDA AL JAZZ

di Piero Chianura

Con l’apertura dei corsi pop-rock nei Conservatori, è stata data pari dignità all’insegnamento della popular music all’interno dell’istituzione accademica. Così, molti musicisti professionisti impegnati sui palchi delle pop star italiane sono entrati nelle aule dei conservatori per trasferire agli studenti soprattutto la loro grande esperienza di musicisti professionisti. Dal punto di vista dell’offerta formativa, ogni Conservatorio propone un proprio programma di studi, ma accanto alle discipline specifiche della composizione pop e rock moderna troviamo molti corsi di base il cui approccio è naturalmente di derivazione classica e, soprattutto, jazz.

Attilio Zanchi è uno dei grandi del jazz italiano. Contrabbassista affermato a livello internazionale, ha affiancato alla sua intensa attività artistica un’altrettanto intensa attività didattica. Uno dei primi ad aver pubblicato metodi e corsi multimediali in Italia, ha insegnato jazz in diversi conservatori italiani prima di approdare al Giuseppe Verdi di Milano dove, all’interno del Dipartimento di Nuove Tecnologie e Linguaggi Musicali – Scuola di Jazz, insegna anche Tecniche di Improvvisazione Musicale per il Corso di Diploma Accademico di I Livello in Popular Music.

MusicEdu Quando il jazz entrò in Conservatorio si portava dietro una solida letteratura didattica di riferimento, mentre quella pop-rock è un po’ meno strutturata e condivisa dalla comunità dei musicisti a cui si rivolge, o sbaglio?

Attilio Zanchi La didattica jazz ha una storia di oltre cinquant’anni, ma anche quella pop rock ha visto nascere anche in Italia scuole, come il CPM di Milano, che già molti anni fa hanno adottato metodologie e pubblicato propri metodi didattici. Ricordo che allora la famosa Berklee stampava già edizioni e metodi pop rock che furono distribuiti in tutto il mondo. Il fatto è che, rispetto al pop-rock, nel jazz la parte teorica è predominante perché se non si riesce a maneggiare la teoria è più difficile espandere il proprio linguaggio (anche se ci sono stati tanti musicisti autodidatti che sono riusciti a farlo benissimo). Ma anche la parte teorica del jazz deriva comunque dalla musica classica, per essere applicata prevalentemente nel contesto improvvisativo. È una teoria pratica applicata alle forme degli standard, che può essere sviluppata utilizzando delle tecniche di connessione fra la parte armonica e le sigle degli accordi, per eseguire determinate scale e modi. Nel pop e nel rock si utilizzano meno modi e scale, per esempio quella blues o le pentatoniche, che si differenziano però in termini di linguaggio, suono o tipo di fraseggio ritmico, perché il concetto teorico resta lo stesso. Ciò che fa la differenza, insomma, è lo stile nel quale vengono eseguite.

ME È proprio questo passaggio dalla teoria allo stile che rende il tutto difficilmente codificabile, se pensiamo alle mille facce della musica pop contemporanea, dove ciò che fa la differenza è spesso il gusto per il suono o la ricerca timbrica sugli strumenti.

AZ Se parliamo della musica commerciale attuale è tutto un altro discorso. Il rap o la trap, per esempio, con vengono presi in considerazione nella didattica perché hanno poco a che fare con la teoria e quindi con l’insegnamento accademico in conservatorio. Infatti questi generi possono essere composti da persone che non hanno una specifica competenza.

ME Quando la didattica jazz entrò in Conservatorio, però, era connessa a chi studiava e produceva musica in quel periodo. Oggi invece, l’insegnamento del pop-rock in Conservatorio sembra voler porre l’accento soprattutto sulle proprie radici storiche, apparentemente scollegate dalla produzione musicale di oggi.

AZ L’insegnamento in Conservatorio non segue la moda del momento… la parola stessa “conservatorio” significa preservare valori musicali che vengono tramandati nel tempo. Quello che mi sorprende, comunque, è che sia nelle scuole private che in Conservatorio, i ragazzi hanno una gran voglia di studiare, confrontarsi e sperimentare anche in ambito pop.

ME Come è strutturato il corso di Tecniche di Improvvisazione per il pop rock?

AZ Il corso è inserito da due anni all’interno del piano di studi pop rock, ed è tenuto oltre che da me, anche da altri due insegnanti di jazz. Nel corso insegniamo agli studenti le basi elementari della teoria e dell’armonia applicate ai fraseggi improvvisativi. Quello che ho sempre cercato di fare in questi oltre trent’anni di insegnamento è virare il più possibile sulla pratica. Durante ogni lezione faccio fare degli esercizi sulle frasi, trasportandole in tonalità sulle scale e sulle strutture e poi faccio le analisi armoniche dei brani pop insegnando ai ragazzi come ricavare da quei pochi accordi che hanno le scale da utilizzare per eventualmente improvvisare. Gli elementi sono meno complessi, ma la base di partenza è quella jazz.

ME Iscriversi al corso di pop rock in Conservatorio può garantire una più solida formazione teorica, partendo proprio dai due mondi di riferimento qui molto presenti, quello classico, anche contemporaneo, e quello jazz.

AZ L’offerta formativa all’interno dei Conservatori è molto ampia e i ragazzi possono decidere di frequentare tantissimi corsi, cosa che nelle scuole private non è sempre possibile, anche per ragioni economiche. Volendo, in Conservatorio si possono inserire nel proprio piano di studi corsi facoltativi presi dai programmi di jazz o di classica.

ME Che idea ti sei fatto dell’attuale mondo della formazione jazz?

AZ Negli ultimi vent’anni è migliorata molto l’offerta sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. I giovani oggi sono molto più preparati di quanto lo fossimo noi che avevamo meno possibilità di accedere alle informazioni… anche se, dall’altra parte, i ragazzi tendono un po’ a impigrirsi stando davanti al computer. Una volta in Italia c’era solo Siena Jazz, e poco altro a Roma e Milano, così io stesso ero dovuto andare in America per studiare jazz seriamente.

ME Forse non è un caso che, anche a livello internazionale, la musica jazz abbia sfornato giovani musicisti molto interessanti anche dal punto di vista compositivo, cosa che non è accaduta in ambito pop rock dove è ancora la vecchia guardia a rappresentare il top della proposta musicale.

AZ Forse questo accade semplicemente perché nel pop ci sono moltissimi musicisti di tutte le età che suonano e compongono in tutto il mondo ed è più difficile emergere.

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